Jos Verstappen: «Mio figlio Max troppo giovane per la F1? Non credo, è cambiata un'epoca»

Jos Verstappen: «Mio figlio Max troppo giovane per la F1? Non credo, è cambiata un'epoca»
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Paolo Ciccarone
Abbiamo intervistato Jos Verstappen, pilota della Benetton al fianco di Schumacher, che sembra molto fiducioso sul futuro del figlio Max in F1, dove debutterà a soli 17 anni con la Toro Rosso | <i>P. Ciccarone, Spa</i>
23 agosto 2014

Spa-Francorchamps - Cuore di papà. Guarda il figlio e si commuove al pensiero dell’avventura che dovrà affrontare l’anno prossimo. Jos Verstappen guarda il figlio Max e pensa che sia arrivato il momento delle grandi soddisfazioni. «Sì, da quando l’ho visto correre ho capito che aveva talento e che avrebbe fatto strada» ci dice mentre poco più in là il figlio risponde alle domande della stampa internazionale.

 

Jos è stato pilota della Benetton al fianco di Schumacher, ha corso nella F.1 degli anni difficili, quelli in cui andava a fuoco la sua vettura (GP Germania) o finiva in un mucchio spaventoso proprio qua in Belgio

«Lì ho capito che era meglio dedicarsi alla famiglia, rischiare la vita senza combinare nulla in pista era frustrante. Se poi penso a quel GP di Germania in cui sono andato a fuoco e Max non era ancora nato, mi dico che sono davvero invecchiato…» E in tanti insieme a lui, visto che ormai la seconda generazione di piloti ha preso il sopravvento: infatti corrono i figli di Lauda, o correva…, corre il figlio di Prost, Panis, Alesi, da poco anche i figli di Trulli. 

max verstappen
Il figlio di Jos Verstappen, Max, debutterà in F1 a soli 17 anni con la Toro Rosso, a fianco di Daniil Kvyat

 

Insomma, di padre in figlio, ma non è rischioso per Max debuttare in F.1 così giovane?

«No, sono fiducioso, lui ha la mentalità giusta per le corse, lo vedo da come si comporta e si muove in pista, sa cosa fare, come gestire gli eventi, è pronto per guidare ad alto livello e poi non è solo un problema della F.1, pensa al calcio dove un ragazzo di 15 anni è stato convocato in nazionale o cosa fanno nel tennis, è un salto generazionale che coinvolge tutti gli sport, quindi non sono preoccupato. Poi Max è un ragazzo attento alla meccanica, ha passione, lavora sui motori da bambino e quindi sa come comportarsi, il team gli metterà a disposizione tutti gli elementi utili, il simulatore, i tecnici e lo faranno crescere come si deve».

 

Certo se pensiamo che Gilles Villeneuve, nel 1977, fece 20 mila km di test sulla pista di Fiorano con la Ferrari per prepararsi alla stagione 1978 e che oggi un ragazzino con appena una decina di corse in F.3 possa competere allo stesso livello, vengono tanti dubbi… 

«Erano epoche diverse e macchine diverse – prosegue Jos Verstappen – oggi sono molto diverse, la mentalità è cambiata, i ragazzi sono più preparati rispetto a noi alla loro stessa età». Ma non c’è il timore di bruciarlo facendolo correre così presto ai massimi livelli? «No, sono sicuro che farà bene e che crescerà come si deve, sarà competitivo e me lo ha detto anche Niki Lauda, perché prima della Toro Rosso-Red Bull avevamo parlato a lungo con Mercedes. Loro non avevano una squadra con un posto libero e Niki, ma anche Toto Wolff, ci hanno consigliato Red Bull, era importante farlo correre e ci siamo riusciti».

E poi hanno tolto i rifornimenti in F.1 quindi non correrà il rischio di bruciarsi come è successo a me quella volta con la Benetton!

 

Ma come padre non hai paura per tuo figlio?

«Ho la paura di tutti i padri che vedono i figli rischiare qualcosa, ma sono anche stato un pilota di F.1, so che rischi si corrono e so come affrontarli. Quando ho visto come li affronta Max in corsa, mi sento tranquillo. E poi, se proprio vogliamo riderci sopra, hanno tolto i rifornimenti in F.1 quindi non correrà il rischio di bruciarsi come è successo a me quella volta con la Benetton!».

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