F1, Gp Germania 2016: Lauda si schiera contro l'Halo

F1, Gp Germania 2016: Lauda si schiera contro l'Halo
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Paolo Ciccarone
Pollice verso di Niki Lauda in merito al sistema di protezione della testa dei piloti, la cui introduzione è slittata al 2018
29 luglio 2016

HOCKENHEIM – sono passati 40 anni, o quasi, ma per Niki Lauda parlare di sicurezza è ancora un imperativo. Era il 5 agosto 1976 e sul circuito del Nü​rburgring Niki ebbe il drammatico incidente che lo segnò nel fisico, porta ancora i segni del fuoco sulla pelle, e nell’anima. E oggi, a margine delle prove libere del GP di Germania con le due Mercedes di Rosberg ed Hamilton davanti alla Ferrari di Vettel, Niki ha da ridire sulla scelta della federazione che vuole imporre l’halo, il sistema di protezione degli abitacoli.

“Io quando parlo di sicurezza so cosa dico perché l’ho vissuta sulla mia pelle, per cui ogni miglioramento ci sta e sono d’accordo” dice Niki Lauda, “quello che non accetto è il sistema di imposizione della FIA su halo, che dovrebbe proteggere l’abitacolo. I test svolti finora non sono stati soddisfacenti, il sistema è stato provato un po’ dalla Red Bull e dalla Ferrari, ma non c’è stato uno studio approfondito su cosa serve davvero. La FIA ha mostrato i risultati degli studi fatti, ma la dinamica dell’incidente riguardava un detrito scagliato in una direzione sola contro l’abitacolo. Invece sappiamo che possono esserci diverse fonti, diversi angoli di impatto".

"E poi le dimensioni di halo, sono tali che una molla come quella che colpì in testa Massa nel 2009 in Ungheria non sarebbe stata fermata. Ci sono troppe controindicazioni. Se si vuole usare il sistema di sicurezza, allora bisognerebbe obbligare tutti i team a provarlo in pista e poi fare una somma di tutte le esperienze. Ci sono piloti alti, altri bassi, altri che guidano in un modo con la testa in una direzione e altri no. Alcuni team si lamentano dell’aerodinamica, altri del raffreddamento. Balle, si deve pensare a un modo unico di sviluppare le cose”.

Altri aspetti negativi sono quelli inerenti il peso, si parla di circa 10 kg di sistema: “Sì e poi secondo la FIA ci vogliono 10 secondi per uscire dall’abitacolo contro i 5 di adesso. E se la macchina si ribalta e prende fuoco o il pilota ha bisogno di aiuto? Il sistema potrebbe essere controproducente. Non mi piace questo modo di fare le cose, manca il tempo e l’intelligenza per sviluppare tutto come si deve”.

Quello che non accetto è il sistema di imposizione della FIA su halo, che dovrebbe proteggere l’abitacolo. I test svolti finora non sono stati soddisfacenti, il sistema è stato provato un po’ dalla Red Bull e dalla Ferrari, ma non c’è stato uno studio approfondito su cosa serve davvero

Un altro punto dolente sono i tagli alle curve. Alla prima in Germania si sono contati 94 tagli di curva nella FP1 e dopo dieci minuti della FP2 erano già 16 su 22 i piloti che erano andati fuori. La riunione del pomeriggio fra il delegato tecnico e i piloti con Bernie Ecclestone presente, è stata infuocata: “Giovedì si era deciso di lasciare tutto libero – dice Lauda – fate tagliare tutti e poi vediamo se si guadagna o meno e anche se fosse a tagliare la curva lo farebbero tutti, quindi cambia poco. Poi venerdì mattina arriva la nota che se uno taglia per tre volte viene annullato il tempo, ora vogliono mettere i sensori sui cordoli, non mi sembra serio, lasciateli correre, basta ingabbiare la gente”.

Per non dimenticarci, infine, delle comunicazioni radio riammesse e delle partenze sul bagnato dopo la safety car: “io sono all’antica, fate correre i piloti, se tagliano è perché è sbagliata la pista, metteteci un muro oppure la sabbia o altrimenti lasciateli sfogare, se guadagnano bene, sennò restano in pista”. La saggezza di Lauda è evidente, eppure qualcosa non torna ancora in questo mondo dorato fatto di tecnica che va avanti a spanne…

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