Nuova Mazda MX-5: eccola! Tutti i dettagli in diretta da Barcellona

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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
La nuova Mazda MX-5 lascia tutti a bocca aperta con un design che si rivoluziona, rimanendo però fedele ai suoi concetti cardine. Lo sguardo è più aggressivo, certo, ma le proporzioni e lo spirito sono quelli di sempre
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4 settembre 2014

Barcellona – Dopo un’epoca d’oro negli anni ’60 e ’70, con le inglesi Triumph Spitfire e Lotus Elan e l’italianissima Alfa Romeo Giulietta Spider che facevano girare la testa a migliaia di appassionati, le sportive leggere a due posti scoperte sembravano destinate all’estinzione. Tanti i motivi che hanno portato i costruttori a non interessarsi più a questo tipo di automobili, così divertenti quanto accessibili nel prezzo finale. Siamo nel cuore degli anni ’70 quando negli Stati Uniti entrano in vigore norme molto più severe per la sicurezza dei veicoli che mettono di fatto fuori gioco le tanto amate roadster inglesi. Intanto la crisi petrolifera e quella dei consumi allontano gli appassionati dalle vetture sportive, che ormai vengono considerate sfizi insostenibili di un tempo passato.

La genesi: una scommessa (vinta)

Passano i lustri e di nuove sportive leggere con capote non si vede nemmeno l’ombra. Poi arrivano gli anni ’80, così colorati e controversi, che portano una nuova ventata di ottimismo. Il mondo rincomincia a cambiare velocemente, mentre abitudini, stili di vita e consumi si evolvono in un susseguirsi di nuove tendenze e invenzioni. Ed è in questo brodo culturale che un giornalista californiano con la passione per i motori nelle vene, ripensa con nostalgia a quelle auto tanto divertenti, da “vento nei capelli”, così gloriose negli anni ’60.

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La prima Mazda MX-5 riporta in vita il concetto di sportiva leggera a due posti. Sarà un successo che conquisterà il cuore di 450.000 appassionati in tutto il mondo

 

Il suo nome è Bob Hall e non riesce davvero ad accettare l’estinzione di queste piccole sportive. Il suo diventa proprio un chiodo fisso, butta giù degli schizzi, ma intanto ha iniziato a lavorare nella struttura di Mazda Usa, a Monterey. È il 1984 quando Kenichi Yamamoto, allora a capo della Ricerca&Sviluppo in Mazda, un giorno, pourparler, chiede a Bob quale sarebbe dovuta essere la prossima auto prodotta dalla Casa di Hiroshima. È la famosa domanda servita su un piatto d’argento. Senza esitazione Hall risponde: “Una sportiva leggera a due posti” (lightweight sportscar).

 

Sembra un’idea pazza, le auto di nicchia non portano generalmente profitti, specialmente ai grandi costruttori generalisti, ma il management Mazda si convince: è il momento di riportare in vita una sportiva leggera a due posti, che alla base abbia la stessa identica filosofia di quelle auto inglesi che mancano tanto a Bob Hall e come a lui, almeno secondo Mazda, a tanti appassionati in giro per il mondo.

1989: nasce la MX-5. Ed è subito rivoluzione

Un gruppo di ingegneri giapponesi si entusiasma per il nuovo progetto, tanto da lavorarci anche di notte, dopo il consueto orario di lavoro. Dalla loro passione instancabile e quel design destinato a rimanere scolpito negli annali della storia dell’auto concepito da Tom Matano, che si è fatto le ossa in BMW, nasce la Mazda MX-5, che in America si chiamerà Miata e in Giappone Eunos (questo appellativo scomparirà in seguito) Roadster. È una sportiva dalle linee semplici, ma dolci e magnetiche, a due posti secchi con una piccola capote in tela e due simpaticissimi fari pop up a scomparsa che sembrano due occhioni all’insù. Trazione posteriore, motore longitudinale anteriore e peso è sotto la soglia dei 1.000 kg, per il massimo bilanciamento e coinvolgimento di guida.

