CIR 2017. Scandola: “Dopo la vittoria di San Marino, Rally Finlandia!”

CIR 2017. Scandola: “Dopo la vittoria di San Marino, Rally Finlandia!”
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dopo aver largamente dominato il Rally di San Marino, Umberto Scandola “ri-vernicia” la sua Skoda Fabia R5 e va a correre il Neste Rally di Finlandia. Al suo fianco Michele Ferrari, Guido D’Amore aveva un impegno
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
27 luglio 2017

San Marino, Finlandia, 25 Luglio 2017. Dal caldo, peraltro sopportabile, di San Marino, al clima agonisticamente torrido del Mondiale Rally WRC in Finlandia, nona Tappa della stagione 2017. È l’agenda di Umberto Scandola, fresco vincitore del San Marino CIR e ora lanciato nella nuova avventura Mondiale. Ultima esperienza, l’Italia Sardegna Italia di due anni fa.

Intanto San Marino “recap”, un’affermazione piuttosto imperiosa ottenuta con la demolizione controllata di ogni forma di “opposizione”. C’è, indubbiamente, una particolare attitudine.

Umberto Scandola. “Diciamo che la terra è il nostro… elemento. La preferiamo perché la mia guida vi si adatta molto bene e perché abbiamo il “pacchetto” composto dalla Fabia R5, dalla gommatura Michelin e dalle nostre caratteristiche agonistiche che è molto competitivo. Grazie a tutto questo riusciamo ad esprimerci come abbiamo fatto in parte all’Adriatico e completamente, bene, a San Marino.”

Facile, relativamente perché non lo è mai, vincere, ma era anche facile perdere, come abbiamo visto.

US. “Il fatto è che a San Marino era facile rischiare. Per certi versi era quasi obbligato e quindi anche più “pericoloso”. Facilissimo sbagliare, dunque, io dovevo attaccare, Campedelli doveva attaccare, e le condizioni erano difficili, soprattutto nella seconda tappa. Strade molto tortuose, con molta polvere, e molte pietre che uscivano fuori sui passaggi successivi. È chiaro che oltre alla velocità ci voleva un’attenzione particolare, estrema, a dove si mettevamo le ruote. Noi abbiamo avuto in qualche occasione fortuna, in tante altre ci abbiamo messo magari un po’ di bravura, e siamo riusciti, così, a spingere il giusto senza prenderci troppi rischi, mantenendo ritmo e strategie su un livello che alla fine ha pagato.”

I punti che ci separano da Andreucci sono ancora tanti, però c’è una cosa che fa la differenza, l’umore, lo stato d’animo, il morale, come si dice. È una componente che potrebbe fare la differenza nelle due gare che ci restano da disputare

Ritmo ed equilibrio difficili da mantenere, visto che eri partito per attaccare?

US. “Sì, siamo partiti con l’unico obiettivo che era vincere la gara ed entrambe le tappe. Nella prima eravamo senz’altro agevolati dal fatto di partire indietro, terzi, e nella seconda abbiamo pagato un poco il fatto di partire per primi, ma non no ho mai fatto un problema, anche perché alla fine abbiamo vinto anche partendo per primi.”

La situazione qual è, adesso?

US. “È ancora critica, perché i punti che ci separano da Andreucci sono ancora tanti, però c’è una cosa che fa la differenza, l’umore, lo stato d’animo, il morale, come si dice. È una componente che potrebbe fare la differenza nelle due gare che ci restano da disputare e che ci sono in un certo senso favorevoli, perché abbiamo vinto le ultime edizioni a Roma e il 2 Valli, gara di casa, l’abbiamo vinto in passato. Sicuramente abbiamo un approccio positivo.”

Ci vorrebbe un CIR con più terra, insomma?

US. “Abbiamo visto che i Rally su terra mischiano le carte, e non poco. Lo dimostra Campedelli, lo dimostriamo noi. Io credo che, visto che sono così “influenti”, e visto che un Campionato Italiano dovrebbe essere la massima sfida di Auto, Gomme e Equipaggi, fintanto che non ci sarà un Campionato più equilibrato in questo senso, diciamo quattro gare su terra e quattro su asfalto, il risultato finale non sarà mai completamente veritiero. E fintanto che non ci saranno sufficienti gare su terra non avremo un Campionato Italiano all’altezza di una proiezione Mondiale.”

E dunque Mondiale in Finlandia. Anche questa partecipazione “extra” è finalizzata a una migliore preparazione per il finale dell’Italiano?

US. “La partecipazione al Rally Finlandia è nata un po’ come quella del Sardegna lo scorso anno, come un bellissimo extra. È in buona parte un regalo dei nostri Sponsor, che ringraziamo di cuore. Penso che possa tornare utile per le ultime due Gare dell’Italiano perché la lunghezza dell’impegno e le velocità elevatissime del Finlandia possono faorirci nell’approccio delle speciali quando torneremo a medie più basse in Italia.”

Andrete, in un certo senso, nella “tana del lupo”, a confrontarvi con la pletora di “Flying Finns” a casa loro, sugli sterrati velocissimi del loro Rally. Una bella prova, vero?

US. “Assolutamente vero, è “la tana del lupo”, ma non ci andiamo per stanare il lupo e non ci siamo imposti delle aspettative particolari. Sappiamo che sarà un’esperienza molto bella e difficile, non puntiamo a nessun risultato particolare se non quello di arrivare al traguardo finale e riportare a casa la Soda integra e un nuovo bagaglio di esperienza. Quindi siamo molto tranquilli e andiamo a vivere l’esperienza con grande equilibrio. Se otterremo anche un piccolo risultato meglio, ma non è per quello che siamo schierati.”

Che tipo di approccio generale bisogna avere “contro” un Finlandia? Quali le sue caratteristiche che ti colpiscono?

US. “Non l’abbiamo mai corso, ma sappiamo di che si tratta. Le Prove Speciali sono lunghe, molto veloci e con quei dossi in curva senz’altro temibili. Sai, sui rettilinei prendere e controllare la velocità non è la fine del mondo, ma sui salti in curva bisogna stare molto attenti, riuscire a capire bene sin dalle ricognizioni come far stare la Macchina attaccata al terreno. Sul dritto si può anche saltare, ma in curva, senza più aderenza, è una faccenda molto diversa! Anche per questo abbiamo “arruolato” un tutor finlandese, che ci aiuti a capire più velocemente le circostanze, le traiettorie, la velocità.”

Le Prove Speciali sono lunghe, molto veloci e con quei dossi in curva senz’altro temibili. Sai, sui rettilinei prendere e controllare la velocità non è la fine del mondo, ma sui salti in curva bisogna stare molto attenti

Il fatto di non avere al tuo fianco Guido D’Amore ti intimidisce?

US. “Con Michele Ferrari ci siamo conosciuti, sportivamente parlando, prima del San Marino, e abbiamo fatto anche una sessione di test. Riconosco che è molto bravo, professionale, e gli ci vorrà poco ad adattarsi alle mie esigenze. Sono convinto che il Navigatore non sarà un problema, ma certamente mi dispiace per Guido, perché mi sarebbe piaciuto condividere con lui l’esperienza.”

Grazie, in bocca al lupo per la bella avventura, e tienici informati!

US. “Grazie a voi, crepi il lupo”.

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