Accise: come incidono sul prezzo dei carburanti?

Accise: come incidono sul prezzo dei carburanti?
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Un nuovo articolo del nostro Editorialista Enrico de Vita riassume e spiega l’intricata vicenda delle numerose accise che gravano sui carburanti, cercando di fare luce su una questione che ancora oggi non viene affrontata dal Governo
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1 settembre 2012

È una situazione che ormai si ripete, sempre uguale, da decenni. Ogni volta che il nostro Paese viene scosso da un evento drammatico, di natura sociale o naturale, lo Stato si trova nella condizione di dover reperire risorse economiche immediate per fare fronte all’emergenza e solitamente la soluzione che va per la maggiore è quella di imporre nuove accise sui carburanti.

Si tratta niente di meno che di nuove tasse imposte su beni di largo consumo e indispensabili come benzina e diesel, che di fatto vengono già tassati attraverso l’Iva. Per di più sulle singole accise grava nuovamente l’Iva e quindi è come se lo Stato applicasse ai carburanti una tassa sulla tassa.

Occorre precisare che, se da un lato questo metodo consente alle casse pubbliche di reperire fondi in maniera immediata, dall’altro colpisce trasversalmente tutti i cittadini, che si trovano a dover pagare l’ennesima tassa indiretta e quindi non proporzionata al proprio reddito. Inoltre, benché l’accisa nasca come una tassa provvisoria, finalizzata a reperire risorse finanziare nell’immediato periodo per far fronte ad una emergenza temporanea, in realtà poi non viene mai tolta dal prezzo dei carburanti, così che alla fine sul costo di benzina e diesel si sono accumulate negli anni diverse accise, alcune delle quali risalenti addirittura all’inondazione dell’Arno avvenuta a Firenze nel 1966 o alla crisi di Suez del 1956.

Questo si verifica perché le accise vengono sì istituite con una motivazione più che giustificata (eventi climatici e sociali catastrofici), ma in seguito, al successivo evento che impone una nuova tassa sui carburanti, le precedenti accise non vengono cancellate ma bensì inglobate nell’ammontare che prende il nome di “accisa sulla tonnellata di prodotto finito”. In tal modo per il fisco scompare la motivazione precedente che aveva portato all’applicazione della nuova accisa, ma in realtà rimane per tutti i cittadini, dal momento che viene semplicemente inglobata nel prezzo dei carburanti.


L’articolo che segue, scritto dal nostro Editorialista Enrico de Vita e pubblicato sul numero di settembre 2011 della rivista Auto, riassume e spiega l’intricata vicenda delle numerose accise che gravano sul prezzo dei carburanti della Penisola, cercando di fare luce su una questione che ancora oggi non viene affrontata dal Governo e dalle Istituzioni.

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La tabella mostra i principali eventi che hanno provocato l'imposizione di nuove accise sul prezzo dei carburanti

L’articolo…

Se nel 1997 gli automobilisti italiani avessero accettato di pagare benzina e gasolio 2 centesimi di euro (allora erano 38 lire) in più al litro per tre anni, potevano diventare i padroni delle autostrade. E viaggiare gratis come fanno i fortunati automobilisti tedeschi. Infatti, quel gettito in più (1,2 miliardi di euro) equivale proprio a quanto lo Stato incassò dal gruppo Benetton per vendergli la quota di maggioranza di Autostrade. Con 0,2 centesimi, poi, in più al litro, si sarebbe potuta curare egregiamente la manutenzione del manto stradale. Invece è finita come tutti sanno. Oggi paghiamo carissimo i pedaggi, con aumenti annui che non hanno precedenti. E che hanno portato la tariffa delle singole tratte a eguagliare il costo del carburante.


Tredici anni fa 38 lire al litro sembravano insopportabili, anche se i rincari del prezzo alla pompa erano continui e martellanti. Allora la benzina costava circa 1.815 lire (0,93 euro). Il petrolio valeva 22-23 dollari al barile, e per comprare un dollaro ci volevano 1.703 lire (0,87 euro). Oggi il greggio vale 80 dollari il barile e per acquistare un dollaro bastano 0,75 euro. Nel frattempo, fra rincari della materia prima e delle tasse, il prezzo alla pompa è di 1,650 euro: quasi il doppio di allora.

Morale, in tre mesi le accise sono aumentate di 4,92 centesimi che, calcolati con la vecchia moneta, vanno molto vicino alle 100 lire tonde. Altro che autostrade!

