Dakar 2013: buon compleanno Miki Biasion

Dakar 2013: buon compleanno Miki Biasion
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dakar 2013. Les Italiens en Auto… et en Camion. Un giorno speciale per Miki Biasion, che festeggia il suo compleanno insieme alla sua passione| <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
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7 gennaio 2013

Abbiamo detto quattro auto e cinque camion. Una formazione a quattro… e più ruote non esaltante, ma senz’altro significativa. Tra le auto il Team che da un senso alla sua storia in questa 34ma Dakar è il TecnoSport di Maurizio Traglio, da considerare come un autentico pioniere come Pilota (è stato Campione del Mondo) e come Team Manager.

Da sempre legato al Marchio Nissan, il Team TecnoSport schiera tre auto e… una famiglia, quella di Pietro, Michele e Carlo Cinotto, navigati rispettivamente da Maurizio Dominella, Fulvio Zini e Marco Arnoletti. La quarta auto italiana alla Dakar 2013 era il Buggy RA 01 di Gianpaolo Bedin, l’ingegnere torinese che ha “militato” nelle formule 1 (con Osella e Minardi) e Le Mans, e che si è cimentato in un ardito Progetto Dakar realizzando una macchina che ha ideato a fatto costruire secondo le sue idee della maratona più difficile della Terra.

Le intenzioni del progetto

Nessun test diretto, infatti, è stato effettuato in gara, e Bedin è arrivato a Lima con l’obiettivo di portare l’auto a Santiago e di verificare così la validità del Progetto. L’evoluzione intendeva riservare al dopo Dakar il pensiero di realizzare una vettura realmente competitiva. Il progetto è decisamente coraggioso, e Gianpaolo Bedin è doppiamente ammirevole per il fatto che ha l’ha finanziato interamente con risorse economiche personali.

A fianco di Bedin il navigatore argentino Mauro Esteban Lipez, conosciuto… sul web. Una bellissima storia, con una conclusione amara. Dopo i giorni perfetti della vigilia, nei quali la macchina andava come un orologio, non appena scesa in gara l’auto di Bedin ha cominciato a rifiutare, verosimilmente per un problema elettronico alla centralina del motore Audi. Il secondo giorno, stesso problema subito all’inizio, e dunque la decisione, con il pianto nel cuore, di finirla lì.

Da sempre legato al Marchio Nissan, il Team TecnoSport schiera tre auto e… una famiglia, quella di Pietro, Michele e Carlo Cinotto, navigati rispettivamente da Maurizio Dominella, Fulvio Zini e Marco Arnoletti

I Camion: da supporter a protagonisti

I Camion, gli elefanti del deserto che animano la fantasia più sfrenata della Dakar. Strano i camion in una corsa, no? No, non alla Dakar. Se non ci fossero stati sin dall’inizio questi bestioni, molto probabilmente non ci sarebbe stata neanche la Dakar. Il camion, insieme alla “jeep”, era inizialmente considerato, in maniera più ortodossa, un mezzo di supporto. Per i concorrenti e per l’organizzazione.

Senza camion, sin dalle prime edizioni, niente di niente lungo le piste delle Dakar dei pionieri, neanche il cibo, quelle scatolette rettangolari scaldate a bagnomaria che l’Africatours distribuiva piene di pietanze succulente ai concorrenti e che servivano da… piatto il giorno dopo, e che per lungo tempo hanno rianimato i sogni dei Dakariani proponendo loro di rivivere l’incubo di quelle lattine. Fin lì tutto regolare. Poi ai camion, che servivano da assistenza ai Piloti in gara con le moto e le auto, e per questo dovevano essere anche loro iscritti in gara e fare lo stesso percorso, si iniziò a chiedere di essere più svegli, di non fare aspettare troppo i propri assistiti in panne.

Divennero sempre più performanti, ed i loro Piloti pure. Per farla breve, una rapida evoluzione trasformò i mammouth in gazzelle, ed i camion divennero una categoria a sé stante, tanto  veloci da insidiare persino le auto in gara. Arrivarono i prototipi, terrificanti navi del deserto difficili da guidare, affascinanti, anche pericolose. E così è oggi. Ogni camion è un servizio di assistenza relativamente veloce, ma anche i prototipi più performanti portano sempre dentro il loro ventre almeno qualche ricambio per qualcun altro, conservando le tracce filogenetiche dell’evoluzione della specie.

