Fiat Group: nuovi modelli, alleanze ed investimenti globali all'orizzonte

Fiat Group: nuovi modelli, alleanze ed investimenti globali all'orizzonte
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Sergio Marchionne ha lasciato intendere i punti cardine della nuova strategia imprenditoriale di Fiat Group Automobiles, che prevede l’alleanza con un nuovo partner, il lancio di nuovi modelli e una maggiore integrazione tra i Marchi italiani e quelli statunitensi
17 gennaio 2012

Col tempo sembra delinearsi sempre più chiaramente il piano imprenditoriale concepito da Sergio Marchionne per continuare a sviluppare il Gruppo Fiat-Chrysler, con l’obiettivo di proporre prodotti sempre più competitivi in tutti i principali mercati mondiali.

L’Amministratore Delegato del Gruppo Fiat ha lasciato intendere la sua strategia durante il tradizionale seminario organizzato in Svizzera da Bank am Bellevue e le sue parole sembrano confermare la volontà di allargare l’alleanza italo-americana a un terzo partner, in modo da poter condividere nuove tecnologie, che offrano la possibilità di mettere sul mercato prodotti più competitivi e attraenti.

Marchionne infatti è rientrato dagli Stati Uniti e ha intrapreso proprio in questi giorni un lungo viaggio, che ha l’obiettivo di definire quali siano i margini d’azione del Gruppo Fiat in vista di un futuro accordo.

L’ipotesi più accreditata sembra essere quella di un’alleanza con il Gruppo PSA Peugeot-Citroën, anche se Fiat potrebbe approfittare della clamorosa rottura avvenuta tra Suzuki e Volkswagen per stringere un accordo con il colosso tedesco.

Sembra infatti che la Casa di Wolfsburg abbia già intavolato una trattativa con Marchionne, a cui sarebbe concesso di continuare la produzione negli stabilimenti ungheresi, (dove oggi Fiat e Suzuki producono insieme Sedici e SX4), a patto che sia disposto a condividere con Volkswagen una vettura crossover di classe media.

Le trattative rimangono aperte anche con Hyundai-Kia, che possiedono il centro stile e numerosi stabilimenti in Europa, con Renault-Nissan, ma anche con Opel, con cui la Casa torinese stava per siglare una joint-venture già nel 2009.

La strategia offensiva di Marchionne scommette naturalmente anche sul lancio di nuovi modelli, che rappresenta attualmente l’unica concreta possibilità di ottenere nuovi successi commerciali.

Continuare a investire infatti è l’unico modo per emergere in maniera vincente in un momento caratterizzato da una congiuntura economica negativa e Marchionne intende portare avanti questa convinzione sostenendo con il massimo sforzo la commercializzazione della nuova Panda e portando a termine lo sviluppo del progetto denominato L-0, che prevede il lancio entro quest’anno di una nuova monovolume, che richiamerà esplicitamente le forme della 500.

Marchionne però deve risolvere anche la questione che continua a paralizzare il dibattito tra la Fiat e la Fiom, la cui rappresentanza continua a essere esclusa all’interno delle fabbriche che hanno siglato il nuovo contratto di lavoro e deve anche definire chiaramente quale sarà il futuro da riservare allo stabilimento di Mirafiori.

Landini, Segratario della Fiom, continua a chiedere insistentemente quali prodotti verranno destinati alla produzione nella fabbrica torinese, ma per il momento i Vertici Fiat non hanno fornito risposte certe.

Mentre a Pomigliano è stata avviata recentemente la produzione della nuova Panda, che garantirà l’occupazione dei lavoratori per alcuni anni, entro quest’anno Mirafiori cesserà la produzione delle monovolume Idea e Musa e le linee di montaggio continueranno a fabbricare solo la MiTo (attesa anche in versione a cinque porte).

Sembra essere confermata però l’indiscrezione secondo cui nello storico stabilimento torinese inizierà la produzione di un nuovo SUV compatto firmato Jeep, che dovrebbe garantire il posto di lavoro agli operai per il prossimo futuro.

L’ultimo tassello della strategia di Marchionne prevede infine una più completa integrazione del Brand italiano con Chrysler, che dovrebbe raggiungere entro la fine dell’anno la quota azionaria del 50%, in modo da poter sostenere in maniera sempre più competitiva il livello dei costi,grazie alla condivisione di medesime tecnologie e piattaforme costruttive.

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