Dakar 2016, Peterhansel: “Ritirarmi? Dakar 2017 ancora con Peugeot!”

Dakar 2016, Peterhansel: “Ritirarmi? Dakar 2017 ancora con Peugeot!”
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Sei Dakar in Moto e, ora, sei anche in Auto. Monsieur Dakar è un esempio di iper specializzazione del genere umano, evoluto sulla base di un moderno strumento di prevaricazione, lo Sport. Vincente assoluto, il nuovo record è arrivato con la Peugeot 2008 DKR.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
18 gennaio 2016

6 Agosto 1965, Vesoul. È forse l’unico dato che può sfuggire della qualità e dello spessore del personaggio Stephane Peterhansel. Poi numeri, episodi e record si rincorrono a mucchi in un’escalation senza precedenti. Stratosferica, unica, emozionante come un insieme esplosivo. La sua prima Dakar è del 1988, scelto da Jean-Claude Olivier che gli assegna l’unica moto che lo seguirà in tutte le vittorie a due ruote, la Yamaha. È 18°, con una vittoria di Tappa. Prima, il giovane Stephane, è stato Campione di Francia di Skatebord, poi di Enduro, sempre spinto da un unico sponsor, suo padre, che lo ha spinto anche nella sua primissima parte della carriera quando, minorenne, lo faceva corre clandestinamente con il proprio nome. Nel 1989, alla Dakar è quarto, con sei vittorie di Tappa, ma si perde insieme a Franco Picco e vince Gilles Lalay. Fuori corsa nel 1990, nonostante una vittoria di tappa, nel 1991 arriva la consacrazione. Peterhansel vince la 13ma Parigi-Tripoli-Dakar, e si ripete nelle due edizioni successive, ’92 e ’93. L’edizione del 1994, la prima di ASO affidata a Fenouil, da Parigi a Dakar e ritorno, è la terza vittoria di Edi Orioli, unico Pilota che sia riuscito a contendere a Stephane la vittoria della Dakar. Peterhansel torna al successo nel 1995, e nel 1996, in testa alla corsa, è fermato da un pieno di… gasolio e deve cedere la vittoria, nuovamente, a Orioli. La quinta vittoria, che uguaglia il record di Cyril Neveu, arriva nel 1997, e la sesta, imbattuto record di vittorie alla Dakar in Moto, arriva l’anno successivo, l’ultimo che vede impegnato Peterhansel sulla Yamaha e nella categoria. L’anno successivo, “consigliato” anche da una tendinite alla mano, Peterhansel decide di passare alle Auto. 7° nel 1999, secondo nel 2000 con un proprio Team e con il prototipo di un’auto costruita apposta per lui, la francese Mega. Ma la prima vittoria arriva nel 2004, bissata l’anno dopo. Due vittorie di fila anche nel 2012 e 2013. Il secondo posto “forzato” del 2014 è probabilmente nel pacchetto dei motivi che portano Stephane Peterhansel alla corte di Peugeot, che nel frattempo ha segretamente progettato la 2008 DKR a due ruote motrici, con l’intento di vincere la Dakar in tre anni. Succede, invece, già nel 2016 con la 2008 DKR16. Peterhansel uguaglia il proprio record in Moto anche con le… Auto, e raggiunge quota 12 sul tetto della Dakar. la prima vittoria è arrivata a 25 anni, l’ultima in ordine di tempo un quarto di secolo dopo. Peterhansel ha partecipato a 27 edizioni della Dakar, vincendone 12. Una discreta media, “vi voglio di dire!”. Formidabile, tutti dovrebbero conoscere Stephane Peterhansel, per scoprire che pasta d’uomo è il Fuoriclasse dei Fuoriclasse.

Bravissimo, eccellente, commovente. Da non credere, da far fatica a realizzare in pieno. Succede anche a te, almeno un pochino?