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In 25 anni di storia, attraverso tre diverse generazioni, sono state prodotte 947.000 MX-5

 

L’auto, presentata al Salone di Chicago nel 1989, è da subito un successo travolgente. La produzione per il mercato giapponese era calibrata per sostenere una domanda di qualche centinaio d’ordini a settimana, ma gli ordinativi superano presto le migliaia. Era nata un’auto capace di riportare in vita il concetto di sportiva leggera dal costo accessibile, una formula vincente che attraverso tre generazioni, l’ha trasformata nella roadster più venduta al mondo, con circa 947.000 esemplari venduti in 25 anni di storia. Una storia di successo che la MX-5 si è conquistata anche con la grande affidabilità meccanica dimostrata, un aspetto che invece le inglesi degli anni ’60 e ’70 non riuscirono mai a garantire.

2014: arriva la quarta generazione in diretta mondiale

Oggi questo mito si rinnova ancora una volta, con la presentazione in anteprima mondiale della nuova Mazda MX-5, che giunge alla quarta generazione (codice di progetto ND). Un’auto così importante per la Casa dalle Ali di Gabbiano che si è meritata una presentazione mondiale in diretta in tre differenti continenti, con eventi in contemporanea in California, Spagna e Giappone.

Per una volta quando tolgono il velo c’è fino in fondo il sapore dell’autentica sorpresa e della viva aspettativa

 

Noi siamo a Barcellona, dove l’appuntamento con il nuovo capitolo della storia Mazda è fissato alle 3:00 di mattina (per questioni di fuso orario) del 4 settembre. Per una volta non sono apparse in rete prima del previsto immagini rubate o foto spia fin troppo eloquenti e quando tolgono il velo c’è fino in fondo il sapore dell’autentica sorpresa e della viva aspettativa.

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La nuova Mazda MX-5 (ND) si regala un volto più sfacciato e aggressivo

 

Basta un istante per comprenderla e afferrarla nella sua essenza, la nuova MX-5. Com’è naturale per un’auto diventata iconica (vedi Mini, Porsche 911, Fiat 500 ecc.) siamo davanti ad una rivoluzione, nel segno della continuità. La nuova serie compie un salto generazionale più simile a quello avvenuto tra seconda e terza serie, con i canoni stilistici che vengono in un certo senso stravolti, lasciando intatte nella loro purezza le proporzioni.

Stile: è più aggressiva

Partiamo dal frontale. Rispetto al passato, ma anche a tutte le serie precedenti, è molto più affilato e tagliente, in definitiva aggressivo. È vero, come avevamo anticipato più volte, la nuova MX-5 non eredita in maniera diretta il design Kodo come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi (in particolare su Mazda3 e Mazda6), ma lo reinterpreta a proprio modo per non andare in contrasto con la sua personale e così particolare storia stilistica. Al centro del muso campeggia orgogliosa una vasta caladnra, che sembra la diretta evoluzione di quella che spicca sulla terza serie restyling (l’attuale modello in commercio, per intenderci).

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La coda è più elaborata e tagliente rispetto al passato

 

I gruppi ottici appaiono molto elaborati, figli di numerose linee di forza che si incontrano regalando uno sguardo molto deciso e sfrontato alla nuova Miata. Luci diurne a led, che sembrano quasi dei graffi tracciati sul frontale, completano il quadro, mentre parafanghi pronunciati ma morbidi ed affusolati accompagnano lo sguardo sulla fiancata, sinuosa e armonica.

 

I cerchi in lega bruniti si sposano bene con il nuovo volto sfacciato della MX-5, mentre la coda cambia volto completamente. Non solo i gruppi ottici abbandonano la classica configurazione ovale/ellittica per assumere forme più elaborate, con giochi di luci non privi di fascino, ma il paraurti sfoggia una nervatura orizzontale molto pronunciata che ben si ricollega in maniera ideale con il volto tagliente che abbiamo trovato sul frontale. Cambia anche lo scarico. Addio ai due terminali circolari della terza serie: sulla quarta generazione troviamo un sistema a doppio tubo parallelo sul lato sinistro, una soluzione inedita, che ad alcuni forse potrà ricordare la configurazione di alcuni modelli di BMW Z3 e Z4.

La nuova MX-5 non eredita in maniera diretta il design Kodo come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, ma lo reinterpreta a proprio modo per non andare in contrasto con la sua personale e così particolare storia stilistica

Interni: non sono più così essenziali

Completamente rivisti gli interni, vero tallone d’Achille della serie precedente. Scompaiono i pannelli porta spartani della NC, per lasciare posto a materiali di grande qualità, in linea con il nuovo standard qualitativo dei più recenti modelli Mazda. La plancia è molto più moderna, ma allo stesso tempo essenziale e quindi ben cucita sull’idea di auto sportiva.

