Idrogeno: l'Italia non è pronta per la Toyota Mirai

Idrogeno: l'Italia non è pronta per la Toyota Mirai
Pubblicità
Daniele Pizzo
Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Belgio sono gli unici mercati europei in cui verrà commercializzata la prima vettura a idrogeno prodotta in serie. Carlucci, ad di Toyota Motor Italia: «Serve l'impegno delle istituzioni»
15 ottobre 2015

Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Belgio sono i primi paesi europei in cui Toyota ha avviato le vendite della Toyota Mirai, la prima vettura alimentata a idrogeno ad essere prodotta in grande serie

 

L'Italia, come molti altri paesi del Vecchio Continente, è però esclusa dal novero dei mercati in cui la Casa di Nagoya commercializzerà la sua berlina fuel cell. Il perché è presto detto: mancano le normative atte a sviluppare questo tipo di mercato, ma soprattutto le stazioni per il rifornimento. L’unica presente nel Bel Paese si trova a Bolzano, dove è presente un impianto che eroga idrogeno a 700 bar. 

Perché la Mirai non è venduta in Italia

«La normativa attuale – spiega Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia – prevede che, nel nostro Paese, le stazioni di rifornimento non possano erogare idrogeno a una pressione superiore a 350 bar, quando invece i serbatoi montati sulle moderne vetture a celle a combustibile garantiscono il funzionamento in totale sicurezza a 700 bar. L’Italia ha bisogno che tutte le Istituzioni si impegnino per sviluppare e sfruttare al meglio una risorsa energetica così importante come l’idrogeno. L’obiettivo di Toyota è quello di convincere le Istituzioni stesse della necessità di una rete autostradale a idrogeno strutturata ed efficiente, visto che l’utilizzo di tale risorsa rappresenterà, nel lungo periodo, un volano concreto non solo per la tutela dell’ambiente ma, soprattutto, per il benessere della nostra società e il rilancio della nostra economia». 

Rifornimento? Come una diesel o benzina

Le vetture a idrogeno trasformano il gas in energia elettrica, che viene prodotta dalle celle di combustibile, e che serve ad azionare i motori elettrici. Il vapore acqueo è l'unico prodotto di scarto di questo processo. Possono essere considerate delle auto elettriche, dunque, con la differenza che l'energia elettrica non viene prodotta altrove (una centrale, pannelli solari, pale eoliche, etc) ma a bordo. 

 

Il costo di questa tecnologia è al momento piuttosto elevato. Una Mirai costa in Germania circa 66.000 euro + IVA, ma in prospettiva l'utilizzo quotidiano è più pratico rispetto ad una auto elettrica a batterie che necessita di tempi di ricarica più lunghi: circa mezz'ora per le ricariche parziali veloci (ma non tutte le colonnine sono adatte) e fino a qualche ora per la ricarica completa attraverso la rete a 220 V. 

 

La Mirai si rifornisce in circa 3 minuti ed ha un’autonomia di oltre 500 km con un pieno. Numeri molto simili a quelli delle vetture tradizionali a benzina o diesel. Sempre che si trovi un distributore...

Pubblicità