Mercato Auto Italia: a febbraio + 8,6%. Federauto: «Non chiamiamola ripresa»

Mercato Auto Italia: a febbraio + 8,6%. Federauto: «Non chiamiamola ripresa»
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Il mercato italiano dell’auto a febbraio ha fatto registrare un incremento del + 8,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Federauto però avverte: «Inopportuno parlare di ripresa»
3 marzo 2014

Continuano ad arrivare timidi segnali di ripresa dal mercato italiano dell’auto che a febbraio ha fatto registrare un incremento del + 8,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

«Inopportuno parlare di ripresa»

Come avevamo già precisato il mese scorso però questi dati vanno letti attentamente per non essere fraintesi. A ricordarlo è lo stesso Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, che ricorda: «Non chiamatela ripresa. Sarebbe quanto mai inopportuno. Il dato di febbraio è influenzato dal confronto con il pessimo risultato dello scorso anno che, lo voglio ricordare, con 108.963 pezzi aveva fatto segnare un -17% rispetto al febbraio 2012».

 

«Ma voglio spiegarmi ancora meglio – prosegue Pavan Bernacchi. Ammesso e non concesso che il 2014 possa esprimere un incremento annuo attorno all'8%, chiuderemmo con 1.400.000 immatricolazioni. E dalle 1.300.000 immatricolazioni del 2013, al 1.400.000 ipotizzabili per il 2014 - tra l'altro risultato già conseguito nel 2012 - non cambierebbe nulla».

Lo Stato continua a perdere con la crisi dell'auto

«Sono numeri di totale depressione, asfittici, che ci relegano ad una posizione che non ci appartiene. L'Italia, se mutassero le condizioni, potrebbe tornare a 2.000.000 di pezzi. Su questi livelli lo Stato introiterebbe oltre 3 miliardi aggiuntivi tra Iva e tasse varie, sostenendo nel contempo le aziende che operano nella filiera, senza delocalizzare, e le centinaia di migliaia di lavoratori, di cui una buona parte interessati dagli ammortizzatori sociali, che rappresentano sempre più spesso l'anticamera della disoccupazione».

 

«Noi proponiamo un piano articolato, un concetto win-win dove tutti uscirebbero vincenti: famiglie, partite Iva, Stato e lavoratori. Ma ci vuole un forte segnale di discontinuità rispetto agli ultimi tre governi caratterizzati dall'emanazione di tasse, tasse e ancora tasse, soprattutto su tutto quello che ruota attorno agli immobili e agli autoveicoli».

 

Interviene Maurizio Spera, Presidente dei concessionari Volkswagen-Audi: «Federauto mette giustamente in risalto che il contesto del mercato automobilistico continua ad essere di grande difficoltà e che nulla è mutato sotto il profilo dei fattori negativi che hanno compresso, più che in altri settori commerciali, l'acquisto e l’utilizzo di autoveicoli. In particolare pesano i massacranti aumenti fiscali e tariffari pari a 8,7 miliardi. I numeri del mercato, quindi, continuano ad essere incompatibili con il livello di sostenibilità delle imprese concessionarie e dell'indotto».

L'appello a Renzi

Conclude Pavan Bernacchi: «Circa 57 milioni di ore di cassa integrazione da parte delle nostre aziende e oltre 3 miliardi di euro di minor gettito fiscale dovuto al crollo del fatturato, sono il conto della crisi che mettiamo sul tavolo del Governo appena costituto, chiedendo al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di avviare al più presto il confronto con le Associazioni della filiera automobilistica, dando vigore e concretezza alle discussioni già aperte presso i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia. Ma, più di ogni altra cosa, ci aspettiamo: priorità».

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