D’Arrigo: «Benzina e lubrificanti Petronas fondamentali per la vittoria Mercedes in F1»

D’Arrigo: «Benzina e lubrificanti Petronas fondamentali per la vittoria Mercedes in F1»
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Petronas si è trasformato in vero e proprio partner tecnico del team Mercedes AMG. Ma quanto ha pesato il supporto del colosso malese nel trionfo della squadra tedesca in F1? Ce lo ha spiegato Giuseppe D’Arrigo, Regional Head of Europe Petronas
  • Matteo Valenti
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27 novembre 2014

La stagione di Formula 1 2014 si è conclusa con l'assoluto trionfo della Mercedes AMG. La lotta per il Mondiale è stato sostanzialmente solo tra i compagni di squadra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, che hanno combattutto ad armi per tutta la stagione, giocandosi il Titolo fino all'ultima corsa. Alla fine le Frecce d'Argento hanno chiuso con quasi 300 punti di vantaggio in classifica rispetto al primo inseguitore e le cose non sembrano destinate a cambiare poi molto il prossimo anno, quando la Mercedes rimarrà comunque l'auto da raggiungere e battere in pista, mentre tutti gli altri inseguono.


Il merito di questi risultati strabilianti va senza dubbio ai tanti (700!) tecnici di Brackley, dove nascono telai e aerodinamica, ma anche agli uomini (qui sono circa in 500) di Brixworth, dove è stato sviluppato il micidiale V6 turbo ibrido della W05, un vero capolavoro di tecnologia che si è dimostrato fin da subito una spanna sopra agli altri propulsori (Ferrari – Renault). La macchina da guerra messa in campo quest'anno dal Team Mercedes AMG però si è dimsotrata così perfetta e inscalfibile anche per merito di un altro, strategico, alleato. La Stella ha potuto contare infatti sul patronimonio tecnologico di Petronas, azienda nota in tutto il mondo per i suoi lubrificanti, che da semplice sponsor si è trasformato in un vero e proprio partner tecnico della squadra tedesca.

giuseppe d arrigo petronas
Giuseppe D’Arrigo, Regional Head of Europe Petronas

 

Per capire quanto abbia pesato questa alleanza strategica per la vittoria finale abbiamo parlato direttamente con Giuseppe D’Arrigo, Regional Head of Europe Petronas, che ci ha spiegato in che modo si è concretizzato il supporto del colosso malese durante lo sviluppo della monoposto.

 

Il Circus nel 2014 è stato rivoluzionato dall’introduzione dei nuovi motori turbo V6 ibridi a iniezione diretta. Come vi siete dovuti adeguare? Quali sono i margini di Petronas nello sviluppo di carburanti da competizione per la Formula 1?
«La stagione di F1 2014 ha vissuto forse la rivoluzione tecnica più grande mai vista dall’anno in cui è andato in scena il primo Gran Premio. L’obiettivo era trasformare l’efficienza energetica nel fattore chiave delle prestazioni. Per adeguarsi a questo cambiamento epocale Petronas ha progettato in stretta collaborazione con il Team Mercedes AMG una gamma di carburanti e lubrificanti personalizzati che forniscono un tangibile vantaggio competitivo in pista. E ci sono voluti tre anni di lavoro durissimo per giungere a questi risultati».

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Il carburante Petronas Primax è uno dei segreti del successo della Mercedes AMG W05


 «Siamo partiti da quello che ci chiedevano i regolamenti. Da quest’anno non si possono consumare più di 100 Kg di benzina durante una gara e il flusso di carburante al motore non deve superare una portata di 100 Kg/h. Per questa ragione la densità energetica del carburante è diventata un elemento cruciale per il miglioramento dell’efficienza. Ogni singolo componente del carburante deve essere selezionato tenendo sempre in mente quale potrebbe essere il suo contributo in termini di performance. La densità di energia, ovvero la quantità di energia contenuta in ogni singola goccia di carburante, è divenuta di fondamentale importanza. Poi abbiamo preso in considerazione le caratteristiche dei nuovi motori. Un’ unità turbo a iniezione diretta ha esigenze particolari per quanto riguarda le caratteristiche del combustibile: la miscela di molecole deve realizzare infatti un equilibrio ideale tra efficienza, potenza e pulizia. Quest’ultima è fondamentale per evitare la formazione di depositi negli iniettori del sistema di iniezione diretta».

Il travaso tecnologico fra i prodotti per le corse e per la strada resta uno degli obiettivi principali di Petronas

 
«A questo punto non ci è rimasto che mettere insieme tutte le tessere di questo mosaico. Così è nato il nuovo carburante Petronas Primax che, in pista, presenta un buon equilibrio di proprietà sviluppate molecola per molecola. È un carburante sofisticatissimo che riesce a bilanciare caratteristiche quali densità di energia, indice di ottano e volatilità, con un riguardo particolare per la pulizia degli iniettori senza trascurare la frazione obbligatoria di combustibile da fonti rinnovabili.  Il carburante Petronas Primax utilizza una formula molto avanzata che ottimizza il consumo di carburante, ne migliora la combustione, massimizza il rilascio di energia riducendone al minimo la perdita e consente in questo modo il raggiungimento di un’efficienza nettamente superiore».

