Autostrade: benza-cartelloni col prezzo che non c’è

Autostrade: benza-cartelloni col prezzo che non c’è
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Spenti i totem nelle aree di servizio, ora boicottano anche i tabelloni riassuntivi voluti da Bersani nel 2007. Ecco i sotterfugi con cui Autostrade e Gestori difendono le proprie royalties e evitano la concorrenza. Compagnie petrolifere, ministeri e Antitrust stanno a guardare, mentre si calpesta il diritto all’informazione |<i> di Enrico De Vita</i>
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
19 settembre 2012

Facciamo un giochino. Guardate le prime due foto inserite nell'aritcolo (Benza-cartellone n.1 tra Salsomaggiore e Fidenza e benza-cartellone n.2 sulla Torino-Brescia in direz. Cremona, ndr) per qualche secondo e poi rispondete alla domanda: cosa significa NP? Chi ascoltava la radio molti anni fa, ci arriva subito: NP era l’abbreviazione di “non pervenuta”, e veniva ripetuta quando il bollettino delle temperature negli aeroporti italiani non conosceva quella di Cagliari Elmas o di Bari Palese o di Bologna Borgopanigale. Telefoni, telex e servizi pativano, allora, qualche ritardo.

Oggi, con telecamere on line, sms ed e-mail, le comunicazioni hanno scoperto il “tempo reale”: la scritta “non pervenuta” non esiste più. Oppure sa di presa in giro, una furbata, un tentativo di prenderci per i fondelli. Perché dunque la usano? Abbiamo interpellato le Compagnie: ci assicurano che esiste un preciso obbligo di legge e nessuna di esse amerebbe essere presa in castagna, di questi tempi. Quindi loro comunicano i prezzi nazionali, ma poi spetta al gestore della stazione di servizio aggiungere il suo ricarico e precisare il “prezzo locale”.

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Benza-cartellone n.1 collocato sulla A1 tra Salsomaggiore e FIdenza, in direzione Milano. Foto: settembre 2012

Che le autostrade dovranno accendere sui tabelloni. Se non vi siete stancati, osservate ora la terza foto inserita nell'articolo (Benza-cartellona N.3 sulla Tangenziale Est di Milano, tra S. Donato e Milano, ndr): a che prezzo vendono Agip e Total? Lo so che dovrei dire Eni e Total, ma cancellare di colpo, senza alcuna ragione comprensibile, il vero marchio del cane a sei zampe non mi va proprio. Anche perché sul benza-cartellone c’è ancora scritto Agip. Bene, i casi sono due: o i prezzi di benzina e di gasolio sono andati alle stelle o qualcuno fa lo gnorri. Ho la vaga impressione che valga la seconda ipotesi.

Ultimo test. Osservate per 3 secondi – non di più - l'ultima foto inserita nell'articolo (Benza-cartellone n. 4 sulla A1 alla barriera di Melegnano, direz. Bologna), poi coprite l’immagine e rispondete a alla domanda: “In quale distributore (marca) si trova il prezzo più basso per la benzina?” Se l’avete azzeccato, “siete delle vere donne”, come recita lo spot alla radio. Se poi sapete ricordare anche fra quanti km lo incontrerete siete proprio delle… “streghe”.

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Benza-cartellone n. 2 collocato sulla A21 Torino-Brescia, in direzione Cremona. Foto: settembre 2012

I 3 secondi non sono un giochino. A 130 all’ora si percorrono 36 metri al secondo. Vale a dire che si bevono 100 metri in meno di 3 secondi. Riuscite a leggere da quella distanza? E potete mantenere lo sguardo fisso sul tabellone per 100 metri senza correre rischi?

La morale è che i benza-cartelloni, quando non vengono usati per prenderci in giro col “non pervenuta”, sono totalmente inutili, illeggibili, pericolosi. Come si fa in pochi istanti a leggere otto prezzi, a distinguere fra benzina e gasolio, a capire qual è il prezzo migliore, a memorizzare la marca e la posizione della stazione di servizio?

La storia del Totem

Perché allora sono stati istallati? Per tentare di rimediare a una prevaricazione commessa dalle concessionarie autostradali. Che nei primi anni Duemila spensero i grandi totem istallati a caro prezzo in ogni stazione di servizio autostradale. Sono visibili ancora oggi, ma vennero disattivati da Aspi (Autostrade per l’Italia) con una motivazione che fa onta alla ragione.

