Hamilton: «La passione Ferrari scorre nelle vene degli Italiani. Li ammiro»

Hamilton: «La passione Ferrari scorre nelle vene degli Italiani. Li ammiro»
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Lewis Hamilton è uno dei pochi piloti in F1, se non l'unico, dalla forte personalità. Amante della bella vita, rimane anche uno dei più veloci in pista e per questo sono in molti ad adorarlo. Lo abbiamo intervistato dopo il GP di Monza
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
8 settembre 2015

Milano – Lo si può adorare o anche detestare. Prendere o lasciare. Tutto questo fa parte del gioco quando ci sono di mezzo personalità forti, fortissime, come quella di Lewis Hamilton. Due volte Campione del Mondo di Formula 1 (nel 2008 con McLaren e nel 2014 con Mercedes), questo ragazzo di Stevenage, classe 1985, è senza dubbio il pilota più chiacchierato del paddock. Il motivo è molto semplice. Oltre ad essere senza dubbio uno dei piloti più forti degli ultimi tempi, è uno dei pochi – se non l'unico – che lascia aperto uno spiraglio aperto sulla sua vita lontana dai circuiti di F1.

 

Per certi aspetti infatti Hamilton ricorda i piloti di un tempo. Sempre sulla scena, amante della bella vita, delle auto veloci e delle donne più adorabili del Pianeta, Lewis, specialmente attraverso i suoi canali social, permette ai suoi fan di conoscere le proprie passioni ed è anche per questo che molti lo adorano. Lo abbiamo intervistato a Milano, in occasione di un evento organizzato da Petronas, main sponsor del Team Mercedes-AMG F1, per la presentazione del nuovo olio lubrificante Syntium Cooltech. E ne abbiamo scoperte delle belle.

Terzo Titolo Mondiale? Calma!

Con la splendida vittoria a Monza chiudi la parentesi europea del Mondiale con 28 punti di vantaggio su Rosberg. Pensi di avere il terzo Titolo mondiale già in tasca?

«Assolutamente no, la strada verso la corsa al Titolo è ancora lunga. Del resto ci sono in ballo ancora molti punti da conquistare e sono sicuro che i miei faranno di tutto per accaparrarseli. Per questo io voglio mantenere la stessa concentrazione che ho saputo avere fino ad ora, per continuare ad essere così veloce».

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Hamilton con la sua Pagani Zonda a Monaco

 

Credi che la Ferrari possa diventare un reale pericolo nell'ultima parte della stagione?
«Non ne ho idea, ma di sicuro hanno fatto passi in avanti incredibili. Lo abbiamo visto in qualifica a Monza dove le Ferrari hanno fatto un lavoro fantastico. In ogni caso anche noi alla Mercedes, io e tutta la squadra - stiamo continuando a dare il massimo per continuare a stare davanti».

Ferrari? Gli Italiani nascono con il Cavallino nel DNA

La Ferrari, specialmente in Italia, riceve un supporto tutto speciale da parte dei tifosi, non credi?

«Quando sono salito sul podio di Monza e ho visto la passione viscerale dei fan italiani per la Ferrari ho avuto davvero tanta ammirazione per loro. È qualcosa che non vedi da nessuna altra parte. Credo che la passione per il Cavallino scorra nelle vene degli Italiani. Nascono e se la ritrovano nel DNA. È un po' come Superman che nasce con la tuta da supereroe. L'Italiano nasce con la maglia della Ferrari».

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Il pilota Mercedes quest'anno ha sopraffatto il compagno di squadra Rosberg

 

Non ti manca vivere da protagonista un'emozione come quella del podio a Monza con i colori Ferrari?
«Quando vado in Gran Bretagna ricevo lo stesso supporto che ho visto in Italia per la Ferrari. In Inghilterra però è un'emozione diversa perché lì tifano lo sport mentre in Italia c'è una sorta di dedizione verso un particolare costruttore. È un'energia diversa».

Monza? Solo nei circuiti storici c'è la vera passione

Monza rischia di non essere più parte del calendario di Formula 1 a partire dal 2017. Cosa ne pensi?

