Dakar 2017, Il Viaggio. Il Miraggio dell’Acqua - quinta puntata

Dakar 2017, Il Viaggio. Il Miraggio dell’Acqua - quinta puntata
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Piero Batini
  • di Piero Batini
La quinta puntata del racconto della nostra Dakar 2017, un viaggio entusiasmante, unico, con un grande “veliero” e il contagioso timone di fantasia di Mr. Franco!
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
27 luglio 2017

Asuncion, Paraguay, 29 Dicembre 2016. Il Paseo del Arte è l’albergo-casa nel quartiere residenziale de Las Carmelitas costruito dal proprietario, l’architetto artista Hugo Bogado, che l’ha realizzato lasciando libera la fantasia di prevalere sulla professione. All’inizio utilizzato come atelier, poi come galleria d’arte, infine è l’hotel tappezzato di testimonianze di artisti paraguaiani. Il risultato è straordinario. Luogo incantevole, sereno, gestito da brava gente.

È il bello e il valore aggiunto di Booking, che con un po’ di pratica e di fortuna ti consente di trovare ospitalità a misura del tuo umore e delle tue tasche, e soprattutto di rifuggire dalla logica trasformista e impersonale dei grandi hotel. Una volta ti va bene, una benissimo, una ti accontenti. Alla media dell’esperienza Booking va aggiunta quella volta che va storta e il posto è orribile o inospitale al punto da istigarti alla fuga. In questo caso e all’inizio del viaggio, il Paseo del Arte è una sistemazione perfetta e beneaugurale. Passo il pomeriggio a “personalizzare” la 3008, a orientarmi sui punti cospicui della Dakar, il luogo delle verifiche, il “bivacco” che già pullula di “sfaccendati”, faccio un largo giro per la Città per rendermi conto, e mi immergo nella variante del “programma” originale proposta da Mr. Franco. Il viaggio alle cascate di Iguaçu.

Il giro della Città è interessante, come per tutte le grandi metropoli più per i suoi contrasti, centro storico e moderne iterazioni si fondono e sovrappongono, coloniali e grattacieli, borgate downtown inquietanti e lungo… mare ariosi e… Dakariani. La Muy Noble y Leal Ciudad de Nuestra Señora Santa María de la Asunción, per brevità Asuncion, 500 mila abitanti in centro e oltre un milione e mezzo con i dintorni conglobati, è adagiata sulla riva sinistra del caldo e umido, ma anche vitale fiume Paraguay. Tra le città più antiche del Sud America, è il centro da cui sarebbero partite le “missioni” che hanno portato alla fondazione di altre città, tra cui, dicono, Buenos Aires. “Dicono”, perché una cosa è arrivare e mettere su quattro palafitte, e un’altra è fare di un villaggio una capitale. Come si sa bene, la storia è spesso intrisa di sovrapposizioni di ruoli e di fortune, per cui prendiamo per buona l’idea della Citta estesa su sette colli come Roma e come tale a capo di una Storia.

Dal lungofiume la skyline è quella di una metropoli, una linea spezzata di alti palazzi, dall’interno si passa da un quartiere all’altro come da un borgo a un villaggio, da un paese antico a una cittadina che si da arie di modernità, da un sobborgo ai centri politici e della finanza costellati di grattacieli

Il lungomare è in realtà un lungo… fiume, visto che Atlantico e Pacifico sono lontani migliaia di chilometri oltre il Brasile ad Est, e migliaia ad Ovest oltre Argentina e Cile. Basta tuttavia un poco di foschia per non riuscire ad intravedere la riva destra dell’immenso fiume, le cui acque nascono in Brasile e si mescolano a quelle del Paranà dopo una corsa di oltre 2.500 chilometri, prima di gettarsi nell’Oceano argentino, ed avere la sensazione di essere affacciati sul mare. Una sensazione accentuata dalla Baia di Asuncion e dalla spiaggia di Costanera. Dal lungofiume la skyline è quella di una metropoli, una linea spezzata di alti palazzi, dall’interno si passa da un quartiere all’altro come da un borgo a un villaggio, da un paese antico a una cittadina che si da arie di modernità, da un sobborgo ai centri politici e della finanza costellati di grattacieli. Tutto è mescolato, ravvicinato, un po’ caotico tra viuzze lastricate di sassi di fiume e otto corsie asfaltate, disordinato e mai più riorganizzabile. Crescita e urbanizzazione, e conservazione dello storico, non sempre sono andati d’accordo, ma il risultato è gradevole, universalmente metropolitano tra i palazzi e i centri commerciali, accogliente, caratteristico e di carattere nelle zone residenziali più vecchie e curate come quella del nostro Hotel.