Ravanare nelle tasche senza fondo

Però nel 2011 il Ministro Tremonti ha battuto tutti record nei rincari. Ad aprile ha applicato, su benzina e su gasolio, un aumento di accisa (così si chiamano le tasse sui derivati del petrolio) di 0,73 centesimi di euro al litro, per il finanziamento del fondo spettacolo (6 aprile 2011). Colpo grosso il 1° giugno 2011: in una botta sola aumento di 4 centesimi al litro per l’emergenza sbarco immigrati. Il mese dopo, il primo luglio 2011, altri 0,19 centesimi per un secondo finanziamento del fondo spettacolo. Morale, in tre mesi le accise sono aumentate di 4,92 centesimi che, calcolati con la vecchia moneta, vanno molto vicino alle 100 lire tonde. Altro che autostrade!

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I prezzi medi dei carburanti praticati nei diversi Paesi dell'Unione Europea

Lo stillicidio delle accise nel nuovo Millennio era iniziato alla fine del 2003. Per reperire i fondi con i quali pagare il rinnovo del contratto di tranvieri e ferrovieri il Governo di allora non trovò di meglio che ravanare nelle tasche degli automobilisti ed estrarre un grazioso obolo forzato di 1,7 centesimi al litro (33 lire). Poi, nel febbraio 2005, dovendo elargire fondi per rinnovare la flotta degli autobus pubblici, qualcuno suggerì di rovistare nel- le stesse tasche, cioè nel fondo del barile, e pestare ancora su benzina con 0,5 centesimi (10 lire al litro) e sul gasolio, con 1 centesi- mo (20 lire), in modo da trovare fondi per i nuovi autobus. E anche lo spazio per farli circolare. Si calcola, infatti, che ad ogni aumento dell’1% dei carburanti corrisponda una riduzione di pari valore del traffico.

Poi, a ottobre 2006, ancora un adeguamento di 0,3 centesimi - non si sa bene per quale motivo specifico se non quello di far cassa -, ripetuto poi nel giugno 2007 con un valore più che doppio (0,7 centesimi litro). Questi ultimi due aumenti, tuttavia, hanno deliziato – si fa per dire - solo i dieselisti, dal momento che furono applicati esclusivamente sul gasolio.

Evitiamo di stigmatizzare per l’ennesima volta – ma le citiamo - le accise del secolo scorso e le loro motivazioni: tre missioni ONU per mantenere la pace in Bosnia e nel Libano; tre terremoti (Irpinia, Friuli e Belice), più l’inondazione dell’Arno a Firenze nel ’66, la diga del Vajont nel ’63 e la crisi di Suez nel ’56. Attualmente il totale dell’accisa sulla benzina è di 0,6132 euro al litro, quella sul gasolio vale invece 0,4722

Con la benzina manteniamo la pace

Evitiamo di stigmatizzare per l’ennesima volta – ma le citiamo - le accise del secolo scorso e le loro motivazioni: tre missioni ONU per mantenere la pace in Bosnia e nel Libano; tre terremoti (Irpinia, Friuli e Belice), più l’inondazione dell’Arno a Firenze nel ’66, la diga del Vajont nel ’63 e la crisi di Suez nel ’56. Attualmente il totale dell’accisa sulla benzina è di 0,6132 euro al litro, quella sul gasolio vale invece 0,4722.

Ed evitiamo anche di rimarcare certi torti delle compagnie petrolifere: le giustificazioni un po’ forzate che adducono ogni volta per motivare i ritardi con cui riducono i prezzi, quelle per spiegare il costante “stacco Italia” (cioè un prezzo industriale dei carburanti perennemente più caro da noi che in Paesi privi di raffinerie) e quelle per promuovere punti fedeltà e gadget piuttosto che la convenienza sul prezzo.

Per non tornare sulla difesa a oltranza dei benzinai: lotta contro l’apertura di distributori presso i centri della grande distribuzione, ostracismo verso la chiusura di impianti poco redditizi e obsoleti, guerra alle pompe bianche. Ormai è sotto gli occhi di tutti: finalmente fra le stazioni di servizio più convenienti e quelle più care c’è una differenza di 10 centesimi.

Sono questi 10 centesimi che rivelano il margine che compagnie e gestori hanno per allineare l’Italia ai costi e ai prezzi del resto d’Europa. Invece si preferisce confondere l’automobilista con prezzi applicati solo nelle ore di chiusura, con cartelli che scrivono -60 e intendono uno sconto di 60 millesimi, altri che scrivono 10 e intendono 10 centesimi. Viva la chiarezza. E mister Prezzi non viene neppure ascoltato.