«Monza è una delle mie gare preferite. È molto importante preservare la gare storiche che abbiamo in Formula 1 perché sono state fondamentali per creare questo sport e per preservarlo fino ai giorni nostri. E solo nei posti dove c'è storia troverai l'autentica passione dei tifosi. E lo abbiamo visto benissimo domenica scorsa a Monza, dove i fan hanno invaso l'intero rettilineo. Ed è un rettilineo molto lungo...»

È molto importante preservare la gare storiche che abbiamo in Formula 1 perché sono state fondamentali per creare questo sport e per preservarlo fino ai giorni nostri

 

Sul podio a Monza ti sei emozionato davanti a quella folla e hai persino ringraziato tutti...
«Vedere il rettilineo pieno di appassionati a Monza è qualcosa che non ha eguali. E poi adoro il circuito in sé e amo venire in Italia. È da tantissimi anni che vengo in questo Paese, non solo per le gare ma più che altro per le vacanze. Amo il cibo italiano. Vivo a Monaco ma mi capita di guidare fino a Ventimiglia per mangiare una buona pasta, un gelato o una pizza. L'Italia per me è davvero una seconda casa, ha un posto speciale nel mio cuore».

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Il pilota Mercedes è uno dei pochi che lascia entrare i fan nella sua vita privata

Io come Valentino in F1? Sono lusingato

Di recente Bernie Ecclestone ha detto che sei una sorta di “Valentino Rossi” della Formula 1. Cosa ne pensi?

«Lo prendo come un bellissimo complimento. Per me Valentino Rossi è uno dei piloti più leggendari nella storia della MotoGP. Sono contento di aver avuto, in diverse occasioni, il privilegio di potermi mettere in contatto con lui. Credo che essere paragonato ad un pilota che ha ottenuto così tanto nella sua carriera non sia per niente male!»

 

Sei arrivato alla Mercedes in uno dei periodi migliori della squadra. Tanti dicono che sei molto fortunato...
«Sono consapevole di essere molto fortunato a trovarmi qui oggi [alla Mercedes, ndr]. Ma spesso le persone dimenticano come sono arrivato ad essere qui, perché non è avvenuto di certo per caso. Dietro i risultati di oggi si nasconde moltissimo lavoro e tantissimi sacrifici. Certo, il merito non è soltanto mio, ma anche delle squadre che mi hanno seguito in questi anni, della mia famiglia e di tutte le gare di go-kart che sono riuscito a fare. Tutte queste esperienze mi hanno trasformato nel pilota che sono oggi».

 

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Amo le auto genuine, col cambio manuale!

Chi è il pilota più forte contro cui ti sei scontrato fino ad oggi?

«Non c'è un pilota in particolare. Credo che ogni driver contro cui mi sfido in pista sia dotato di un particolare talento. In generale, nella vita, penso sia impossibile definire chi sia il migliore perché ognuno di noi – tutti voi compresi - è in grado di fare qualcosa meglio di qualcun altro. Il mio compito come pilota è migliorare sempre più in quelle aree dove i miei rivali riescono ad essere più forte di me. Per questo mi ritengo molto fortunato a dovermela vedere con piloti di questo livello, mi aiutano a migliorare».

No, non mi piace per niente il sound delle Formula 1 di oggi. E il suono del motore per me è fondamentale

 

Qual è la tua auto da corsa preferita?
«La mia auto da corsa preferita rimane senza dubbio la McLaren MP4/4, ma ho adorato anche la Silver Arrow di Fangio che ho avuto l'onore di guidare a Monza. Un'auto straordinaria, che mi ha colpito soprattutto per il suo sound da vera auto da competizione».

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Lewis insieme ai suoi adorati cani

F1 ibride? Il sound non mi piace, ma le performance

E il suond delle F1 di oggi ti piace?

«No, non mi piace per niente il sound delle Formula 1 di oggi. Adoro la potenza che riescono a sviluppare, veramente incredibile, perché riescono ad essere molto più veloci di qualsiasi altra auto. Ma il sound delle auto del passato, quel “vrroooooommm” esaltante era tutta un'altra cosa».

