McLaren P1: ecco come suona il motore all'avvio

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Emiliano Perucca Orfei
Durante la nostra visita alla Casa di Woking abbiamo avuto l'opportunità esclusiva di ascoltare il sound profondo e incontenibile del V8 biturbo che si nasconde sotto alla McLaren P1
20 settembre 2013

Woking – In occasione della nostra visita alla sede della McLaren a Woking, piccola cittadina del Surrey, in Inghilterra, abbiamo avuto un incontro ravvicinato con la McLaren P1, la più potente supercar stradale mai realizzata dal costruttore britannico.

Ascoltiamo la voce del V8 biturbo nella fabbrica di Woking

Durante il nostro tour all'interno del McLaren Technology Center, che presto avremo modo di raccontarvi, abbiamo avuto l'opportunità esclusiva di ascoltare il sound profondo e incontenibile del V8 biturbo che si nasconde sotto a quella carrozzeria dalle forme così originali e sinuose, che rendono assolutamente inconfondibile l'ultima supercar nata dalla maestria costruttore britannico.

 

La P1, fiore all'occhiello della divisione McLaren Automotive, raccoglie virtualmente l'eredità dell'indimenticatabile McLaren F1 presentata nel 1993, ma evolve all'estremo il concetto di supercar ad altissime prestazioni, servendosi della tecnologia ibrida, che ha permesso di raggiungere valori di potenza e coppia impensabili fino a poco tempo fa, almeno su una vettura equipaggiata con un motore di questa cubatura.

 

Massima espressione dell'attuale tecnologia applicata all'automobile, la P1 verrà prodotta in soli 375 esemplari e si presenta come la diretta concorrente delle più recenti supercar ibride ad altissime prestazioni a partire da LaFerrari fino alla recentissima Porsche 918 Spyder.

 

Il sound del V8 bitrubo che pulsa sotto al cofano della McLaren P1

L'esperienza di McLaren nella lavorazione della fibra di carbonio

La Casa di Woking è nota per essere stata una delle prime realtà automobilistiche a specializzarsi nella lavorazione della fibra di carbonio, tanto che nel 1981 McLaren realizza la prima monoposto di F1 con telaio in fibra, mentre nel 1993 la F1 diventa la prima auto stradale con una scotta autoportante in fibra di carbonio.

 

La P1 naturalmente non poteva essere da meno e difatti si serve di una sofisticatissima monoscocca realizzata interamente in fibra di carbonio, che garantisce non solo estrema rigidità torsionale ed elevatissima resistenza in caso di impatto, ma anche grande leggerezza.

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La McLaren P1 è una supercar ibrida da 916 CV

Un powertrain ibrido da 916 CV

Dotata del già citato propulsore V8 da 3.8 litri biturbo, di cui abbiamo potuto assaporare le note attraverso l'ampio terminale di scarico centrale, la P1 abbina all'unità termica un motore elettrico alimentato a batteria per una potenza complessiva di 916 CV e 900 Nm di coppia.

 

Questo sofisticato powertrain regala alla P1 uno scatto da 0 a 100 km/h in un tempo inferiore ai 3 secondi, mentre lo 0-200 km/h viene coperto in meno di 7 e lo 0-300 km/h in 17. La velocità massima invece ferma l’ago del tachimetro a 350 km/h.

C'è anche il DRS, come in F1

Per riuscire a sfruttare al massimo tutta questa potenza la P1 è dotata del sistema Drag Reduction System (DRS), che consiste in un’ala mobile derivata dalla Formula 1 che riduce la resistenza aerodinamica con l'aumentare della velocità, a sua volta coadiuvato dalla tecnologia Instant Power Assist System IPAS, che fornisce istantaneamente i 179 CV erogati dal motore elettrico in accelerazione e che rende più rapida la risposta della farfalla di alimentazione.

 

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La P1 accelera da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi


Il motore a benzina V8 da 3.8 litri di cilindrata è l'evoluzione del già noto M838T che equipaggia la MP4-12C, ma è stato rivisitato per raffreddare in modo più efficace le alte temperature del sistema di sovralimentazione TwinTurbo e per sopportare l'incremento dei carichi provocati dalle alte prestazioni di cui è capace.

Il motore elettrico è montato direttamente sul motore, e la potenza di trazione è gestita da un cambio a doppia frizione con sette marce che scarica la coppia motrice sulle ruote posteriori. Un metodo che permette al motore elettrico e al V8 a benzina di lavorare in maniera perfettamente sinergica, fornendo la completa erogazione della potenza e della coppia massima.

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