Asuncion, e il Paese di conseguenza, vive una situazione particolarmente favorevole, grazie all’attività del porto fluviale e all’interessante regime fiscale che incentiva gli investimenti stranieri nel Paese. Un basso profilo di “prelievo” fiscale, tema che noi non conosciamo, e poche ma “sane” regole tese a favorire l’integrazione tra investitori e operatori locali, permettono ad Asuncion e all’intero Paraguay di vivere giorni di grandi ottimismo e serenità sociale, generando un’atmosfera positiva che risulta palpabile e contagiosa.

Turismo in crescita, la Città brulica di attività e di vita, e il gran caldo di gennaio, 40 gradi come ridere con una temperatura percepita che a causa dell’umidità è da ribollita, consiglia di muoversi dopo l’imbrunire per rinfrancarsi e incontrare il meglio di quell’ottimismo

Turismo in crescita, la Città brulica di attività e di vita, e il gran caldo di gennaio, 40 gradi come ridere con una temperatura percepita che a causa dell’umidità è da ribollita, consiglia di muoversi dopo l’imbrunire per rinfrancarsi e incontrare il meglio di quell’ottimismo. Dal Paseo del Arte, pochi passi e si è nel centro della serata, tra bar e ristoranti, tutto in gran parte all’aperto e con i tavolini fino in mezzo alla strada. La musica è quella della tradizionale Arpa Paraguaya, indimenticabile, e la cena può andare dritta al cuore della bistecca. In Paraguay dicono che la loro carne è la migliore del Mondo, perché il bestiame vive libero all’aperto e si nutre di vegetazione incontaminata, al contrario, dicono sempre loro, delle bestie argentine che vivono in cattività e sono nutrite “scientificamente”. Meglio lasciarsi alle spalle il dilemma. In Argentina dicono il contrario, ovvero la stessa cosa svilendo la qualità paraguaiana ed esaltando la propria. Ogni scarafone è bello a mamma sua, di qua e di là dal confine la carne è squisita, generosa, poco costosa e servita con grande cura e atmosfera, il piacere è totale, e se proprio dovessimo occuparci di una Coppa America della bistecca allora bisognerebbe ricordarsi del Texas, dell’Australia e, prima di tutto, del Brasile e del suo leggendario churrasco. Che, certamente, non ci siamo fatti mancare nel viaggio lampo alle cascate in Brasile, dalla picana fino all’ananas allo spiedo spolverato di cannella, e via per un altro ciclo vitale.

È una fase di studio. La Dakar è stata perfettamente “localizzata” e può attendere. La priorità si chiama Iguaçu! Il viaggio è stato solo deciso, ma non organizzato in nessuna sua parte. Inizialmente intendevo andarci con la 3008, ma poi mi ha preso un attacco di premura e ho dato retta alle presunte difficoltà burocratiche per farla passare in Brasile e rientrare in Paraguay. Asuncion, Ciudad del Este, Foz do Iguaçu, sono circa 500 chilometri, sempre trafficati. Un piccolo incidente soltanto, e a saltare sarebbe l’intera “missione”. Si potrebbe andare in aereo, quaranta minuti e 200 euro circa, ma da Ciudad del Este si deve tornare al trasporto su ruote e si affaccia una occasione di integrazione perfetta. Mi viene in aiuto Mara, un’architetta brasiliana che incontro a colazione al Paseo del Arte. Dopo aver lavorato nel miglior Brasile post rivoluzione, è ad Asuncion dove ha portato la sua creatività in uno di quegli investimenti di cui si parlava poc’anzi, e si divide tra Porto Alegre, Foz do Iguaçu e la Capitale paraguaiana. Quando è ad Asuncion dimora al Paseo. Mi racconta e fuga tutti i miei dubbi: si andrà con la “corriera”.

Foto: Piero Batini - Nikon

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