Omicidio stradale: a 19 anni uccide amico di 18. Scattano i domiciliari

Omicidio stradale: a 19 anni uccide amico di 18. Scattano i domiciliari
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Al volante di una BMW 320d, un diciannovenne del siracusano ha causato la morte di un suo amico e passeggero di 18 anni. A ciò va aggiunto un tasso alcolemico oltre i limiti consentiti, fatto che ha reso immediatamente esecutivi i termini per l’applicazione dell’omicidio stradale.
21 giugno 2016

Ai morti sulle strade, triste verità, ci siamo assuefatti. Salvo situazioni limite, come quella che proveremo a raccontarvi. La notte tra sabato e domenica, sulla provinciale 57 che collega Carlentini a Brucoli, si ode uno schianto spaventoso. Ai primi soccorritori, si profila uno scenario agghiacciante: una BMW 320d giace su un fianco, dopo aver distrutto un traliccio del telefono. Al suo interno giace il corpo senza vita di Sebastiano Miceli, 18 anni. Emanuele e Simone, gli altri due occupanti dell’auto, se la sono cavata con qualche graffio e tanto spavento, nonostante quest’ultimo sia ricoverato a Lentini.

La situazione di Emanuele, però, non è così tranquilla come si potrebbe immaginare. Oltre al peso di aver causato la morte dell’amico e compagno di classe – dal momento che era lui il conducente del mezzo - le maglie della giustizia si sono strette intorno al suo corpo di studente. Il diciannovenne, infatti, è risultato avere un tasso alcolemico di 0,4 grammi/l: un neopatentato come lui, dovrebbe avere un tatto di 0,0 per i primi tre anni dal conseguimento della patente. Come se ciò non bastasse, il ragazzo era alla guida di una BMW 320d, dotata di una potenza ben superiore rispetto ai 55kW/t, limite previsto dalla legge per chi ha da poco conseguito la patente.

Emanuele è stato immediatamente fermato dalle autorità e condotto in caserma per le foto segnaletiche. Ora si trova agli arresti domiciliari resisi applicabili a seguito dell’introduzione del reato di omicidio stradale. L’assicurazione, come se non bastasse, è intenzionata a vederci chiaro. Dato che si trovata alla guida del veicolo una persona in stato alterato a seguito di uso di alcol, su un mezzo che non avrebbe potuto condurre, la società dovrebbe risarcire i parenti della vittima, per poi rivalersi sul proprietario della BMW, ovvero la madre di Emanuele.

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