FCA, un momento nero negli USA tra multe, richiami e lavoratori scontenti

FCA, un momento nero negli USA tra multe, richiami e lavoratori scontenti
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Daniele Pizzo
Da una parte la NHTSA e la maximulta da 105 milioni di dollari che potrebbe lievitare. Dall'altra il mancato accordo con il sindacato UAW sul rinnovo del contratto di lavoro. Ecco i nodi che Fiat-Chrysler dovrà sciogliere nei mesi a venire
2 ottobre 2015

Punti chiave

Non una, ma ben due sono le tegole che in questi giorni sono cadute sulla testa del Gruppo FCA negli Stati Uniti. Da una parte c'è un procedimento ancora aperto con la NHTSA, la severa autorità USA che vigila sulla sicurezza dei trasporti, che rischia di aggravarsi. Dall'altro, un certo malcontento che serpeggia tra i lavoratori delle fabbriche nordamericane sul tema rinnovo del contratto di lavoro. 

La maximulta che potrebbe lievitare 

In luglio la National Highway Traffic Safety Administration aveva inflitto al gruppo guidato da Sergio Marchionne una maximulta di 105 milioni di dollari, la più alta nella storia dell'agenzia governativa. Perché? Per non aver rimediato tempestivamente a tre campagne di richiamo e aver ritardato a fornire le informazioni obbligatorie all'ente stabilite dal “National Traffic and Motor Vehicle Safety Act” per 23 campagne su veicoli difettosi. 

 

Adesso che il Segretario dei Trasporti Anthony Foxx ha disposto di approfondire le indagini, la multa potrebbe lievitare, perché pare che Fca avrebbe dato comunicazione all'amministrazione di meno incidenti rispetto a quanti avvenuti in realtà. Dal canto suo il gruppo italoamericano si è limitato a commentare in una breve nota che «FCA US considera la questione molto seriamente e continuerà a cooperare con la NHTSA per risolvere il problema e assicurarsi che altri problemi de genere non si verifichino nuovamente». 

Il tira e molla con i sindacati, anche Oltreoceano

L'altro fronte che deve affrontare Sergio Marchionne è quello del rinnovo dell'intesa con i lavoratori riuniti sotto la sigla UAW, il potente sindacato americano. Nei giorni scorsi Marchionne e il segretario della United Automobile Workers Dennis Williams avevano firmato un accordo preliminare, che è stato sottoposto al parere dei 40.000 addetti impiegati negli stabilimenti americani. 

sergio marchionne Dennis williams uaw
Sergio Marchionne e Dennis Williams, leader del UAW, durante un momento trattativa per il rinnovo del contratto. L'accordo preliminare è stato bocciato dal 65% dei membri del sindacato

 

Il 65% degli operai ha bocciato l'accordo, che dunque dovrà essere rivisto nelle prossime settimane. E se da un lato il segretario Williams ha accolto il verdetto dichiarando «il potere del nostro sindacato sono i nostri membri e a loro spetta la decisione finale», dall'altra FCA ha commentato con una nota dai toni piuttosto delusi: «FCA US è dispiaciuta che i membri del UAW abbiano votato per non ratificare l'accordo preliminare», aggiungendo «I ricordi della nostra esperienza che nel 2009 ci ha avvicinato alla morte (la procedura fallimentare voluta dall'amministrazione Obama, ndr) sono vivi nella mente della maggioranza  di noi. Da allora un grande numero di lavoratori è stato inserito nel Gruppo, i quali, per fortuna, non hanno dovuto sopportare il dolore e i sacrifici che furono richiesti allora». 

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