F1, Gp Gran Bretagna 2016: regolamento, è caos

F1, Gp Gran Bretagna 2016: regolamento, è caos
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Paolo Ciccarone
A Silverstone la condotta dei commissari fa andare in secondo piano le gesta di Hamilton e Verstappen
10 luglio 2016

SILVERSTONE – Nel tempio della velocità c’è solo una cosa che va a rilento: il cervello dei commissari sportivi. Perché, ad esempio, dopo la gara vinta da Hamilton ad oltre tre ore dalla fine non si sapeva ancora quale sanzione sarebbe stata applicata a Nico Rosberg accusato di aver infranto il regolamento per gli aiuti alla guida. In pratica, sentirsi dire via radio di saltare la settimana marcia perché il cambio rischia di bloccarsi, è stato interpretato come aiuto indebito e quindi lunga riunione dei commissari per decidere il da farsi. I commissari alla fine hanno optato per una penalizzazione di dieci secondi, con conseguente retrocessione al terzo posto per Rosberg.

D’altronde la federazione e la F.1 sono fatti apposta per complicarsi la vita. Infatti si fa prima una regola, poi la si interpreta e si decide alla bisogna cosa fare. Un esempio? La partenza con la safety car, ridicola per dei piloti professionisti, con distanze minime da tenere eppure nessuno ha avuto nulla da dire per Hamilton che a un certo punto l’ha affiancata e a momenti la sorpassa con mezza macchina sul cordolo. Ad altri, tempo fa, furono applicate sanzioni per via delle distanze non rispettate (un minimo e un massimo, con numero di macchine indicate come se uno al volante andasse là col metro a controllare). I cordoli da non tagliare, ad esempio. In una curva Hamilton e altri perdono il tempo segnato, poi stessa infrazione ma da altra parte, e tutti applaudono felici. Un controsenso ma la F.1 vive di controsensi.

In tutto questo baillame passa in secondo piano che Hamilton abbia dominato sul bagnato, umido e asciutto e che abbia ridotto il margine di svantaggio da Rosberg, poco conta che Verstappen salga ancora sul podio dopo aver tenuto a bada per diversi giri proprio Nico che guida la miglior macchina del momento, mica una patacca da secondo piano. No, tutti ad aspettare la decisione su Rosberg che potrebbe sconvolgere il mondiale: “Sarebbe ridicolo se per una comunicazione radio Nico perdesse la testa del mondiale” dice Jacques Villeneuve. “Sono professionisti del volante, farli partire con la safety car non mi pare giusto” dice Arrivabene della Ferrari. Comunque sia, piloti in testa, le idee di chi corre e fa sono diverse da chi dirige e poi alla fine il risultato scontenta tutti. E’ un problema filosofico che va al di là della singola gara inglese, delle lotte fra Hamilton e gli altri, dei duelli con Alonso e Massa o Vettel in rimonta (o quasi…).

La federazione e la F.1 sono fatti apposta per complicarsi la vita. Infatti si fa prima una regola, poi la si interpreta e si decide alla bisogna cosa fare

E’ capire cosa si vuole fare di questa F.1, che per i tempi moderni non sembra essere più adeguata, perché da una parte c’è lo sport e l’agonismo, con il rischio, dall’altra lo show per le televisioni, uno spettacolo drogato dove è impensabile tenere tutte le macchine in fila per cui si deve fare show. Come si faceva ai tempi della marina borbonica. Un capitolo recitava “facite ammuina” cioè fate casino. E spiegava, il manuale, che quando arrivava un alto ufficiale a bordo chi era a destra doveva correre a sinistra, chi a poppa doveva correre a prua e viceversa. E così si dava il senso di movimento, gente attiva e una nave pronta alla bisogna. Invece no, alla prima battaglia erano impreparati e di solito affondavano. Ecco, questa F.1 ricorda la marina borbonica, fanno ammuina per far vedere che si fa qualcosa, poi si cade nel ridicolo e alla prima battaglia qualcuno affonderà.

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