 

Anche tu sei un pilota “vecchia scuola” quindi?
«Intendiamoci sono un pilota “new school”, perché amo l'innovazione e la tecnologia. Però ammiro certe cose degli anni '80 o '90. Le cambiate con frizione e cambio manuale per esempio, o quanto mi piacciono! Quando scelgo un'auto personale per esempio divento più “old school”, mi piace scegliere modelli genuini, senza troppo tecnologia. Di solito scelgo sempre un'auto con cambio manuale».

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Hamilton si sposta sui circuiti del Mondiale con il suo jet privato

F1 2017: più sicurezza e performance

Cosa ti aspetti dai nuovi regolamente previsti per la Formula 1 nel 2017?

«Sicuramente nel 2017 cambieranno le dimensioni degli pneumatici, che diventeranno più larghi. Questo ci consentirà di avere molto più grip e quindi di sfruttare meno la downforce, migliorando le performance. Ma anche di avere auto più belle da vedere. Io però mi auguro anche che riescano a sviluppare un bel sound. Il suono del motore per me è fondamentale, ma senza perdere l'efficienza e la tecnologia che abbiamo raggiunto oggi».

 

E per quanto riguarda la sicurezza? Credi che possano essere presi seriamente in considerazione gli abitacoli chiusi?
«Sono un pilota per certi aspetti “old school” e se penso alle corse vedo auto scoperte, con l'abitacolo aperto. Dall'altro lato però sappiamo che il motorsport è pericoloso. Abbiamo visto tutti quello che è successo a Henry Surtees, Felipe [Massa, ndr], a Jules [Bianchi, ndr] e Justin [Wilson, ndr]. Credo che quindi dobbiamo andare avanti con il miglioramento della sicurezza, ma non sono sicuro che le monoposto chiuse, con tetto, siano la soluzione migliore».

Sicuramente sentirò il bisogno di provare qualcosa di diverso, di gareggiare in moto, chi lo sa...

Vorrei correre per tutta la vita

Come ti vedi tra dieci anni?

«Dieci anni è un periodo enorme per cui è impossibile rispondere. Se guardo avanti vedo ancora tre o quattro anni con questo Team [Mercedes, ndr], poi si vedrà, forse farà un altro contratto di tre anni. Fino a quando sarò competitivo e riuscirò a divertirmi credo che resterò in F1. In ogni caso so che ci sono soltanto venti posti in F1 e molti ragazzi stanno crescendo nel frattempo... quindi arriverà prima o poi un momento in cui non vorrò più correre in questa categoria».

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Con la Silver Arrow di Fangio in Parabolica

 

Dopo la Formula 1 ti piacerebbe esplorare nuove categorie? Magari l'endurance con la 24 Ore di Le Mans...
«Non sto facendo piani particolari per il futuro. Corro da 22 anni e spero di andare avanti a correre per tutta la vita. Sono convinto che quando smetterò sarà davvero uno shock, perché sarò terribilmente annoiato. Ho sempre bisogno di competere con qualcuno! Sicuramente sentirò il bisogno di provare qualcosa di diverso, di gareggiare in moto, chi lo sa...»

Pubblicherò un album?

È vero che hai intenzione di pubblicare un album con la tua musica?

«Io faccio già musica! È il mio hobby, anche se non credo possa diventare qualcosa a livello professionale».

 

Sei il consulente tecnico per Petronas. Perché dici che questa azienda specializzata nei lubrificanti è molto di più che un adesivo sulla fiancata della tua Mercedes?
«Immaginate lo stress a cui è sottoposto un motore di Formula 1 durante un intero weekend di gara. Con l'introduzione dei motori V6 Turbo poi, con cilindrata ridotta ad 1.6 litri, le temperature sono divenute ancora più incredibili da gestire e qui entra in gioco il lubrificante. Un olio ultra performante, come quello sviluppato da Petronas, è parte del segreto del successo Mercedes perché garantisce meno stress al motore. Diciamo sempre che il motore è il cuore di un'auto. Io aggiungo che Petronas fornisce il giusto sangue a questo cuore pulsante».

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