Italian Baja 2015: vittoria a Nasser Al-Attiyah

Italian Baja 2015: vittoria a Nasser Al-Attiyah
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Il fuoristrada iridato accende la passione in Friuli con la quinta prova della FIA Cross Country Rally World Cup 2015 vinta dal “dakariano” Al-Attiyah sulla MINI All4 Racing
1 luglio 2015

Il Friuli ha accolto lo scorso fine settimana la ventiduesima edizione di Italian Baja, quinta prova FIA Cross Country Rally World Cup 2015, valida anche per il Campionato Italiano della medesima specialità. In provincia di Pordenone per tre giorni si sono disputate le intense prove della classica e affascinante gara per fuoristrada che si svolge sui greti dei fiumi Meduna, Cosa e Tagliamento. 

 

Al termine, terzo successo di stagione per Nasser Al-Attiyah navigato da Mathieu Baumel, con la performante Mini All4 Racing del team ufficiale X-Raid. Il pilota del Qatar, che si era aggiudicato la corsa già nel 2008, precede il brasiliano Reinaldo Varela, vincitore nel 2012 e il russo Vladimir Vasilyev, che rimane al comando della classifica generale. Se gli stranieri si sono presentati agguerritissimi per la serie internazionale, monopolizzando i primi posti, nell’Italiano è la Suzuki di Lorenzo Codecà a trionfare meritatamente. Nonostante un terreno tutt’altro che favorevole e una preparazione tecnica dedicata al campionato nazionale, meno estrema di quelle per la Coppa mondiale, la Gran Vitara del pilota brianzolo chiude nella top-ten assoluta. 

Bello esserci

Se l’interesse mediatico per questa categoria in Italia è oggi limitato, al contrario sono invece molti gli iscritti all’evento, quasi cento divisi in gruppi di veicoli differenti tra loro: auto, moto, quad e camion. Abbiamo seguito dal vivo la manifestazione a bordo della nuova Suzuki Jimny 4WD Street, vettura dedicata al nostro mercato e non solo simpatica nella sua tinta bicolore, ma sostanzialmente perfetta per l’occasione: alternandosi qui tra le normali strade delle cittadine friulane, in 2WD e l’avventura vera e propria dei medesimi percorsi di gara riservati ai concorrenti, rigorosamente in 4WD a rapporti ridotti e controlli elettronici spenti. 

Un’atmosfera molto semplice e quasi spartana, causa l’ambientazione totalmente inserita nella natura, ma al contempo coinvolgente per lo spettacolo assoluto dei passaggi tra i sentieri nei boschi e i letti dei fiumi


L’aria che si respira all’Italian Baja meriterebbe di essere conosciuta da ogni appassionato di Motorsport. Umanamente è un po’ speciale, differente da qualunque gara in autodromo e in parte anche rispetto ai classici Rally. Un’atmosfera molto semplice e quasi spartana, causa l’ambientazione totalmente inserita nella natura, ma al contempo coinvolgente per lo spettacolo assoluto dei passaggi tra i sentieri nei boschi e i letti dei fiumi. Il contatto con il campo di gara è diretto e caratteristico, con l’ambiente pordenonese fatto di percorsi tra le coltivazioni ma soprattutto sabbia mista a ghiaia e sassi, in prossimità dei fiumi. Infinitamente varia è invece la tipologia di veicoli che si possono osservare e persino toccare con mano. Prestando attenzione al sopraggiungere dei concorrenti in gara, su percorsi che sono resi pubblici solo all’ultimo momento, si vedono competere dalle semplici derivazioni dei modelli di serie, anche datati, ai veri ed esasperati prototipi contemporanei, utilizzati anche per i raid internazionali come la Dakar e capaci qui di “volare” sopra dossi e avvallamenti di ogni entità come nulla fosse, anche a velocità molto elevate. 


Una manifestazione non troppo per “fighetti”, poiché ci si sporcano le scarpe e impolverano i vestiti, come minimo, esponendosi anche a qualche schizzo d’acqua o peggio sasso, qualora non si tengano aperti bene gli occhi; manifestazione che accompagna però pubblico e addetti ai lavori da mattino a sera con energia, garantendo un intrattenimento molto dinamico. Le ore di spettacolo sono ventidue, su tre giornate, con gli ampi spazi dedicati e la necessità di movimento, sia a piedi sia con veicoli fuoristrada propri, che fanno sentire un po’ tutti parte attiva dell’evento, condividendo percorsi ed eventuali punti di ristoro, come avvenuto per i divertiti iscritti al concomitante raduno Suzuki. 

