Dakar 2015. Lanciata ufficialmente la 37a edizione

Dakar 2015. Lanciata ufficialmente la 37a edizione
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Argentina-Bolivia-Cile. Dal 4 al 17 Gennaio. 13 tappe, una giornata di riposo. Oltre 9.000 chilometri attraverso i tre Paesi Sudamericani saranno lo sfondo del passaggio di 414 veicoli per un totale di 665 Concorrenti | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
20 novembre 2014

Parigi, 19 novembre. Pienone a un passo dalla Concorde, piazza “storica” non solo per Parigi. Da uno dei luoghi da dove ha mosso i primi passi l’avventura inventata da Thierry Sabine, è stata presentata la 37a edizione della Dakar Argentina-Bolivia-Cile 2015.

 

Etienne Lavigne, direttore della Dakar, e David Castera, il responsabile del percorso, hanno svelato, o per meglio dire, sintetizzato, le linee essenziali dell’edizione che prende il via il 4 gennaio da Buenos Aires, e che si concluderà ancora nella capitale argentina 14 giorno dopo, il 17 gennaio. Niente di nuovo, e niente che segnali una qualche indulgenza sulla natura del percorso e dell’impegno che attende i partecipanti. Sarà ancora una volta una Dakar da difficile a impossibile, unica variante concepibile in questo senso la clemenza del meteo.

Auto e moto su percorsi separati

Il percorso si specializza ulteriormente, separando in più occasioni i tracciati di moto e auto, e rispettivamente quad e camion, in modo da garantire un ulteriore coefficiente di “specializzazione” che renderà sicuramente più “aspri” i contenuti delle contesa. In compenso la “separazione” dei percorsi renderà ancor più interessante la corsa delle quattro ruote, i cui equipaggi non avranno più, in quelle occasioni, le tracce delle due ruote passate prima di loro sulla pista, e certamente cresce ancora il livello di quella sicurezza che è un po’ il nodo gordiano e la contraddizione di fondo del Rally più lungo, duro e difficile del Mondo.


Oltre 9.000 chilometri per moto e auto, poco più di 8.000 per i camion che non passeranno in Bolivia ma che resteranno più giorni nell’”Inferno” del deserto cileno. Di questi, più della metà sono di prova speciale, con settori cronometrati che possono superare i 500 chilometri e che saranno oltre 700 nel caso della tappa di ritorno dalla Bolivia, tra Uyuni e Iquique.

dakar 2014 (26)
Per auto e moto sono previsti oltre 9.000 km mentre per i camion poco più di 8.000

 

E ancora, tre tappe oltre i 3.500 metri di altitudine, con una punta oltre in 4.200, giornata di riposo, a Iquique nel Nord del Cile, separata per moto e macchine, quest’ultime mandate al giro di boa della Bolivia prima dello stop, e finalmente una tappa marathon, ovvero senza assistenza possibile se non quella tra i concorrenti, anche per gli equipaggi auto.


La Dakar 2014 non registra un nuovo record di partecipazione ma, tenuto conto dei tempi e della flessione inevitabile, “tiene” in maniera impressionante. Il che è sinonimo di un interesse crescente. 414 veicoli in totale, suddivisi in 164 moto, 138 auto, 48 quad e 64 camion. Sono la cifra iperbolica di 665 concorrenti in rappresentanza di 53 nazioni del pianeta. Rispetto all’edizione 2014, cedono qualche unità moto, auto e camion, e guadagnano i piccoli quattro ruote che godono in Sud America di un successo crescente, favorito anche dalle vittorie, uniche della storia per gli americano latini, di argentini e cileni.

Peugeot torno dopo 25 anni

Il valore della partecipazione verte su alcune novità importanti, quando non sensazionali. La più “grossa”, sintesi di una nouvelle vague globale, è il ritorno alla Dakar, dopo 25 anni, di Peugeot. La Casa francese, che ha dominato la Parigi-Dakar per quattro anni, dal 1987 al 1990 con le 205 e 405 T16 Grand Raid, allinea alla partenza del Rally tre inedite 2008 DKR, autentici prototipi concepiti con uno schema rivoluzionario. A guidarle, la sensazione fa sì che lo sappiano ormai tutti, saranno Stephane Peterhansel, Carlos Sainz e Cyril Despres. I tre campioni sommano 17 vittorie, quasi metà delle Dakar disputate.


Quello di Despres è anche il nome che rivoluziona la “mappatura” della gara delle moto. Passato alle auto, il francese fa venire meno il duello che ha caratterizzato dieci anni di Dakar delle moto, e virtualmente apre la porta al quinto successo di Marc Coma, campione in carica. Ma, naturalmente, non è una porta spalancata. A volerci mettere una “zeppa” a tutti i costi ci sono Honda, che schiera il Team HRC e punta sul talento del futuro Joan Barreda, e Yamaha, che ha completato il reclutamento di una Squadra senza compromessi di ambizioni con l’acquisizione di Alessandro Botturi.


Tra le auto la situazione appare altrettanto avvincente. Joan “Nani” Roma non avrà la strada libera. Oltre a Peugeot, che comunque non si ritiene nel numero dei favoriti a causa della precocità con cui è stata allestita la 2008, altre Mini All4 Racing sono in buone mani, soprattutto quella di Nasser Al-Attyia che ha finalmente deciso di partecipare con la macchina tedesca ma con il proprio Team “intestato” al Qatar.

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