Formula 1: ecco l'assistenza alla guida nascosta

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Paolo Ciccarone
Stando alle regole, i piloti di F1 devono avere il totale controllo del mezzo, senza elettronica invasiva. Sarà davvero così?
6 settembre 2017

Ricordate i cambi totalmente automatici dove il pilota doveva solo accelerare al resto ci pensava il computer? E ricordate i controlli di trazione, vietati perché anche un brocco sapeva controllare la sbandata di una F.1? E ancora: ESP, ABS e via di questo passo. Tutto vietato. Il pilota deve avere il pieno controllo del mezzo e l'elettronica non può essere invasiva. Balle. Da quello che abbiamo scoperto in F.1 quello che è uscito dalla porta è rientrato in misura maggiore dalla finestra.

Mentre per strada si parla di auto a guida autonoma, nel 1992 la McLaren faceva girare la monoposto di Senna a Silverstone senza pilota. Fu bloccata dalle regole, come lo furono le sospensioni attive. Ebbene, nonostante vincoli, limitazioni e regole, in F.1 sono dei geni. Perché l'assistenza alla guida, se non proprio una guida autonoma, è presente ed è tornata in maniera sfacciata. Basti dire che da qualche anno in base all'angolo di sterzo la farfalla del gas è parzializzata, cioè se sei in un tornante e hai il volante tutto girato e dai gas al 100 per 100, la mappatura te lo impedisce (certo, in testacoda ci finisci lo stesso perché oltre un certo limite non si va contro la fisica) poi man mano che raddrizzi il volante arriva tutta la potenza necessaria.

Adesso si è scoperto che in F.1 anche le traiettorie e le curve sono soggette al controllo del computer. Un caso eclatante è stato quello della McLaren di Alonso a Spa, quando al pilota la centralina ha tagliato la corrente perché aveva fatto una manovra inusuale rispetto al passato. Lo ha detto il grande capo Hasegawa, con la faccia tranquilla di chi usa un sistema che hanno tutti gli altri e che i commissari FIA ritengono regolare.

In pratica al banco simulazioni si prepara la mappatura elettronica, poi in pista viene messa a punto quando il pilota, passando in un punto del circuito, agisce sul pedale del gas e del freno in un certo modo, che viene registrato e considerato punto di riferimento. In Belgio è successo che Alonso è entrato al Puhon al 98 per cento di acceleratore mentre la centralina era sicura che in quel punto dovesse andare al 90 per cui è andata in tilt e ha protetto il sistema, bloccando il motore elettrico e togliendo potenza alla vettura di Alonso.

Bello, fantastico, se non fosse che viene il dubbio: ma se il sistema interviene quando vuole lui, toglie di fatto il controllo del mezzo al pilota, quindi non è più l'uomo a decidere il da farsi ma il computer? Secondo Jo Bauer, commissario capo dei tecnici FIA, non ci sono commenti da fare: "Non discuto delle strategie dei vari team, per noi tutto è in regola" e ci ha accompagnati alla porta con fare nervoso. Abbiamo sentito un commissario sportivo, sottoponendo la domanda: "In effetti, specie se il sistema viene abbinato a un segnale GPS (e le F.1 sono tutte tracciate per sapere in che punto del circuito si trovano, ndr) si potrebbe pensare a un aiuto alla guida. Una sorta di sistema presente nelle auto stradali, cioè quando sbagli traiettoria, tipico di quando superi la riga di mezzeria, invece che essere tu al volante a rientrare in carreggiata è l'elettronica che ti frena la potenza e raddrizza lo sterzo".

Il bello della F.1 è che la ricerca va talmente avanti e diventa così sofisticata che un domani anche noi per strada potremmo avere lo stesso sistema di sicurezza che ci toglie potenza se per caso arriviamo troppo veloci in curva e non ce ne rendiamo conto

E' così anche in F.1? A quanto pare sì: puoi sbagliare e lei (l'elettronica) ti riporta sulla retta via. Dovrebbe essere vietato dallo spirito del regolamento, ma a quanto pare non viola nessuna norma tecnica visto che tutte e 20 le monoposto hanno qualcosa di simile. E questo spiga anche perché in alcune gare Bauer controllava i software dei volanti: "Ai miei tempi il giochino del software nel volante lo facevano alla Benetton - dice Johnny Herbert - infatti sia quando ho corso io con Schumacher sia quando c'era JJ Lehto, tutte le volte che Michael provava le nostre vetture usava il suo di volante, che in apparenza era uguale al nostro. La volta che dissi ok fallo provare col mio volante, il capo tecnico del team mi disse di non rompere le palle e di tenermi il secondo e mezzo di distacco a parità di macchina...". Insomma, il bello della F.1 è che la ricerca va talmente avanti e diventa così sofisticata che un domani anche noi per strada potremmo avere lo stesso sistema di sicurezza che ci toglie potenza se per caso arriviamo troppo veloci in curva e non ce ne rendiamo conto...

Disegno: Gabriele Pirovano

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