Politecnico di Milano: due sistemi di protezione per il collo dei piloti di auto e moto

Politecnico di Milano: due sistemi di protezione per il collo dei piloti di auto e moto
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Tre oggetti: un casco, un corpetto e un sistema di interconnessione. Le prime notizie sui due brevetti per proteggere il collo dei piloti. Un sistema potrà essere indossato sia in auto sia in moto
22 dicembre 2014

Circolano le prime notizie sui due brevetti del Politecnico di Milano, nati per prevenire gravi traumi alla cervicale dei piloti in caso di incidente.

 

Il primo, più completo, potrà essere utilizzato in entrambi i casi, il secondo, chiamato Smart, è invece pensato specificatamente per proteggere il collo in caso di incidente motociclistico. Non sono ancora state divulgate foto, ma dal primo comunicato, sono stati pensati per non ostacolare in alcun modo i normali movimenti.

Sistema doppio per auto-moto

In questo versione, il casco e il corpetto sono interconnessi da cavi con finecorsa di compressione ed estensione, tali da permettere esclusivamente movimenti compatibili con la normale fisiologia sia sull'asse verticale sia sull'asse di rotazione. I dati tecnici sono ancora piuttosto scarni: non si sa con quale materiale siano stati realizzati gli elementi, ma è stato comunicato che sia i cavi, sia le guaine che li contengono, sono prodotti con un materiale chiamato genericamente “smorzante” così da dissipare l'energia dell'impatto, evitando pericolosi rimbalzi di finecorsa.

Sistema smart, specifico per le moto

Senza dubbio, questo è il più completo e complesso. L'interconnessione tra il casco e il corpetto avviene infatti per mezzo di sei componenti, collegati ad anelli di interfaccia per mezzo di cerniere sferiche.


In situazione di guida normale, gli elementi resistivi possono essere disattivati o attivati (non è stato specificato come): in caso di incidente, gli elementi resistivi vengono attivati o, se già attivi, rispondono in modo tale da contrastare le forze agenti sul collo o da permettergli, anche in questo caso, dei movimenti fisiologicamente compatibili con la sopravvivenza.

 

Diciamo che questi pochi e scarni dati ci hanno sicuramente incuriosito molto, sia perché oggi come oggi non ci sono sistemi tali da poter essere utilizzati indifferentemente sulle auto e sulle moto, sia perché sembra trattarsi davvero di una grande innovazione, un enorme passo avanti verso la sicurezza.

 

Fonte: ANSA

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