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Benza-cartellone n. 3 collocato sulla Tangenziale Est di Milano, tra l'uscita di San Donato e Linate, in direzione Milano. Foto: settembre 2012


Dissero le concessionarie autostradali: “Poiché non si può fare pubblicità in autostrada e poiché i totem richiamano l’attenzione di chi guida sulla carreggiata, noi decretiamo che sono pericolosi e pertanto vanno spenti”. Lo comunicarono con una lettera alle compagnie petrolifere, che fecero spallucce, alla Ponzio Pilato; lo comunicarono ai gestori degli impianti che invece applaudirono proprio perché cosi non si facevano concorrenza. E tutto passò sotto silenzio.


Poi nel 2007, Bersani - in una puntata di RadioAnch’io della quale ero ospite e raccontavo il disagio degli automobilisti allo spegnimento dei totem - promise di far accendere i benza-cartelloni. E mantenne la promessa nella “lenzuolata”, il famoso pacchetto sulle liberalizzazioni. Così, nella Direttiva Cipe del novembre 2007 apparve l’obbligo per Compagnie, gestori e autostrade di predisporre appositi tabelloni luminosi con i prezzi di almeno tre stazioni successive, con l’indicazione di una luce verde in corrispondenza del prezzo più vantaggioso, con la marca e la distanza di ciascun impianto dal tabellone.

Nel luglio 2008 i benza-cartelloni erano oltre 60, ma la loro puntualità, precisione, accensione, trasparenza erano già un problema. Al punto che il Ministero dello Sviluppo economico scriveva il 23 dicembre: Il ministero valuterà se i cosiddetti "benza-cartelloni" (quelli che indicano agli automobilisti che entrano in autostrada quali sono i distributori di carburante più convenienti) sono disattivati o inattendibili. Nel caso, provvederà a comminare le eventuali sanzioni.

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Benza-cartellone n. 4 collocato sulla A1, dopo la barriera di Melegnano, in direzione Bologna. Foto: settembre 2012

Piccolo corollario: la legge non prevede sanzioni, ma solo un obbligo

In calce all'articolo abbiamo riportato la storia dei decreti che rendono obbligatorio per le stazioni di servizio comunicare i prezzi agli automobilisti in modo che siano visibili dalla carreggiata. Il che significa: senza dover entrare nella stazione. Ma leggete in fondo come le autostrade sono riuscite a dribblare gli obblighi.


Oggi, a 5 anni di distanza la situazione è di totale anarchia e disobbedienza. Colpevoli sono le autostrade, che percepiscono una royalty che arriva a 4,5 centesimi al litro di carburante e non vogliono stazioni privilegiate dagli automobilisti; i gestori che pur di non apparire i più cari della tratta non fanno pervenire i prezzi praticati; le Compagnie petrolifere che preferiscono farsi concorrenza con i punti fedeltà piuttosto che col libero mercato. E allora si calpesti il diritto all’informazione: al consumator non far sapere quanto costa il vino del motore. Antitrust, AGCom, mister Prezzi, ministero dello Sviluppo: non trovate nulla da ridire? Possibile che non facciate nulla?

Fa pandan con un messaggio salva coscienze scritto da Autostrade per l’Italia e apparso sui pannelli luminosi qualche mese fa: “Prezzi carburanti nelle aree di servizio”. E dove sennò? Chiaro e irripetibile. Come dire: i prezzi non te li diciamo, tu entra comunque nella stazione e fai rifornimento, il prezzo lo scoprirai dopo

A pensar male si fa peccato, ma…

Un’annotazione finale, di quelle “alla Andreotti”, che a pensar male si fa peccato, ma… Le foto dei tabelloni pubblicate in questo servizio sono state scattate tutte in settembre, pochi giorni fa. Osservate bene i prezzi delle stazioni Agip. Poi tenete presente che la campagna ipersconti dell’Eni era terminata, i prezzi durante la settimana schizzati alle stelle, le stazioni intente a recuperare gli sconti dei week-end. Risultato: i prezzi delle stazioni Agip in autostrada sono tutti oscurati. Che si vergognino a far sapere che ora sono i più cari? Fate voi.


