Pirelli, un libro celebra la lunga storia della pubblicità con la P Maiuscola

Pirelli, un libro celebra la lunga storia della pubblicità con la P Maiuscola
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L'azienda milanese ribadisce la sua identità, tricolore, con un grande volume di 800 pagine ricco di storie pubblicitarie capaci di renderla esempio globale sin dagli anni '70
5 luglio 2017

Il nome Pirelli è non solo noto storicamente e apprezzato universalmente, ma soprattutto identificativo di una propria realtà, lavorativa che non è necessariamente vincolata al singolo prodotto. Questa premessa per dire che ancora una volta il marchio milanese fa parlare di sé non per qualche pneumatico specifico, ma per aspetti più sociali e se vogliamo culturali. La pubblicità, come la si definiva semplicemente una volta, sappiamo bene tutti oggi che non è cosa da poco. Pirelli da sempre ha investito molto e quando diciamo molto intendiamo tanto davvero, sia di risorse sia di aspettative, per un ritorno meritatamente avuto, sul brand capace di essere un riferimento per come comunica, con quali strumenti e per la capacità di mandare messaggi che valorizzano il contenuto lasciando il dettaglio tecnico in secondo piano. Quale concorrente ne è capace in egual maniera? Non cafile trovare una risposta, anche in altri settori.

Esce quindi oggi una bella raccolta di 800 immagini per ripercorrere la storia della pubblicità Pirelli dagli anni Settanta ai Duemila; una evoluzione di strategie, tecniche e linguaggi, che mette il buon umore rivedere dal passato rinverdendo tanti momenti positivi della storia soprattutto italiana,  indipendentemente dalle auto e dalle gomme che queste calzano. “La Pubblicità con la P Maiuscola” è il nuovo libro edito da Corraini Edizioni e curato da Fondazione Pirelli. Un seguito di “Una Musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto”, il cui racconto interessava il primo secolo di vita dell’azienda (1872-1972).

 

Disponibile in italiano e inglese, il volume è stato presentato al Teatro Franco Parenti alla presenza di Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Ceo di Pirelli e Presidente di Fondazione Pirelli, Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, Paola Dubini, Docente dell’Università Bocconi, Vicky Gitto, di Young & Rubicam, Aldo Grasso, Docente dell’Università Cattolica e critico televisivo, e Antonio Calabrò, Consigliere Delegato e Direttore della Fondazione Pirelli. Per i presenti il piacere di una selezione di materiali pubblicati nel volume esposta nel foyer, da sfruttare poi per tutti coloro riescano a passare in questi caldi giorni di luglio 2017. Si fotografa in 448 pagine l’evoluzione della pubblicità dall’era analogica a quella digitale e il ruolo protagonista di Pirelli grazie a spot ancora oggi impressi nella memoria. Come quello tv Pneumatici con la P maiuscola” (1978), che ha ispirato il titolo, in cui vengono riprese da 85 metri di altezza 140 auto che compongono la famosa P lunga. Oppure ancora lo spot Pirellibility (1981), uno dei primi esperimenti di pubblicità interamente digitale. La storia degli anni Settanta e Ottanta viene ripercorsa attraverso i lavori dell’agenzia Centro del gruppo Pirelli, con grandi nomi quali Pino Tovaglia, Salvatore Gregorietti, Derek Forsyth, Gerhard Forster e François Robert, arrivando poi alle attuali strategie marketing oriented che nulla hanno a che vedere con le primissime pubblicità da incastrare nel Carosello, limitanti per le aziende. Gli anni Novanta sono quelli delle grandi agenzie internazionali per campagne globali con testimonial di cinema e sport: da Sharon Stone, a Carl Lewis a Ronaldo. L’immagine di Carl Lewis in tacchi a spillo, fotografato da Annie Leibovitz - più volte autrice anche del Calendario Pirelli - e lo slogan “Power is Nothing without Control” del 1994 rimangono una pietra miliare nella storia della pubblicità.

Nel libro ci sono testi introduttivi di approfondimento di Antonio Calabrò, che inserisce la storia della comunicazione Pirelli nel contesto politico-economico internazionale, e quelli di Paola Dubini, sull’evoluzione della pubblicità in Italia e nel mondo. Seguono i saggi di Carlo Vinti (Università degli Studi di Camerino) e di Michele Galluzzo (Università IUAV di Venezia) che approfondiscono l’evoluzione delle tecniche e dei linguaggi pubblicitari del gruppo. Una riflessione sulla “Corporate image” è affidata, invece, a Giancarlo Rocco di Torrepadula, Direttore Relazioni Esterne Pirelli negli anni Novanta. Ricca di spunti anche la sezione centrale del libro, dedicata alle campagne pubblicitarie, suddivise in comunicazione istituzionale, comunicazione sociale e campagne di prodotto, con focus sugli pneumatici.

Al libro, disponibile anche in versione e-book, sono associati un sito web (advbook.fondazionepirelli.org) e una web-app accessibile tramite QR code che permettono di fruire delle tante pubblicità audiovisive (dai Caroselli dei primi anni Settanta agli effetti speciali degli spot con Carl Lewis e Ronaldo degli anni Novanta, fino allo spot “Wild”, con la partecipazione di nomi “hollywoodiani”) oltre a materiali pubblicitari aggiuntivi (esecutivi di stampa e stampati), alla descrizione degli interventi di restauro e a molti altri contenuti speciali implementati parallelamente al lavoro della Fondazione Pirelli.

 

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