Fiat: «Saremo responsabili, ma il piano Fabbrica Italia è superato»

Fiat: «Saremo responsabili, ma il piano Fabbrica Italia è superato»
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Il piano Fabbrica Italia non risulta essere più contestualizzata con le attuali esigenze del mercato ed è superato
14 settembre 2012

«Il nuovo piano sarà reso noto a fine ottobre, ma Fabbrica Italia è ormai superato perché da quando nel 2010 fu annunciato le cose sono cambiate. La Fiat ribadisce la sua posizione già espressa un anno fa e garantisce che farà scelte responsabili senza dimenticare l'importanza dell'Italia e dell'Europa.»

Fabbrica Italia è un progetto che fu introdotto nel 2010 e prevedeva investimenti per una cifra pari a 20 miliardi di euro.

«Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell'aprile 2010 - spiega il comunicato Fiat - le cose sono profondamente cambiate. Il mercato dell'auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni settanta. E' quindi impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa.»

 

Fiat è con Chrysler una multinazionale, precisano dal Lingotto e «quindi, come ogni azienda in ogni parte del mondo ha il diritto e il dovere di compiere scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a crescere e a diventare più competitiva. La Fiat ha scelto di gestire questa libertà in modo responsabile e continuerà a farlo per non compromettere il proprio futuro, senza dimenticare l'importanza dell'Italia e dell'Europa.»

Il Gruppo torinese sottolinea che dall'ottobre 2011 il termine Fabbrica Italia non venne più impiegato in quanto «molti l’avevano interpretata come un impegno assoluto dell’azienda, mentre si trattava di un’iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l’altro alcun incentivo pubblico.»

Per i sindacati, però, è un nuovo campanello d'allarme: il leader della Fiom, Maurizio Landini e il responsabile Auto della Fim, Ferdinando Uliano chiedono l'intervento del governo. L'azienda ricorda che il 27 ottobre 2011 aveva annunciato che non avrebbe più utilizzato la dizione Fabbrica Italia perché «molti l'avevano interpretata come un impegno assoluto dell'azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l'altro alcun incentivo pubblico.»

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