Abbiamo già presentato la formazione degli Unimog del Team Orobica di Giulio Verzeletti, che schiera un altro personaggio del Mondo dei motori, l’ex Pilota di Formula 1 Alex Caffi. Su di loro torneremo, così come torneremo sull’avventura di Claudio Bellina e del suo Ginaf e di un francese particolarmente vicino alle nostre storie, Marco Piana, ma ora veniamo al “sodo”.

I Camion, gli elefanti del deserto che animano la fantasia più sfrenata della Dakar. Strano i camion in una corsa, no? No, non alla Dakar. Se non ci fossero stati sin dall’inizio questi bestioni, molto probabilmente non ci sarebbe stata neanche la Dakar


Il Camion Campione in Carica è l’IVECO di Gerard De Rooy, olandese figlio d’arte, che si ripresenta con immutate ambizioni e possibilità, ed è già in testa alla corsa. Ma subito alle spalle di De Rooy c’è, ancora con un IVECO che corre nello stesso Team De Rooy-Petronas, l’equipaggio Miki Biasion, Umberto Fiori e l’olandese Michel Huisman.

Buon compleanno Miki Biasion

Miki Biasion è un autentico, contagioso mito. È quel tipo di sportivo che suscita un’enorme invidia, ma che sa gestire le proprie doti atletiche, agonistiche e umane in modo così semplice che alla fine quello che invidi è proprio l’uomo. Un uomo con i motori nel sangue.

Un amico comune mi racconta del giovane Miki Biasion e Bassano del Grappa, la città che ha dato i natali a Miki nel 1958. Andava in motorino e già faceva venire la pelle d’oca con le sue impennate. La sua specialità, che gli amici e i passanti erano soliti seguire come uno spettacolo riservato a loro, era quella di seguire i pullman in equilibrio… dinamico sulla sola ruota posteriore, attaccato, quasi incollato alla coda del bus, con la gente dentro che seguiva inorridiva o andava in delirio, a seconda dell’interpretazione data allo spettacolo. Se uno gli chiedeva cosa poteva succedere se l’autobus frenava, Miki rispondeva che… avrebbe frenato anche lui.

Non solo auto

Incoscienza perfetta … o precoce consapevolezza del propri, innati mezzi. Qualcuno ricorda Miki campione di sci a sedici anni, qualcun altro campione di motocross del Triveneto un paio di anni dopo, e poi ventenne promessa italiana dei Rally, ma tutti conoscono e ricordano la storia avvincente della sua epopea nei Rally WRC, sempre al fianco di un altro mito, il compaesano e di un anno più “vecchio” Tiziano Siviero, che è anche e soprattutto l’ultima grande storia del Marchio Lancia e della sua massima performance sportiva moderna.

Il 1985 è l’anno della consacrazione, con due vittorie al Costa Brava e in Grecia, l’’86 l’anno dell’ingresso nella Squadra ufficiale Martini e della prima vittoria Mondiale in Argentina, l’87 di Montecarlo, Argentina e Sanremo, e finalmente il 1988, con il primo Mondiale vinto con la delta Integrale, e il 1989 del secondo Titolo.

Miki Biasion è un autentico, contagioso mito. È quel tipo di sportivo che suscita un’enorme invidia, ma che sa gestire le proprie doti atletiche, agonistiche e umane in modo così semplice che alla fine quello che invidi è proprio l’uomo


Dieci anni dopo Miki Biasion si “ammala” d’Africa ed è due volte vincitore della Coppa del Mondo con l’IVECO, e la storia attuale continua con l’era Mitsubishi, la rocambolesca Dakar del 2004, fuori quando era al comando della corsa per uno spettacolare incidente, l’esperimento Panda del 2007 e la Dakar del 2008 di nuovo sul Camion, di nuovo ritirato per un problema tecnico. Storie di Rally, di Rally-Raid, di Dakar, intercalate da esperienze di vario tipo come la Mille Miglia Storica.

L’anno scorso Biasion terminò la Dakar al sesto posto, con tre vittorie di tappa, ed è legittimo considerare Miki uno dei favoriti alla corsa di quest’anno. Con Fiori e Huisman, Biasion, alla settima Dakar, è il “comandante dell’IVECO New Trakker Evolution 2, una “bestia” di nove tonnellate con un motore di quasi tredici litri di cilindrata e una potenza di 600 kW, pari ai “vecchi” 840 cavalli.
Biasion è uno dei favoriti, e la sua storia spinge le sue quotazioni in alto. Pilota eclettico e sempre fortissimo, Miki è sempre arrivato dove ha voluto. Quale giorno per indirizzargli il nostro più forte In Bocca Al Lupo? Oggi, sette gennaio, giorno del suo compleanno!

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