Peugeot: 30 anni di Turbo 16, dalla mitica Quasar alla 208

Peugeot: 30 anni di Turbo 16, dalla mitica Quasar alla 208
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Eugenio Franzetti, Direttore Relazioni Esterne di Peugeot Italia, ci spiega cosa si nasconde dietro alla sigla “Turbo 16”
30 ottobre 2014

Auto e Moto d'Epoca. Padova. Eugenio Franzetti, Direttore Relazioni Esterne di Peugeot Italia, ci spiega cosa si nasconde dietro alla sigla “Turbo 16”.

 

«Quest’anno, festeggiamo i 30 anni della 205 Turbo 16. Peugeot è un marchio molto legato al proprio passato, alla propria storia e ha, con grande spirito di conservazione, mantenuto almeno un esemplare di qualsiasi cosa è stata fatta con il marchio Peugeot. Non soltanto auto ma anche gli utensili e in più di 200 anni di storia ce ne sono molti. Qui, per celebrare questi 30 anni, direttamente dal Museo de l’Aventure Peugeot sono arrivati due esemplari incredibili del mondo “Turbo 16”: la Quasar, qui dietro di noi, è una concept car del 1984 fatta su base Turbo 16 ancora più potente perché il motore 4 cilindri invece che avere una turbina ne aveva due, quindi un bi-turbo da 600 CV con tutta quella che è stata poi la meccanica tipica delle F1 di allora, con le sospensioni push-rod e un interno per quei tempi molto avveniristico».

 

Ha poi continuato: «Ci sono tutti dei sistemi di navigazione senza ovviamente avere il sistema satellitare. Tasti, schermi, ecc. Quindi abbiamo portato un esemplare che nessuno può aver visto in Italia e siamo molto contenti per questo».

La 205 Turbo 16 "bianco perla"

«Sulla base della vettura stradale che abbiamo qui alle nostre spalle c’è la 205 Turbo 16 da 200 CV. Ne sono state costruite 200 per poter omologare la vettura nella categoria gruppo B. In realtà quella che abbiamo alle nostre spalle è la versione “bianco perla” che è praticamente la numero “0” ovvero è la vettura che fu presentata al salone nel 1984 nel quale si raccontava quella che sarebbe stata la versione Turbo 16. Dopodiché le 200 vetture prodotte furono colorate di grigio scuro. Quindi questa è veramente una chicca che arriva direttamente dal museo di Parigi, di Sochaux, e anche questa è per la prima volta in Italia».

auto moto epoca 2014 (12)
30 anni di "Turbo 16". Dalla Quasar all'ultima 208 T16 Categoria R5

 

«Abbiamo portato anche la versione “Evolution 2” quindi la versione ancora più potente della mitica 105 T16 Gruppo B. Ricordiamo che la prima versione ha vinto 2 Campionati Mondiali (1985 e 1986). È una vettura ad alte prestazioni ma anche una vettura di grandi soddisfazioni nell’ambito del Motorsport. Anche la 205 T16 Evo2 è una vettura unica perché nella versione da corsa, di originali, ne sono rimaste pochissime».

Il marchio T16 rinasce con la 208

«La 208, la vettura attualmente in commercio nel segmento “B” di Peugeot è legatissima alla 205 e così nel momento in cui Peugeot Sport ha creato la vettura da corsa su base 208, in categoria R5, l’ha chiamata Turbo 16, anche perché il motore è turbo e le valvole sono 16. C’è quindi un’affinità anche tecnica rispetto alla vecchia Turbo 16 e così è stata creata una versione 208 T16 Categoria R5 che ha esordito proprio quest’anno nel mondo del Motorsport e lo ha fatto in Italia, al Rally del Ciocco nelle mani di Paolo Andreucci e quest’anno, mese dopo mese, è cresciuta in termini di prestazione e ci ha portato a vincere il nostro ottavo Campionato Italiano Rally».

La Dakar è per noi un luogo al quale siamo molto affezionati. La gara della Dakar Peugeot l’ha già fatta e vinta più volte

 

«La Dakar è per noi un luogo al quale siamo molto affezionati. La gara della Dakar Peugeot l’ha già fatta e vinta più volte. Torniamo alla Dakar 2015 con una vettura su base 2008, la “2008 DKR", un nuovo concetto di sportiva. È una vettura molto rivoluzionaria con motore v6 a gasolio da 3000 cc, 340 CV e una coppia di 800 Nm con la trazione al posteriore. Quest’ultima scelta è stata presa perché consente più libertà in termini di dimensioni delle ruote, di escursione degli ammortizzatori e elettronica a bordo. Si è quindi scelta questa sfida importante per una gara che probabilmente è ancora più difficile rispetto alla versione africana».

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