Dakar 2017, Il Viaggio. Il Miraggio dell’Acqua - seconda puntata

Dakar 2017, Il Viaggio. Il Miraggio dell’Acqua - seconda puntata
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Piero Batini
  • di Piero Batini
La seconda puntata del racconto della nostra Dakar 2017, un viaggio entusiasmante, unico, con un grande “veliero” e il contagioso timone di fantasia di Mr. Franco!
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
6 luglio 2017

Le Havre, Francia, 24 Novembre 2016. Il Viaggio è iniziato molto tempo prima, e prima ancora. La prima parte, un viaggio vero e proprio travestito da trasferimento, è quello necessario per portare la nostra Peugeot 3008 da Milano a Le Havre, dove sarà imbarcata sul cargo Grande Francia per attraversare l’Atlantico. È un lento viaggio-tournée europeo. Interessante, curioso. La Peugeot 3008 è appena stata eletta Auto dell’Anno, e ogni sosta è un incontro con i suoi fans.

Al Monte Bianco, di notte, ho appena iniziato a scoprire tutto quello che c’è in questa Macchina. Mezzanotte e dintorni, neve dappertutto, passato il confine italo-francese ma distratto dalla scoperta del massaggio shiatsu dei sedili, dimentico la carta di credito nella fessura mangiasoldi del distributore. Lo “percepisco” cinquanta chilometri più avanti. Non vale neanche la pena bestemmiare, troppo stupido, torno indietro. È ancora lì, nella slot dell’automatico.

Attraverso la Francia sfrecciando solitario nella notte. Solo l’illuminazione delle autostrade e le luci tenui e codificate della “dashboard” nel “cockpit”. Come Le Mans, come al comando di un aereo

Tutti a dormire, attraverso la Francia sfrecciando solitario nella notte. Solo l’illuminazione delle autostrade e le luci tenui e codificate della “dashboard” nel “cockpit”. Come Le Mans, come al comando di un aereo. Pare proprio. Curiosità. Mi fermo ai distributori, più caffè che benzina. Accanto a me parcheggia una Bentley un po’ sportiva, cattiva. Il gestore esce dalla stazione e si avvicina. Quando è a metà tra le due macchine si indirizza deciso verso di me, vedo già il pilota dell’Inglese con una latta di benzina e lo zippo in mano. Il “benzinaio” mi chiede se può vedere da vicino la 3008. Piccole, grandi soddisfazioni della vita.

Posso aprire il bagagliaio?!? Sì, va bene. Vuole vedere il monopattino elettrico dedicato alla 3008. Devo ancora imparare. La Macchina non ha una chiave come la conosco io che vengo dalle Neiman e dal bloccasterzo. È un comando computerizzato che sta in tasca, e che abilità all’avvio quando sei dentro o vicino. Se ti allontani stacca tutto e inserisce l’immobilizer. Ogni volta scendo e chiudo le portiere con il telecomando, ma quando torno la Macchina è aperta. Ogni volta. Che succede? Realizzo 800 chilometri più avanti, quasi a Parigi. L’altra chiave, di scorta, è nello zainetto sul sedile posteriore, e inibisce la chiusura delle portiere. Ovvio. Tranquillo, nessuno osa violare una 3008 fiammante e regina dell’anno. Le fanno la guardia mentre approfittano per osservarla da vicino.

Ogni sosta è un racconto della Macchina, parlasse come in Cars non ci sarebbe bisogno neanche della mia limitata e inosservata presenza. Faccio l’interprete

Il 23 a Parigi c’è l’ultima presentazione della Dakar, ufficiale, di dettaglio, rituale. A parte l’assenza di Marc Coma, nessuna novità. Parcheggio in un quartiere del centro e mi avvio verso la metro. Arrivano i vigili, subito. Qualcosa non va? No, solo soppesare meglio i particolari della grande novità ammirata al salone dell’Auto della loro Città. A Le Havre, al caffè dove mi fermo per caffè e croissant, “faccio gente” attorno alla 3008, e quando la lascio al porto finisce la tournée. Ogni sosta è un racconto della Macchina, parlasse come in Cars non ci sarebbe bisogno neanche della mia limitata e inosservata presenza. Faccio l’interprete. Con i commissari di ASO alle verifiche amministrative preliminari della Dakar, documenti personali e della Macchina in un freddo cane, con quelli del check tecnico nell’immenso capannone-ghiacciaia, soprattutto le dotazioni obbligatorie di sicurezza, con il guardiano alla garitta, l’ultimo filtro. Finalmente lascio la 3008 sul piazzale-banchina, sconfinato, e consegno le chiavi al responsabile dell’Organizzazione che le “trasmetterà” al suo omologo di Buenos Aires. Guarda le chiavi, mi squadra sovrappensiero e sognante. Magari è solo assiderato dalla Tramontana gelata, ma si direbbe che ha preso il gesto come se gli stessimo regalando la nostra “nave” per la Dakar!

1.400 chilometri. È il 24 Novembre. Tra un mese è Natale. Tra un mese e una settimana parte la Dakar Paraguay-Bolivia-Argentina. Tra tre mesi saremo ancora lì, stesso porto, stessa banchina, per recuperare la nostra Macchina.

Foto: Piero Batini – Nikon

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