«Di già è una gran bel sollievo. Quando corri, anche se sei vicinissimo, c’è moltissimo stress. Il traguardo sembra sempre più lontano, sempre incerto, quasi indistinguibile. Ora è “arrivato”, è fatta, il traguardo è passato ed è la vittoria. E allora allo stress subentra molta soddisfazione, una grandissima soddisfazione che gonfia ogni attimo che passa sedimentandosi in una vera e propria felicità. E poi c’è un senso di fierezza. Mi sento fiero di aver portato all’obiettivo Peugeot, giusto dopo due anni del programma di tre. Peugeot che ha realizzato un Progetto specifico importante, e mi ha dato la possibilità di parteciparvi. Mi da un enorme piacere poter essere io a portar a Peugeot e a Bruno Famin, che ha diretto l’intero programma, la vittoria per cui tutti abbiamo lavorato così duramente. Sono fiero, è la sensazione del lavoro ben fatto, ben portato a compimento.»

Ho forse fortuna? Ho forse un po’ di talento? Sai cosa voglio dire, una dote che mi è capitata, così, in regalo?

E il fatto di ottenere questo benedetto 12° successo, diventato negli anni una specie di riferimento a cui tutti ti dipingevamo “obbligato” ti toglie un po’ di stress anche questo?

«Sì, dodici vittorie, la prima l’ho ottenuta in moto all’età di 25 anni, con la Squadra di Jean-Claude Olivier. L’ultima in ordine di tempo, la 12ma, arriva un quarto di secolo più tardi, ancora con una Squadra francese ma con una Macchina francese. No, non è stress, non dovevo in fondo dimostrare molto, ma ci tenevo, ovviamente, e posso dire che è un evento che da una sensazione speciale, ancora il sentimento di una vittoria davvero speciale.»

Una bella carriera, un “discreto” curriculum…

«Beh, in effetti si tratta di una carriera lunga venticinque anni, con una media di successo vicina al 50 per cento. Credo che sia stato eccezionale poter rimanere al top un una disciplina così complicata, impegnativa e difficile, per tutto questo tempo. Accidenti, è un quarto di secolo!»

E come ti spieghi questa incredibile longevità. Ti sei posto la domanda?

«Non lo so. Ho forse fortuna? Ho forse un po’ di talento? Sai cosa voglio dire, una dote che mi è capitata, così, in regalo?»

Sì bravo, adesso non sei tu il protagonista della Storia ma Babbo Natale…

«No lo so, si vede che è una cosa che si può coltivare un poco, mantenere. In ogni caso l’insieme e il risultato finale è molto bello. Non è la prima volta che vinco, ma mi commuove.»

È stato bello guidare la 2008 DKR, vincere con Peugeot e far vincere Peugeot 25, 26 anni dopo, ed è stato emozionante vincere con una macchina francese

Ci credevi, quando sei partito con la 2008 DKR che, diciamocelo, è nuova anche quest’anno? Come l’hai sentita man mano che i giorni passavano?

«Guarda, ci credi sempre, ci devi credere se fai questo mestiere. E ciò nonostante sono rimasto sorpreso, positivamente molto sorpreso. Molto positivamente. Sono rimasto sorpreso delle prestazioni della “nostra” Macchina già nella prima settimana. E sono rimasto sorpreso, ancor più positivamente, dell’affidabilità dimostrata. Al riguardo avevo ancora qualche dubbio, mi scuserete, ma come dici tu la Macchina era di nuovo… nuova, giovane. Una sintesi felice: sono state solo buone sorprese!»

Non vorrei porti la stessa domanda, ma te l’hanno fatta altri e ti chiedo cosa hai risposto. Smetterai, adesso che hai centrato l’obiettivo primario della carriera, o continuerai?

«Come ti dicevo, in questa vittoria ci sono belle sorprese e una certa fierezza. È stato bello guidare la 2008 DKR, vincere con Peugeot e far vincere Peugeot 25, 26 anni dopo, ed è stato emozionante vincere con una macchina francese. Non lo so, in effetti, adesso lasceremo passare i giorni, le settimane, ma se dovessi dire una cosa oggi, direi solo che ho provato molto piacere a stare al volante di questa Macchina per queste due settimane, è stata davvero un’esperienza fantastica, e quindi “sono costretto” a pensare che l’anno prossimo molto probabilmente sarò ancora qui!»

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