Emissioni & CO(2), Bosch spinge il diesel rinnovabile: basterà?

Emissioni & CO(2), Bosch spinge il diesel rinnovabile: basterà?
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Prima di sostituire veicoli e rivoluzionare le infrastrutture, i tedeschi promuovono l’uso di gasolio che abbatte drasticamente le emissioni di CO2, facendolo usare ai dirigenti
11 dicembre 2018

Non è solo in Italia che si dibatte, sulle emissioni di CO2 da demonizzare e tassare, sui nuovi diesel da pre-pensionare o al contrario aiutare. Anche nella patria dei motori TDI e CDI, oltre che dello scandalo dieselgate, quelli di Bosch si danno molto da fare, per tenere vivo il mondo dell’auto alimentata a gasolio. Il Ceo Volkmar Denner e i membri del Consiglio dell’azienda produttrice di sistemi alla base del diesel moderno, quelli che sono a capo di un colosso, ma restano rappresentanza di sole, omonime, fondazione e famiglia (visto il recente rifiuto alla quotazione, ndr) guidano vetture alimentate a gasolio. Non uno qualunque però, perché all’ambiente fanno vedere di tenerci sul serio e il pieno lo fanno solo alle stazioni aziendali (Feuerbach, Schwieberdingen e Hildesheim). Con il cosiddetto CARE, tecnologia diesel completamente rinnovabile.

Normativa emissioni auto

Come già scritto in passato sulle pagine di Automoto.it. il CARE (CO2 reduction, Arctic grade, Renewable, Emission reduction) è un carburante rinnovabile sintetico, che deriva principalmente da sottoprodotti e materiali di scarto (oli da cucina riciclati e grasso). Chi lo fornisce (Neste, quindi Toolfuel) parla di riduzione emissioni CO2 per quasi due terzi: 65% nel ciclo Well to Wheel, cioè dal pozzo di estrazione fino all’uso nei veicoli. Da Bosch affermano che l’impiego di carburanti come questo sarebbe da “considerare” nelle normative sulle emissioni perché ha un impatto ecologico molto più rapido, rispetto alla “sostituzione dei veicoli e dell'infrastruttura”. A oggi però, nemmeno in Germania il diesel CARE è incluso nella legge per la prevenzione dell’inquinamento atmosferico, non essendo disponibile nelle normali stazioni di servizio. Bosch cerca di dimostrarne la possibile adozione su vasta scala.

E33

L’azienda che per ora rifiuta di essere quotata sui mercati finanziari, pur dovendo affrontare il peso della rivoluzione elettrica, incoraggia l’uso di auto endotermiche con carburanti rinnovabili e sintetici. Il blue diesel approvato è un carburante R33 della Shell (33% rinnovabile – teorico -20% di CO2) che viene usato per un migliaio di veicoli aziendali, condivisi e in prova. Prima di renderlo pubblico però, occorre una piccola rivoluzione formale e di approvazione delle auto stesse, secondo la normativa EN 15490 per i carburanti diesel paraffinici (al posto della EN 590). Questioni anche di sicurezza, quindi, che oltretutto potranno variare da nazione a nazione. Il dettaglio, di orizzonte istituzionale e politico, sommato a un maggior costo del CARE rispetto al normale gasolio, non fa oggettivamente intravedere un’immediata applicazione su larga scala, salvo accordi sovranazionali (comunitari) ben visti dai produttori stessi (di carburante).

Meno diesel più CO2

Andando ai numeri, si stima un 18% delle emissioni di CO2 causato dal traffico. Ma se le emissioni dei nuovi modelli sono scese parecchio (un quarto dal 2007) i livelli di CO2 europei sono di nuovo in aumento. Motivo? Una delle ragioni è il calo di nuovi veicoli diesel immatricolati: rispetto alle versioni benzina, l’impatto del carbonio dello stesso modello diesel è in media inferiore, del 15%, ci ricordano da Bosch: "Oltre all’elettromobilità abbiamo bisogno del diesel e di carburanti sintetici, rinnovabili, per ridurre le emissioni di gas serra" dichiara Denner. I componenti necessari all’uso del nuovo carburante (es. pompa e ugelli di iniezione) sono già stati testati e le case auto sono libere di approvarli per l’uso.

  

 

OMF

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