Fa pandan con un messaggio salva coscienze scritto da Autostrade per l’Italia e apparso sui pannelli luminosi qualche mese fa: “Prezzi carburanti nelle aree di servizio”. E dove sennò? Chiaro e irripetibile. Come dire: i prezzi non te li diciamo, tu entra comunque nella stazione e fai rifornimento, il prezzo lo scoprirai dopo.


A proposito di pannelli luminosi a messaggio variabile, avete saputo del problema di scoppio dei telepass? Ben 65.000 esemplari del cicalino sono a rischio e vanno sostituiti immediatamente, a scanso di rischi. Vien quasi da pensare che, quando i pannelli luminosi auguravano “Buon Viaggio con Telepass.it”, più che farsi pubblicità, volessero semplicemente fare gli scongiuri, visto che erano al corrente di questo problema da due anni.

Ecco la storia dei Decreti Ministeriali che hanno regolato l'esposizione dei prezzi dei carburanti nel corso degli anni:

• DECRETO MINISTERIALE 7 MAGGIO 1994

Il decreto prevedeva, all’art. 3, l’obbligo per tutti gli impianti di distribuzione dei carburanti di esposizione dei prezzi (all’epoca consigliati) “in modo visibile dalla carreggiata stradale”.

 

Il suddetto decreto venne sostituito dal seguente:
• DECRETO MINISTERIALE 30 SETTEMBRE 1999
Con riferimento a tutti gli impianti di distribuzione dei carburanti il decreto prevedeva che, “Al fine di garantire la trasparenza dei prezzi di ogni singolo prodotto nei confronti dei consumatori finali, è fatto obbligo di esporre in modo visibile dalla carreggiata stradale i prezzi praticati al consumo.”

 

• DECRETO LEGISLATIVO 207/2005 e succ. mod. e int.
Il D.M. 30/9/1999 non è mai stato abrogato, ma è stato superato dal cd. “Codice del Consumo” (D.lgs. 206/2005), che all’art. 15, comma 5, prevede che: "I prezzi dei prodotti petroliferi per uso di autotrazione, esposti e pubblicizzati presso gli impianti automatici di distribuzione dei carburanti, devono essere esclusivamente quelli effettivamente praticati ai consumatori. E' fatto obbligo di esporre in modo visibile dalla carreggiata stradale i prezzi praticati al consumo."

Pertanto, gli impianti autostradali sono sempre stati interessati dall’obbligo di esposizione dei prezzi in modo visibile dalla carreggiata stradale.

 

• CODICE DELLA STRADA
Nonostante ciò, per un periodo di tempo Autostrade per l’Italia non ha consentito l’applicazione delle suddette norme, applicando il Codice della Strada (D.lgs. 285/1992) che, all’art. 23, comma 7, prevede: “È vietata qualsiasi forma di pubblicità lungo e in vista degli itinerari internazionali, delle autostrade e delle strade extraurbane principali e relativi accessi. Su dette strade è consentita la pubblicità nelle aree di servizio o di parcheggio solo se autorizzata dall'ente proprietario e sempre che non sia visibile dalle stesse. Sono consentiti i segnali indicanti servizi o indicazioni agli utenti purché autorizzati dall'ente proprietario delle strade. Sono altresì consentite le insegne di esercizio, con esclusione dei cartelli e delle insegne pubblicitarie e altri mezzi pubblicitari, purché autorizzate dall'ente proprietario della strada ed entro i limiti e alle condizioni stabilite con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Sono inoltre consentiti, purché autorizzati dall'ente proprietario della strada, nei limiti e alle condizioni stabiliti con il decreto di cui al periodo precedente, cartelli di valorizzazione e promozione del territorio indicanti siti d'interesse turistico e culturale e cartelli indicanti servizi di pubblico interesse. Con il decreto di cui al quarto periodo sono altresì individuati i servizi di pubblico interesse ai quali si applicano le disposizioni del periodo precedente”.

 

ASPI, avvalendosi della potestà conferitagli dal Codice della Strada, riteneva l’esposizione dei prezzi in prossimità degli impianti come pericolosa ai fini della sicurezza della circolazione, essendo di distrazione del conducente del veicolo. Oggi ci sono i benzacartelloni.

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