Bollo per le storiche, è caos. Ogni regione fa di testa sua: si deve pagare o no?

Bollo per le storiche, è caos. Ogni regione fa di testa sua: si deve pagare o no?
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Mentre il governo mette la parola fine alle agevolazioni fiscali per le storiche ventennali ogni regione fa valere le proprie norme locali. Risultato? Il caos più totale, mentre i cittadini non sanno più quanto e se devono pagare
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
21 gennaio 2015

Quella del ritorno del bollo per i veicoli storici di 20 anni è diventata una vera epopea all'italiana. Eravamo rimasti alla nuova Legge di Stabilità che, nel disperato tentativo di racimolare entrate fresche, cancellava l'esonero dal pagamento del bollo per i veicoli storici, che si tratti di auto e moto, fino 30 anni di età. 

Bollo per le ventennali: fine della pacchia

Nel dettaglio tecnico il nuovo disegno di legge abrogava i commi 2 e 3 della legge 342/2000 che estendevano l'esenzione in vigore per i veicoli e i motoveicoli con almeno 30 anni di età ad autoveicoli e motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico (determinato dall'Asi e, per i motoveicoli, anche dalla Fmi) riducendone il termine a 20 anni. Per essere ancora più precisi occorre aggiungere in ogni caso che non si dovrebbe parlare in tutti i casi di esenzione vera e propria, perché in realtà i veicoli di interesse storico dovevano comunque pagare un mini-bollo con un importo fordettario - poche decine di euro - nel caso in cui occuppassero anche occasionalmente il suolo pubblico (chi teneva auto e moto in garage invece non doveva pagare niente).

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Ogni regione sta intepretando l'abrogazione della norma sulle esenzioni a modo proprio


Ma tant'è, i veicoli storici godevano indubbiamente di agevolazioni fiscali, che la mannaia del governo Renzi ha voluto cancellare da un giorno all'altro. Fine della storia? Ovviamente no, perché siamo in Italia, il Paese dei mille campanili, dove tutti vogliono dire la propria e dove è sempre più difficile fare riforme fiscali concrete. La questione bollo per veicoli storici infatti ha fatto divampare un conflitto di competenze. Il governo ha prodotto una legge statale, valida quindi su tutto il territorio nazionale, per togliere il privilegio alle storiche, “dimenticandosi” che la riscossione del bollo è di competenza regionale.

Legge statale e norme regionali: eterno conflitto

Nel frattempo la Legge di Stabilità è stata approvata ma ogni regione italiana ha iniziato a fare di testa sua. Risultato? Il caos più totale. I proprietari di veicoli storici “ventennali” non sanno se e quanto devono pagare, per di più a soli dieci giorni dal 31 gennaio, termine entro il quale era obbligatorio versare il contributo per il mini-bollo agevolato. Come evidenzia Il Sole 24 Ore, il putiferio è nato a causa della miariade di leggi regionali prodotte ad hoc, che le Regioni si sono approvate automamente negli ultimi 12 anni proprio in materia di esenzione fiscale per i veicoli storici ventennali.

dimenticandosi” che la riscossione del bollo è di competenza regionale

 

La legge nazionale – l'ormai famosa 342/2000 citata in apertura - riservava le esenzioni ai mezzi di interesse storico, affidando ad Asi ed Fmi il compito di certificare i veicoli interessati. Alcune regioni però hanno assecondato in tutto e per tutto l'intepretazione Asi, concedendo l'esenzione solo a seguito dell'iscrizione al Club storico. Altre invece ne hanno fatto a meno, producendo leggi regionali decisamente favorevoli ai contribuenti, che di fatto concedevano il privilegio fiscale scavalcando Asi ed Fmi.

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In primavera si potrebbe arrivare ad una nuova revisione delle norme nazionali

Regioni: ognuna fa di testa sua

Dal momento che ora però la legge nazionale è stata abrogata dalla Legge di Stabilità resta da capire il destino di tutte queste leggine regionali. Per coerenza a livello giuridico – sottolinea il Sole – dovrebbero rimanere valide solo quelle che non fanno riferimento alla norma nazionale appena abrogata. Sono diverse le Regioni che hanno leggi di questo tipo, ma fino ad ora solo l'Emilia-Romagna ha confermato che manterrà inalterata la sua norma regionale, mentre le altre non si sono ancora pronunciate. 

 

Altre realtà poi, come la Lambordia, hanno annunciato l'arrivo di una nuova legge, mantenendo l'esensione per le ventennali, mentre in altri casi siamo davvero al caos. La Basilicata ha modificato la sua legge regionale ma non ha ancora deciso come applicarla. Il Veneto, così come l'Umbria, dovrebbero rimanere fedeli alla norma nazionale (quindi niente esenzione) ma non hanno ancora comunicato nulla di ufficale e intanto nei corridoi di Palazzo Chigi si sentono sempre più voci che parlano di una revisione della norma nazionale.

 

Insomma un gran pasticcio, che difficilmente si sistemerà entro la data fatidica del 31 gennaio. Senza un intervento politico al momento rimane impossibile uniformare le norme in tutte le regioni in tempo. Lo spiraglio in fondo al tunnel potrebbe essere una revisione totale della norma nazionale, che dovrebbe finire sui tavoli del governo già il prossimo marzo. Teniamo le dita incrociate...

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