F1: Ferrari, dopo Singapore i problemi non sono finiti

F1: Ferrari, dopo Singapore i problemi non sono finiti
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Paolo Ciccarone
Dopo la débâcle di Singapore la Ferrari deve reagire. Ecco quali saranno i punti focali di fine stagione
19 settembre 2017

Singapore? I problemi non sono finiti. Infatti per la Ferrari ci sono due grossi punti interrogativi. Il primo è: il terzo motore usato da Vettel e che ha preso una gran scaldata al via con l'incidente multiplo, è in grado di reggere oppure i danni sono stati irreparabili? Un bel rebus a Maranello visto che con la quarta unità dovrebbero fare 6 GP senza correre il rischio di penalizzazioni per la sostituzione del propulsore, oppure rischiare l'affidabilità del motore numero 3 in gara col rischio di un clamoroso ritiro?

E poi c'è la spada di Damocle sulla testa di Vettel, perché se è vero che i commissari sportivi non hanno emesso alcuna sentenza, è anche vero che qualcuno, fra i giudici, aveva cominciato l'analisi contro Vettel alla voce "causing a collition..." ovvero ha provocato un incidente! Se Vettel fosse finito sotto esame per questo, avrebbe dovuto saltare una gara e col mondiale in gioco nessuno se l'è sentita di farlo, quindi chi accusa Verstappen dovrebbe almeno accendere il cervello prima di farlo. Al proposito riportiamo le parole a caldo di Raikkonen appena accaduto l'incidente al via: "Ma che caz..hanno combinato quei due? E' ridicolo...". Ha usato il plurale e ha detto cosa hanno combinato, come dire che è stato coinvolto nel mucchio non che l'abbia provocato.

Adesso, però, sono altri gli scenari che si aprono... Che fare adesso che il mondiale è in salita? Per prima cosa non farsi prendere dal panico e continuare gli sviluppi della macchina, che su alcune piste è nettamente superiore alla Mercedes. Seconda cosa, chiedere a Raikkonen quello sforzo supplementare per aiutare Vettel nella lotta mondiale. Terza cosa, la più importante, che non ci siano strascichi clamorosi dal punto di vista tecnico dopo Singapore. Perché ormai, dopo il disaster movie della partenza di Singapore, bisogna pensare e ragionare nell'ottica di squadra.

La Mercedes oltre a Hamilton in testa al mondiale con 28 punti di vantaggio su Vettel, a sei gare dalla fine, ha anche un Bottas che in giornata vince le gare e protegge il suo compagno di squadra, cosa che non sempre è riuscita a Raikkonen. Le prossime gare saranno particolarmente stressanti sotto questo aspetto, a partire proprio dalla Malesia. A Sepang la pista è a favore della Mercedes, per cui la Ferrari potrebbe essere in affanno e se Hamilton finisce ancora davanti a Vettel, il vantaggio potrebbe diventare tale da poter essere gestito senza problemi.

Sepang è pista in cui la Red Bull potrebbe fare da ago della bilancia nel caso dovesse piovere, come accaduto a Singapore, anche se il motore Renault non è al livello di quello Ferrari. Sarà quindi la gestione del terzo incomodo la vera incognita delle prossime gare, perché da quello che si è visto la Red Bull non è al livello della Mercedes ma può dare fastidio alla Ferrari. Sperare che Verstappen, se non fa botti al primo giro (4 incidenti in questa stagione) o in Ricciardo che possano mettersi davanti alle Mercedes è prematuro e irreale. A Singapore Ricciardo, che ha concluso al secondo posto, in prova aveva un passo superiore ad Hamilton, ma poi in gara non è riuscito a impensierirlo anzi ha dovuto pure difendere il secondo posto dalla rimonta di Bottas.

Da parte della Ferrari, oltre allo sviluppo tecnico della vettura, devono lavorare sulla mente di Vettel. Metterlo tranquillo e sereno, perché in quelle condizioni è uno dei più forti in assoluto, mentre se appena ha un dubbio, diventa vulnerabile. Cosa che la Ferrari deve assolutamente evitare

Ecco che l'ago della bilancia, la Red Bull, potrebbe giocare contro la Ferrari, a meno che Raikkonen non spinga (o venga messo) nella situazione di dare un valido supporto a Vettel. In Ungheria lo ha fatto alla grande e così anche a Montecarlo, quindi l'operazione è fattibile. Quello che però farà la differenza è l'approccio mentale. Vettel è più debole di Hamilton sotto questo aspetto. Se l'inglese dalle difficoltà trae energia per darci dentro, Sebastian è più sensibile e magari commette errori. A Baku ha abboccato a una manovra estrema di Hamilton, con conseguente tamponata e penalizzazione (e la gara poteva essere vinta). A Singapore, dopo una esitazione al via, invece che pensare a limitare i danni a una partenza infelice ha pensato a ostruire Verstappen che al massimo gli avrebbe strappato una posizione alla prima curva ma non gli avrebbe impedito di tenersi Hamilton alle spalle, che era l'obiettivo primario.

La frittata conseguente, con Raikkonen nel mucchio incolpevole (unico a partire bene) è stata solo una sfortunata conseguenza di una piccola, ma determinante, indecisione. E quindi, da parte della Ferrari, oltre allo sviluppo tecnico della vettura (potrebbe essere ok in Brasile e Messico, in difficoltà negli USA e nell'ultima gara di Abu Dhabi) devono lavorare sulla mente di Vettel. Metterlo tranquillo e sereno, perché in quelle condizioni è uno dei più forti in assoluto, mentre se appena ha un dubbio, diventa vulnerabile. Cosa che la Ferrari deve assolutamente evitare. Fra due settimane, in Malesia, la prima risposta ai tanti quesiti della stagione. Purchè non diventi il seguito del disaster movie visto a Singapore.

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