 

Al centro spicca il display in stile tablet del sistema di infotainment, la strumentazione rimane analogica con tre strumenti circolari – azzeccata la scelta di mettere al centro il contagiri – mentre il volante rimane di dimensioni piuttosto generose, come vuole la tradizione. Curiosa la bocchetta di ventilazione centrale singola, come sulla nuova Mazda2, mentre il pomello del cambio si rifà il trucco, con un design minimalista che sa tanto di racing. I sedili rimangono sostanzialmente quelli di sempre, non troppo profilati ma dalla configurazione sportiva, mentre la capote in tela rimane rigorosamente ad azionamento manuale, per la gioia di tutti i Miatisti.

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I cerchi in lega tornano ad essere da 16 pollici con quattro bulloni

Dimensioni: è un po' più corta

La nuova MX-5 rimane fedele al concetto di “ritorno alle origini” proponendo dimensioni un po' più compatte rispetto alla versione precedente. La lunghezza è passata da 3.995 a 3.915 mm, mentre la larghezza, pari a 1.720 mm, è rimasta sostanzialmente invariata, così come l’altezza che si ferma a quota 1.235 mm. Di conseguenza è diminuito sensibilmente anche l’interasse, che è passato da 2.330 a 2.315 cm.

 

Per quanto riguarda l’assetto la MX-5 continua a poter contare sull’efficace schema con sospensione anteriore a quadrilateri a doppio braccio e posteriore multi-link. I cerchi abbandonano la configurazione a 17 pollici della NC top di gamma, per tornare ad assumere un diametro da 16 pollici e quattro bulloni, come avveniva sulle prime due serie, abbinati a pneumatici 195/50.

 

I dati ufficiali confermano poi quanto si era già intuito dal nuovo telaio Skyactiv: la nuova Miata prevede un servostezzo elettrico (EPAS), più leggero ed efficiente e che speriamo sia in grado di continuare ad offrire quella grande direzionalità e quel feeling diretto  che ha reso così celebre la MX-5.

 

Rispetto al passato appare notevolemente migliorata poi la qualità costruttiva. Le ampie fughe della carrozzeria tipiche della NC di terza generazione lasciano il posto ad assemblaggi molto più rigorosi e precisi.

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Gli interni sono molto più elaborati e curati. Bellissimo il contagiri centrale

E i motori? Bocche cucite (per ora)

La vera sorpresa però riguarda i dettagli tecnici. I vertici Mazda, a sorpresa, rimangono con le bocche cucite e non hanno svelato un solo particolare legato a motori previsti e prestazioni. Sappiamo solo che i motori saranno a benzina abbinati ad un cambio manuale a sei rapporti.

 

La nuova MX-5 del resto arriverà sul mercato soltanto tra un anno (settembre 2015), quindi è in un certo senso comprensibile che vogliano mantenere alta la suspense, snocciolando nuovi dettagli soltanto a tempo debito.

 

Possiamo solo continuare ad ipotizzare che la nuova MX-5 sarà spinta da un parco e accessibile 1.5 Skyactiv-G e da un più prestazionale 2.0 Skyactiv-G, sempre a benzina, che promette di regalare prestazioni ancora più coinvolgenti rispetto ad oggi. Il peso della nuova serie infatti è sceso di più di 100 kg, a tutto vantaggio del piacere di guida.

 

Non resta che aspettare i prossimi mesi quindi per conoscere i nuovi dettagli in merito alla nuova roadster giapponese, a cui è già stato affidato il delicato compito di portare la produzione complessiva del modello al sensazionale traguardo del milione di unità prodotte. Intanto godiamoci il suo nuove deisgn, da studiare e conoscere in ogni dettaglio.

 

LEGGI L'INTERVISTA A KEVIN RICE, DIRETTORE DEL DESIGN DI MAZDA EUROPE, SULLA NUOVA MAZDA MX-5.

 

Nuova Mazda MX-5: il momento dell'unveiling

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    a 124 cm
  • Bagagliaio 127 dm3
  • Peso da 1.078
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  • Segmento Cabrio, Coupé
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