F1, Gp Belgio 2016: Verstappen protagonista in negativo

F1, Gp Belgio 2016: Verstappen protagonista in negativo
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Paolo Ciccarone
A Spa non è mancato nulla in una gara di cui Verstappen è stato protagonista in negativo. Ferrari resta con l'amaro in bocca
28 agosto 2016

SPA – Sono arrivati in tanti, al punto da farsi anche 4 ore di fila uscendo dall’autostrada, pur di tifare Verstappen. E il ragazzino, fin dalla prima curva, è stato il protagonista della giornata. Più in negativo a dire il vero, che in positivo. Che abbia vinto Rosberg davanti a un incredibile Ricciardo e a un sorprendente Hamilton, partito dalla ultima fila, è sembrata quasi normale amministrazione. Eppure non lo è stata. Perché in pista è successo di tutto. Da una partenza col botto per la Ferrari che ha visto Vettel Raikkonen e Verstappen appaiati alla prima curva con conseguente frittata e rottami vari, alla paurosa uscita di pista di Magnussen alla salita del Raidillon con distruzione della Renault e bandiera rossa di 25 minuti per ripristinare le protezioni, alla rimonta di Hamilton con un incredibile Alonso che da ultimo era addirittura quarto prima di concludere al settimo posto con una McLaren zoppicante.

Insomma, lo spettacolo c’è stato, i sorpassi pure, gli incidenti e le polemiche anche. Non è mancato nulla in una cornice insolita per il Belgio, con sole e caldo, tribune esaurite e gente sugli alberi pur di seguire la corsa, come non accadeva da anni. Eppure c’è l’amaro in bocca. Rosberg ha recuperato dei punti su Hamilton che comanda ancora con 232 lunghezze e 9 punti di vantaggio, Ricciardo e Webber, sul podio, hanno bevuto champagne dalla scarpa del pilota Red Bull (sarebbe il caso di regalargli un servizio di bicchieri…), ma la Ferrari, che aveva fatto sognare in prova, ha deluso e ha raccolto molto poco. Meno del possibile, un podio c’era tutto e magari ce la si poteva anche giocare per la vittoria. Invece no, terza gara in cui Vettel parte dietro a Raikkonen e per un motivo o per l’altro centra il compagno di squadra.

Per ora non ne fanno un dramma, sarebbe il caso però di capire cosa non va visto che dai tempi di Lauda e Regazzoni (1975) o Berger Alesi (1995) non si vedevano due rosse sbattere così tante volte nella stessa stagione. Segno che forse Vettel non è apposto, Raikkonen non è mai stato scorretto e ha sempre tenuto un comportamento idoneo, non ne fa un dramma, ma qualche domanda comincia a porsela. Intanto davanti tutto come previsto, gara incredibile per Hamilton che per il boss Mercedes Toto Wolff “è stato aiutato dalla fortuna perché se alla prima curva si eliminano tre macchine veloci è chiaro che il podio non lo avrebbe mai fatto, per cui è stato fortunato e abbiamo pagato dazio con la scelta di fargli cambiare tre motori, così da evitare altre penalizzazioni per il resto della stagione visto che ormai ha tutti motori freschi e utilizzabili, per cui gli è andata bene e Nico è stato perfetto perché la sua macchina non era in ordine e ha pensato a conservare il vantaggio”.

Insomma, lo spettacolo c’è stato, i sorpassi pure, gli incidenti e le polemiche anche. Non è mancato nulla in una cornice insolita per il Belgio, con sole e caldo, tribune esaurite e gente sugli alberi pur di seguire la corsa, come non accadeva da anni. Eppure c’è l’amaro in bocca

Insomma, tutto bene per i grigi mentre per i bibitari ci pensa Chris Horner a fare il punto: “In partenza Max è stato molto aggressivo, ha sbagliato il via poi ha visto un buco e si è infilato, peccato che abbia danneggiato la macchina nel fondo piatto e che abbia perso tempo, lo abbiamo chiamato ai box più volte perché aveva un consumo anomalo delle gomme. Ha fatto delle manovre dure, maschie direi, ma i commissari non hanno avuto nulla da ridire. Ricciardo semplicemente perfetto, non poteva fare di più”. Vero, quindi se in Germania i commissari per una frenata ritardata di Rosberg decidono di penalizzarlo e fargli perdere dei punti, in Belgio si è fatto a sportellate e tutto è andato bene. Qualcosa non torna. O hanno sbagliato prima o hanno sbagliato ora. Quello che è certo è la mancanza di credibilità di un mondo che rischia di affondare nelle sue regole e le interpretazioni varie che ne danno i commissari volta per volta. E questo è peggio di quello che accade in pista.

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