Porsche Cayenne, 3^ generazione: tecnologia nuova sotto il vestito, Parte 4 - Body

Porsche Cayenne, 3^ generazione: tecnologia nuova sotto il vestito, Parte 4 - Body
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L'ultima nata in casa Porsche riprende lo stile delle generazioni precedenti, correggendolo di poco, ma i sistemi veicolistici sia meccanici sia elettronici, si evolvono per incrementare la flessibilità di utilizzo anche fuoristrada e dare tanta sicurezza con intrattenimento, insieme al dovuto feeling guida della Casa tedesca. Parliamo della carrozzeria
12 ottobre 2017

Scopriamo insieme le caratteristiche tecniche più rilevanti della nuova generazione Porsche Cayenne, serie PO536 basata su piattaforma MLB, che segue le precedenti 9PA (2002) e 92A (2010) debuttando sul mercato per il 2018. Raggruppando in quattro parti i sistemi veicolistici principali, si possono valutare le migliorie attuate rispetto alle precedenti serie non solo per prestazione assoluta, ma in primis per rendere la nuova Cayenne capace di fare meglio in fuoristrada, quello che prima le era un po' negato e insieme dare tanta sicurezza e comfort, crescenti. In più, unendo le tecnologie elettroniche a quelle telaistiche, la Casa tiene a far salire anche le sensazioni di guida più “diretta” per un SUV di queste dimensioni, perché “E’ una vera Porsche” ci ricorda Stefan Fegg. Non da ultimo, anche l'intrattenimento sale in qualità e varietà, con ampie possibilità di connessione. Dopo essere partiti con gli aspetti elettronici (dell'infotainment, PCM e Assistenza guida) e parlato di Telaio (includendo Freni, Idraulica e sistemi attuazione) di Powertrain (con motore e cambio) vediamo infine Carrozzeria e Aerodinamica.

La carrozzeria della nuova Cayenne usa molto alluminio e materiali di fissaggio
La carrozzeria della nuova Cayenne usa molto alluminio e materiali di fissaggio

 

L’ultima parte che analizziamo nella tecnologia e nella tecnica costruttiva della nuova Porsche Cayenne, è quella del cosiddetto Body, della carrozzeria. Non capita a tutti di poterla vedere “nuda e cruda” prima che entri in produzione, come noi l'abbiamo scoperta in Germania, al centro ADAC di  Grevenbroich. È un elemento base comune al gruppo VAG (usato anche per Q7, ndr) personalizzato Porsche soprattutto nella parte posteriore, qui più corta, quello che poi si “veste e dota” sino a diventare uno dei più iconici e prestanti SUV del mercato globale. Una struttura realizzata per gran parte in alluminio, che si compone fondamentalmente di tre materiali diversi, fissati con un'infinità di viteria più o meno pregiata (es. 630 viti autofilettanti, 2039 rivetti e altro ancora) di saldature e di collanti; proprio l'assemblaggio è quello più difficoltoso in questo ambito di produzione, dove si trovano ben 6800 punti di giunzione. Ci sono anche diversi passaggi nei forni (ad esempio un primo a 180° per 20 minuti) al fine incollare e riempire di materiale dove serve le strutture di telaio portanti e non solo della Cayenne, con un equivalente di circa 160 metri di incollatura e soprattutto un costo stimato superiore dell’80% rispetto alla vecchia Cayenne.

 

Elementi rinnovati rispetto alla precedente che resistono alle normative americane, più rigide delle nostre, portando quindi lo stesso livello di resistenza anche in Europa e in tutto il mondo. Solo per la parte anteriore si sono dovuti aggiungere circa 50 kg che derivano da montanti a resistenza superiore e strutture capaci di distribuire le forze d’urto. Ma gli ingegneri tedeschi hanno tolto altre decine di chili dall’insieme totale, sostituendo l'alluminio a parti in acciaio, per tutte le zone estetiche come nelle portiere, dove sono stati risparmiati 13,5 Kg e andando a ridurre dov'è possibile i materiali in esubero, inclusa la batteria, ora agli ioni di litio polimero: un risparmio netto prossimo ai 40 Kg sulla scocca ma variabile secondo le versioni a veicolo completo, per esempio di 65 Kg nella Cayenne S. I punti più pesanti realizzati in materiali classici, sono anche quelli necessari a garantire la capacità di traino di 3,5 tonnellate. L'innovazione oltre che nei nuovi pacchetti crash rispettati e nella complessità costruttiva degli elementi portanti, per una resistenza alla torsione migliorata del 20%, è anche nel trattamento delle superfici, rispetto alle vecchie generazioni, per rendere ineccepibile la sensazione di lucidità e linearità delle forme anche quando estese o curve, come si deve a una macchina Premium.

Sposata alla carrozzeria c'è anche la parte aerodinamica, una Cayenne è pur sempre una Porsche e la grande novità della terza generazione sta non certo nelle dimensioni (lunghezza + 6 cm, altezza -1 cm, larghezza +20/23mm) ma nella riduzione della resistenza generale e nella parte frontale, dove ci sono più attuatori che aprono e chiudono rispetto al passato maggiori passaggi d'aria suddivisi in alette di parte inferiore, superiore e laterali. Questi passaggi che servono al raffreddamento nel motore sono fondamentali, per mantenere le temperature adeguate e lavorano sia a freddo o a caldo ma anche in funzione della velocità, costantemente gestiti da una centralina. Parte di essi convoglia anche un flusso influente sulla dinamica ed è quindi gestito secondo la modalità di guida selezionata, come lo spoiler posteriore che sulle versioni base è fisso ma sulla Turbo, con il 4.0 V8, è variabile non di poco.

In Italia non vedremo funzionare tutte le aperture, almeno in strada secondo normative, perché lo step che lo alza di 20 mm avviene superando i 160 km/orari (in modalità Sport Plus 40 mm); oltretutto lo spoiler è capace di dare un'assistenza anche in frenata, qualora si intervenga ad alte velocità (maggiori di 170 Km/h ma entro i 270 Km/h) aiuta a ridurre i tempi e mantenere un equilibrio maggiore, caricando l’asse posteriore in modo scenografico per l’inclinatura di 28,2°. Sembrerebbe poco quantificabile ma questa apertura aerodinamica accorcia frenate a 250 Km/h di circa 2 metri. Altre due posizioni infine sono riservate allo spoiler stesso qualora sia aperto il tetto, per coordinare il flusso. A livello non molto visibile cure aerodinamiche si trovano anche nei passaruota anteriori, per velocizzare i flussi ed eliminare turbolenze sulle gomme, oltre che nel fondo della vettura, quasi totalmente coperto.

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