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Ogni volta che calano i consumi dei carburanti il Governo aumenta le accise per avere sempre lo stesso gettito fiscale

Sembra poco l’1 per cento...

Ma il vero sconquasso nelle tasche di chi guida parte dal settembre scorso col passaggio dell’Iva dal 20 al 21%. Ed è un 1% che grava su tutto: materia prima, costi di raffinazione, costi di distribuzione, margine del gestore e perfino sulle accise. Morale, l’aumento dell’Iva - che in realtà aumenta del 5% il valore di quella tassa - da solo rende oltre 1,6 centesimi di euro in più per ogni litro di benzina, e 1,5 per ogni litro di gasolio. Sono mediamente 30 lire in più al litro. Il che significa che con questo ritocco il Fisco incasserà circa 780 milioni di euro in più dai carburanti (solo benzina e gasolio).

L’anno scorso il Fisco fra accise e Iva sui derivati del petrolio si è beccato la stratosferica cifra di 34 miliardi e 250 milioni di euro, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente per effetto dei minori consumi. La cinghia della crisi sempre più stretta alla vita degli automobilisti e la corda al collo del prezzo alla pompa fanno riflettere e risparmiare molti automobilisti. Gli aumenti attuali saranno un dolore insopportabile per molti. Ma il Fisco non ha pietà: se calano i consumi e quindi il gettito, si aumentano le tasse. Così i conti tornano. Sulla carta.

Gli aumenti attuali saranno un dolore insopportabile per molti. Ma il Fisco non ha pietà: se calano i consumi e quindi il gettito, si aumentano le tasse. Così i conti tornano. Sulla carta

Anno d’oro

L’anno d’oro per le accise – visto dalla parte del Fisco - fu il 2007, con un incasso di 25 miliardi di euro, cui si aggiunsero 12 miliardi di Iva, per un totale di 37 miliardi e 122 milioni. Nel 2008, la riduzione dei consumi determinò una perdita secca di un miliardo nelle accise. Ma il vertiginoso aumento del prezzo dei carburanti, col relativo incasso dell’Iva, rese ben un miliardo e 100 milioni in più dell’anno precedente. Quindi l’anno record è in realtà il 2008, con 37 miliardi e 252 milioni di euro come somma totale di accise e Iva sul petrolio.

Se invece consideriamo l’incasso su ogni singolo litro, con i prezzi di fine agosto 2011, prima dell’aumento dell’Iva, il Fisco incassava 0,878 Euro per la benzina e 0,716 per ogni litro di gasolio. Se pensiamo che il prezzo internazionale di vendita del petrolio (non quello di estrazione che è decine di volte inferiore) è oggi di 0,36 Euro al litro, si ricava che il Fisco italiano guadagna, senza colpo ferire, cioè senza investimenti e senza costi aggiuntivi, il doppio di quanto incassano i Paesi che ci vendono il petrolio. Forse ora si sta esagerando un po’.

 

Dalla rivista Auto di settembre 2011, su gentile concessione di Enrico De Vita

Nel frattempo arrivano altre accise

L’articolo di de Vita è stato scritto nel 2011 e quindi non annovera le nuove accise che nel frattempo sono state aggiunte al prezzo della benzina e del diesel tra la fine del 2011 e il 2012, peggiorando ulteriormente la situazione.

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Dalla fine del 2011 a oggi il Governo Monti ha imposto nuove accise sui prezzi dei carburanti, con la promessa di eliminarle entro Natale...


Una nuova accisa viene stabilita infatti ad ottobre del 2011 in occasione dell'alluvione che aveva colpito nel frattempo la Liguria e la Toscana, mentre una nuova tassa sulla benzina viene stabilita dal decreto Salva Italia del Governo Monti, varato a dicembre. A maggio poi, l’Esecutivo impone una nuova accisa per reperire fondi con cui affrontare l’emergenza provocata dal terremoto in Emilia-Romagna. L’ultima accisa infine risale a poche settimane fa, imposta sui prezzi di carburanti ad agosto, durante il periodo della vacanze estive, proprio pochi giorni, prima di ferragosto.

 

Le ultime accise imposte dal Governo Monti però introducono un'importante novità. Per la prima volta infatti sono state introdotte nuove tasse sui carburanti con la promessa che verrano tolte entro Natale. Ancora una volta staremo quindi a vedere se l'Esecutivo è in grado di mantenere le promesse fatte agli Italiani...

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