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L'Italian Baja 2015 è stata dominata dal pilota ufficiale MINI X-Raid Nasser Al-Attiyah, due volte vincitore alla Dakar

La gara

Venerdì: Archiviate le verifiche tecniche e sportive presso i padiglioni della Fiera di Pordenone, alle ore 16.00 parte la 22° Italian Baja, con trasferimenti a Spilimbergo e Zoppola per il prologo, caratterizzato da grandi guadi. Il primo ”Super Special Stage” sul Meduna, prova di 11 km, vede lo spettacolare attraversamento di tratti d’acqua capaci di mettere in crisi non pochi concorrenti, con l’intervento dei mezzi di soccorso abbastanza frequente, per recuperare veicoli ammutoliti dentro un guado, o poco dopo averlo eseguito. Per le auto si notano le differenze tecniche tra le vetture che competono per la Coppa del mondo e quelle che ambiscono solo al trofeo nazionale, subito pesanti quindi i distacchi tra la vetta della classifica e la parte finale. Al-Attiyah con la Mini All4 Racing (T1) distanzia tutti i rivali, con prestazioni esagerate garantite da un veicolo parente solo nelle forme estetiche della Mini stradale. Tra gli italiani si rileva la buona prova iniziale di Mauro Trentin su Toyota, ottavo assoluto davanti a Lorenzo Codecà su Suzuki Grand Vitara, Miki Biasion (Tubolare Vm) ed Elvis Borsoi (Ford Raptor). Problemi tecnici privano invece quasi subito Alex Caffi e la PanDakar della possibilità di procedere. 

 

Sabato: Prosegue come da copione il dominio di Al-Attiyah, che chiude in testa con ben 45’’ di vantaggio su Varela, al volante della Toyota Hilux Overdrive. Terzo il russo Alexsandr Zheludov, su un’altra Hilux e solo quarto il leader della classifica FIA, Vasilyev. Primo degli italiani già al mattino è l’alfiere di Suzuki Italia Codecà, ottavo assoluto. Molto spettacolari i passaggi sul settore selettivo San Lorenzo, percorso di 85 km che è parte della tappa. Il primo giro ha visto l’arrembante brasiliano Varela far sventolare la bandiera verde e gialla che espone sul proprio veicolo davanti a tutti, segnando il miglior crono e precedendo Vasilyev e Zheludov. La presenza Toyota nelle prime tre piazze si rivelerà però momentanea, forse causa prudenza di Al-Attiyah sui guadi dove non correva da sette anni.

 

Tanto il pubblico nei punti più spettacolari del percorso, come "Rauscedo Jump" e "Valvadrom", luoghi dove osservare dei balzi a volte oltre misura, per chi tiene giù troppo il piede. Nel secondo passaggio cambiano musica e distanza percorsa “volando”: tutti abbassano i tempi, in particolare Al-Attiyah che riprende il comando davanti a Varela, Zheludov e Vasilyev. Codecà rafforza la leadership tricolore davanti a Borsoi, mentre problemi tecnici fermano la Mitsubishi di Riccardo Colombo e arretrano pesantemente sia Biasion (motore) sia Trentin (frizione). 

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Lorenzo Codecà sulla Suzuki Grand Vitara V6 si è aggiudicato la prova valevole per il Campionato Italiano


Domenica: Al-Attiyah sigla il miglior tempo in entrambi i settori selettivi, surclassando la concorrenza grazie anche a un veicolo figlio dello sviluppo compiuto per competere nei grandi raid. Si corre in senso inverso rispetto al sabato, con start da Cosa di San Giorgio della Richinvelda e arrivo in località San Lorenzo di Arzene. A cercare di fare pressione relativa dietro è sempre Varela, che però chiude con un distacco di ben 1’24’’. In una giornata di sole cocente tanto pubblico italiano e straniero si è assiepato lungo il percorso, godendo dello spettacolo nei cambi direzione, presso i guadi e i salti. Nel finale di gara Vasilyev guadagna il terzo gradino del podio, complice il ritiro del connazionale Zheludov. Come chiaro sin dal venerdì, Lorenzo Codecà e la sua gialla Grand Vitara V6 3.6 sono l’accoppiata migliore tra gli italiani: decimo posto assoluto nonostante un mezzo non nato per affrontare salti e guadi sui fiumi.

 

Il pilota Suzuki ha tenuto un passo tirato soprattutto nella prima giornata, gestendo poi il vantaggio sui concorrenti diretti e badando al risultato di categoria. In mezzo ai tanti abbandoni Eugenio Amos, con un Polaris Rzr classe T3, riesce a chiudere quindicesimo davanti a Borsoi. Il monomarca Suzuki Challenge vede vittoriosa la coppia Andrea Luchini e Piero Bosco, con Grand Vitara 1.9 DDiS T2. 

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