Alfa Romeo: il rilancio nelle mani di un SUV (e della Giulia). Parola di Marchionne

Alfa Romeo: il rilancio nelle mani di un SUV (e della Giulia). Parola di Marchionne
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Sergio Marchionne in occasione salone di Detroit ha parlato del rilancio del marchio Alfa Romeo, nonché dei risultati del Gruppo e dei piani per i prossimi anni
14 gennaio 2015

Il rilancio di Alfa Romeo sarà affidato ad un “CUV” (Compact Utility Vehicle) cioè un SUV di media taglia prodotto a Cassino probabilmente già entro il 2016.

Alfa Romeo: “CUV” e berlina in arrivo

La dichiarazione è stata fatta da Sergio Marchionne in occasione del salone di Detroit, dove il numero uno di FCA ha anche confermato la presentazione della nuova berlina media che si terrà il 24 giugno in anteprima mondiale al Museo di Arese, che verrà riaperto e ristrutturato per l'occasione. La data non è di certo casuale perché il lancio avverrà in occasione del 105° anniversario del Biscione. Riguardo al nome, la nuova berlina dovrebbe chiamarsi Giulia «ma - ha detto l'Amministratore Delegato - la decisione non è ancora stata presa».

Il “CUV” e la nuova berlina del resto sono i modelli chiave del piano di rilancio di Alfa Romeo, di cui Marchionne ha confermato tutti i punti annunciati a maggio dello scorso anno: 8 nuovi modelli fra il quarto trimestre 2015 e il 2018 con investimenti stimati in 5 miliardi e un obiettivo di produzione di 400.000 auto. MA, secondo Marchionne, i primi segnali di rilancio dell'intero gruppo si vedranno già a partire dal 2015 «l'anno in cui venderemo 5 milioni auto».

Spider su base Mazda in arrivo nel 2016

Sempre in tema di nuovi modelli, l'A.D. ha anche annunciato che «la spider (a marchio Fiat/Abarth) prodotta su base Mazda arriverà nel 2016. I primi pezzi arriveranno in Italia alla fine del 2015 e in Usa nel primo trimestre del 2016».

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LaFerrari, l'ultima supercar del Cavallino

«Venderemo sempre una Ferrari di meno di quanto vuole il mercato»

Parlando di sportive, non poteva mancare di certo un cenno Ferrari. Marchionne rispondendo a chi gli chiedeva se la Casa del Cavallino avesse intenzione di alzare il target di vendite da 7.000 a 10.000 unità ha dichiarato che «L'obiettivo è una produzione sotto il livello della domanda, che si evolve. Ne venderemo, per dirla come Enzo Ferrari, sempre una di meno di quanto vuole il mercato». Visto il periodo non si può fare a meno di parlare del Cavallino senza citare il mondiale  Formula 1, dove la Scuderia di Maranello, a detta di Marchionne dovrà lavorare a «testa bassa e cercare di vincere, ma sarà un anno difficile». «Noi ne abbiamo assunte di scelte difficili» replica poi a chi gli diceva se sarà disposto ad accettare eventuali critiche dai tifosi.

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Qui sopra e in apertura l'Alfa Romeo Kamal, un concept del 2003

Possibile break-even in Europa già nel 2016

Il numero uno di FCA è passato poi a parlare dei risultati raggiunti di recente dal Gruppo italo-americano. A chi gli chiedeva come FCA sia arrivata al pareggio operativo, Marchionne risponde: ''Alfredo'' (Altavilla, il direttore operativo della regione Europa, Africa e Medio Oriente) «ha fatto un grandissimo lavoro nella riduzione dei costi della struttura e quindi molto è dovuto a quello. Ma poi anche al fatto che fra Pomigliano, Melfi e Grugliasco, che continua ad andare bene, ci sono dei risultati positivi che hanno a che fare semplicemente con l'utilizzo delle rete industriale. Più la utilizziamo meglio andranno i risultati. La cosa importante adesso è veramente puntare sullo sviluppo della base industriale come fonte di prodotti per la distribuzione internazionale. Senza il mercato americano, la realtà in Europa sarebbe stata impossibile da mettere in piedi».

 

La cosa importante adesso è veramente puntare sullo sviluppo della base industriale come fonte di prodotti per la distribuzione internazionale

Continuando, riguardo ai risultati del Gruppo, Marchionne ha affermato che FCA potrebbe raggiungere l'utile operativo in Europa, nelle attività auto, già entro il 2016. «Se non siamo arrivati al break-even nel quarto trimestre, ci siamo molto vicini. Con l'utilizzo di Melfi e degli stabilimenti italiani prevediamo, in una maniera graduale attraverso il 2015 e 2016 che la situazione “dell'ebit” andrà in positivo piuttosto velocemente. Non ci vuole molto».

FCA in cerca di una partnership

Parlando delle previsione per il mercato del prossimo anno, Marchionne ha dichiarato «Vediamo cosa succede nel quarto trimestre. Ci stiamo avvicinando quasi al pareggio europeo: nel 2015, a livello operativo, potrebbe esserci» Ha aggiunto inoltre che un partner industriale è un «passaggio dovuto», senza «nessuna restrizione su un possibile candidato», sottolineando di «non sapere quando» ci sarà il partner.

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Fiat 500X, prodotta nello stabilimento Melfi

1.000 Nuovi posti a Melfi? «C'é da festeggiare»

Riguardo a Melfi invece, commentando l'assunzione di 1.500 persone, ha dichiarato: «È un segnale positivo per il Paese, quasi da festeggiare. Stiamo assumendo perché ne abbiamo bisogno. So benissimo che le 1.000 persone che abbiamo portato a Melfi porteranno con sè un numero moltiplicatore da sette a dieci di altri posti di lavoro. Quindi parliamo di un numero elevato di famiglie e di persone che ne beneficeranno». Se questo si potesse ripetere «a livello di tutti gli stabilimenti italiani, ci sarebbe un grande impatto. La cosa importante è non arrendersi e andare a cercarsi il futuro al di fuori dei confini italiani. L'Italia aveva delle soluzioni molto limitate per quanto riguarda la crisi dell'auto. Abbiamo avuto il coraggio, l'intelligenza e la perspicacia di andare fuori e trovarci questa realtà americana, per poi cominciare a lavorare con i nostri colleghi qua così da creare un mondo diverso. Una scommessa che a quei tempi sembrava azzardata e che è diventata una realtà veramente solida».

Le assunzioni a Melfi sono un passo avanti importantissimo

 

«Le assunzioni a Melfi sono un passo avanti importantissimo. Non siamo abituati a fare trionfalismi: per il Paese non è una mossa da poco ed è la prova che dopo dieci anni», dal 2004, di strada ne è stata fatta mettendo «questa rete industriale italiana a servizio di un'azienda globale»: questo «non è da tutti, e siamo probabilmente gli unici. Eravamo consapevoli di quello che stavamo facendo. Io dalle altre aziende non vedo questo interesse a giocare la partita a livello globale. Questo lo abbiamo anche azzeccato per il fatto che l'euro si è mosso nella direzione giusta, che ha aiutato».

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