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Petronas è diventato molto di più di uno sponsor per il Team Mercedes AMG

 
Le normative FIA impongono di utilizzare in F1 carburanti per certi aspetti simili a quelli che sfruttiamo tutti i giorni per muoverci in auto o in moto. Paradossalmente una F1 attuale funzionerebbe anche con la normale benzina che troviamo al distributore. Quanto travaso tecnologico può realizzarsi tra i carburanti per il mondo delle corse e quelli tradizionali?
«Si parla spesso di similitudini tra la normale benzina che troviamo alle stazioni di servizio. Le analogie naturalmente esistono ma bisogna precisare che nella benzina stradale di raffineria troviamo centinaia di  componenti mentre quella per la F1 è  infinite volte più raffinata visto che è formulata impiegando solo qualche decina di componenti. Rimangono comunque delle affinità. Il regolamento infatti vuole che la benzina di tutti i giorni sia un punto di riferimento. In poche parole i carburanti della F1 devono contenere anche delle componenti che si trovano normalmente nelle benzine commerciali e non devono fare ricorso a specifici composti chimici per incrementare la potenza. Non a caso il nostro slogan è “dalla pista alla strada”: il travaso tecnologico fra i prodotti per le corse e per la strada resta uno degli obiettivi principali che hanno portato Petronas a passare dal ruolo di sponsor a quello molto più prestigioso di partner tecnico di un vero e proprio team di Formula 1».

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Lo studio sui lubrificanti permette di influenzare direttamente le prestazioni erogate dal motore

 
La vera sfida in Formula 1 si gioca più sui lubrificanti che sui carburanti. Quanto riuscite a fare la differenza in questo campo? E' vero che giocando sulla viscosità ed altri parametri dell'olio motore  si può ottenere un incremento significativo della potenza su una monoposto da Formula 1?
«La progettazione del motore e dell’olio sono per forza di cose correlate e non è possibile portare avanti lo sviluppo di questi due aspetti in modo disgiunto. Per questo Petronas concentra la sua sfida sui lubrificanti, ancora più che sulle benzine. Una sfida ancora più interessante perché i requisiti dei lubrificanti e degli oli imposti dal regolamento sono simili a quelli prodotti per i veicoli da strada. E molto più che nel caso dei carburanti. Lo stesso know-how tecnico da cui provengono i lubrificanti utilizzati nelle vetture di Lewis Hamilton e Nico Rosberg è applicato ai lubrificanti per le auto da strada. In questo senso possiamo veramente dire che la Formula 1 è il nostro banco di prova. Ci permette di sviluppare oli personalizzati per situazioni estreme e impegnative in modo da realizzare poi lubrificanti di livello superiore anche per le autovetture di serie».

Abbiamo fuso le nostre competenze per dare vita alla monoposto ibrida più competitiva di questa stagione

 
«La ricerca sull’olio è stata più libera perché non sono state imposte particolari restrizioni regolamentari. Tutte le tecnologie avanzate disponibili sul mercato possono essere applicate all’olio motore o a quello trasmissione generando un potenziale di sviluppo illimitato nell’ambito della formulazione degli oli. La viscosità è il parametro essenziale in quanto il nostro compito primario è quello di ridurre l’attrito tra le superfici metalliche. In questo modo possiamo ottimizzare l’erogazione della potenza e incrementare l’efficienza generale del carburante, con effetti positivi sulla riduzione dei consumi e sulla prevenzione di guasti ed usura sulle parti in movimento del motore. La differenza qui la facciamo grazie alla sinergia generatasi tra il lavoro quotidiano svolto dal nostro team di ricercatori che sviluppano e testano le formulazioni in base ai requisiti fissati da Mercedes e il gruppo di tecnici di Brixworth e Brackley».

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Se Nico Rosberg e Lewis Hamilton non hanno avuto veri rivali è anche merito dell'enorme lavoro di ricerca svolto da Petronas

 
I motori hanno cubature sempre più ridotte, sia sulle auto di serie che in F1. Si utilizza quindi sempre meno olio, specialmente rispetto ad alcuni anni fa quando una Formula 1 aveva qualcosa come 12-15 kg d'olio a bordo. In prospettiva Petronas non rischia di vedere ridotto il suo business nei lubrificanti, visto che ne serviranno sempre di meno?
«La tecnologia di Petronas non si limita all’applicazione sulle monoposto di F1 piuttosto che sulle auto di serie. Le nostre competenze spaziano in tutti i settori, dall’industria all’agricoltura. E la grande qualità dei nostri lubrificanti implica un intenso e impegnativo lavoro di studio e ricerca che in futuro porterà ad un bisogno sempre maggiore di risorse. Del resto l’obiettivo rimane sempre quello di progettare oli sempre più avanzati. Siamo convinti dell’importanza strategica dell’investimento nella ricerca per continuare a crescere. Puntiamo con forza sull’alta qualità, perché anche in questo campo qualità è sinonimo di risparmio e di efficienza. Questo approccio è fondamentale non solo in pista con le vetture di F1 ma anche sulle auto che le persone usano tutti i giorni per andare al lavoro».

