Le Mans 2017. Toyota, oltre al danno la beffa [Video]

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A volte sembra proprio che contro il destino ci sia poco da fare. La rottura della frizione della TS050H a Le Mans ne è un esempio lampante
19 giugno 2017

Riuscite a immaginare quale concentrazione richieda una gara come la 24h di Le Mans? Una gara dove, prima di partire, devi arrenderti al fondamento secondo cui non puoi scegliere di vincere la gara, ma, al massimo, è la gara che sceglie chi sarà il vincitore

Paura, adrenalina, velocità folli. Se siete a bordo di una LMP1 possono essere poche le cose più terrificanti da affrontare: un ritmo serrato, quasi da qualifica giro dopo giro, le auto più lente a cui fare attenzione, e la notte che riserva sorprese continue. 

Come il dramma che ha visto spezzare una ferrea leadership in pochi minuti. Toyota guida la corsa con due vetture da quasi 10 ore e la 919 più vicina è a un minuto dall'auto #7 di Kobayashi, poleman, e, fino a quel momento, leader della gara. Ma presto le cose cominciano a prendere una brutta piega; la TS050 #9, dopo un contatto con un'altra vettura in gara, fora una gomma posteriore che provoca un danneggiamento di ERS e sistema di raffreddamento dell'olio, che porteranno l'auto al ritiro entro pochi minuti. 

Diversa la storia che ha visto protagonista l'auto gemella pochi minuti prima, sulla quale si è abbattuto un destino beffardo oltre ogni limite. Il team approfitta del regime di safety car per fare una sosta e perdere così meno tempo, visto il ritmo rallentato. A fine pit-stop, la #7 riparte e si ferma al semaforo per attendere il proprio gruppo di SC (a Le Mans data la lunghezza della pista ci sono più di una safety car). 

Ecco che allora la sorte decide di far comparire una di quelle pedine contro le quali ben poco è possibile fare, soprattutto se si è affogati in uno dei cockpit più claustrofobici del motorsport, si è in testa alla 24h di Le Mans, è buio e la situazione è delicata come poche. 

Alla Toyota del pilota nipponico si avvicina un uomo, vestito a colpo d'occhio in maniera non dissimile da un commissario, va davanti alla vettura in testa alla corsa e col pollice fa un cenno a cui Kobayashi associa l'OK per la ripartenza, nonostante il semaforo di fronte a lui sia rosso. Kamui riavvia la belva, stacca la frizione e si accinge a ripartire, ma passano pochi istanti prima che sia fermato dai box, da dove arriva l'ordine di arrestare l'auto visto che la safety car è sempre lontana. Paura di una penalità e la #7 è di nuovo ferma davanti al semaforo. Pochi istanti e l'episodio si ripete, stessa persona e il piltota riparte. Così come pochi istanti prima, gli ingegneri fermano il pilota che a questo punto ha preso in mano la frizione per la seconda volta.

Semaforo verde, passa la SC e la TS050 può riprendere la strada della pista. Quarta ripartenza dal box e a questo punto con le temperature a livelli critici, visto lo stress del propulsore tanto potente (1000 CV), e il fatto che questa parte della trasmissione non riesca a gestire una marcia di tipo "start&stop", la Toyota cede definitivamente pochi chilometri dopo.

Circa un quarto d'ora per vedere i sogni infrangersi con una violenza immane. Adesso al comando c'è la Porsche #1, che sembrava tagliata fuori dalla lotta per il podio. Ma quindi, perchè quel commissario avrà fatto cenno al pilota di ripartire nonostante il semaforo rosso e la SC lontanissima?

Semplice. Perchè quel commissario non era un commissario. Nonostante la notevole somiglianza a un primo colpo d'occhio, visto il colore del capo indossato, quella persona era il pilota della Ligier #45, Vincent Capillaire, dell'Algarve Pro Racing. Che probabilmente, in un momento di entusiasmo e di spirito di solidarietà tra piloti, con il pollice alzato stava facendo i complimenti a Kobayashi per l'incredibile gara condotta fino a quel momento.

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