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Anche il Centro di Ricerca Petronas italiano ha contribuito alla vittoria finale

 
Mercedes dopo stagioni difficili quest'anno ha dato una prova di forza senza precedenti, conquistando un Titolo Costruttori più che meritato, con più di 200 punti di vantaggio sugli inseguitori. Quanto ha pesato il lavoro di Ricerca&Sviluppo di Petronas in questa straordinaria vittoria?
«Tantissimo. Nell’aggiudicarsi il Campionato Mondiale Costruttori, Mercedes ha raggiunto un traguardo storico e lo ha fatto insieme a Petronas, attraverso una collaborazione strettissima. Il segreto del nostro successo credo sia la filosofia Petronas Fluid Technology Solutions, un approccio intelligente che massimizza le performance grazie all’offerta di prodotti realizzati su misura e servizi specialistici. Mercedes e Petronas hanno collaborato in maniera sinergica dall’inizio alla fine. Abbiamo fuso le nostre competenze per dare vita alla monoposto ibrida più competitiva di questa stagione, superando di gran lunga i più temibili rivali. E non era mai accaduto prima nella storia della Formula 1 che un motore e la sua linfa vitale venissero sviluppati in maniera così stretta». 

Posso dire con orgoglio che c’è anche un po’ d’Italia in Petronas

 
Petronas è un colosso mondiale ma all'interno di questa azienda si parla anche italiano, grazie alla sede di Villastellone in provincia di Torino. Quanto pesa il lavoro della divisione italiana all'interno del Gruppo?
«Sì, posso dire con orgoglio che c’è anche un po’ d’Italia in Petronas. A Torino, e più precisamente a Villastellone, sorge l’headquarter italiano ed europeo di Petronas Lubricants International, nonché la sede mondiale nel campo della ricerca e dello sviluppo. Qui lavorano circa 500 persone, si tratta del più grande sito produttivo europeo, con una capacità di circa centomila tonnellate. A Villastellone non viene seguito soltanto il mercato europeo ma anche altri mercati che hanno prodotti con specifiche simili, dall’Australia all’America del Sud per arrivare sino all’Africa. E sul fronte commerciale, i nostri prodotti sono distribuiti in tutto il Paese, per cui abbiamo delle zone di vendita con agenti e distributori che operano sull’intero territorio nazionale».

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Ormai è un legame fortissimo quello che lega Petronas a Mercedes e alla F1

 
Anche l'Italia ha contribuito al successo in F1? 
«E’ inevitabile che anche l’Italia abbia contribuito al nostro successo. Ci sono tecnici italiani che lavorano a stretto contatto con la sede di Brackley, in Inghilterra, e con gli altri siti produttivi dove si progetta  la powertrain. Ma la sede italiana lavora anche con il laboratorio mobile Petronas che segue tutte le tappe del Mondiale direttamente nel Paddock di ogni GP. Questa struttura mobile è utilissima per noi perché ci permette di fornire informazioni in tempo reale alla squadra e al nostro centro ricerche di Torino che può in un secondo momento apportare modifiche necessarie per la gara e per i successivi sviluppi del lubrificante. Le persone dedicate alla F1 sono impegnate sia nella fase di ricerca sia nel supporto operativo. A Villastellone per le formulazioni, nei centri Mercedes per le attività di testing e miglioramento delle specifiche e in pista per il controllo delle performance in condizioni reali».

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Il Team Mercedes AMG Petronas ha chiuso con quasi 300 punti di vantaggio in classifica sul primo inseguitore

 
Possiamo dire però che in Petronas si parlerà sempre più in italiano. Avete già annunciato infatti un investimento molto importante in Italia per creare un nuovo polo di ricerca. Una vera notizia, dal momento che ormai si contano sulle dita di una sola mano le aziende straniere che scelgono il nostro Paese per lanciarsi in nuove avventure industriali.... Ci può raccontare di che si tratta?

«In un periodo di forte crisi economica il fatto che si sia deciso di investire proprio nel nostro Paese dimostra quanto sia profonda la fiducia nelle nostre tecnologie e nell’eccellenza delle menti che lavorano qui. Il nuovo polo di Ricerca e Sviluppo Petronas che sorgerà a Villastellone sarà pronto entro la fine del 2016 e ambisce a diventare il simbolo dell’avanguardia italiana ed europea nel campo dei lubrificanti. Un perno centrale attorno a cui ruotano 14 Paesi al mondo con oltre mille dipendenti in Europa. Sarà il centro mondiale per la sperimentazione di nuovi prodotti utili ai principali Costruttori con cui vogliamo rafforzare sempre di più i nostri rapporti».
 

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