Roma: immobili in cambio dei lavori stradali

Roma: immobili in cambio dei lavori stradali
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Non è finanza creativa, ma un po’ le somiglia: Il Comune di Roma offre alle aziende che si occupano di manutenzione stradale non più pagamenti in vile denaro, ma immobili del suo patrimonio in via di dismissione.
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
29 gennaio 2015

La condizione drammatica delle strade romane non permette ulteriori ritardi nella messa in sicurezza: tristemente famose per voragini, spaccature dell’asfalto e tombini sprofondati, quasi per tutte si implorano rifacimenti o anche semplice manutenzione. Lo sanno bene le migliaia di motociclisti e scooteristi (ma anche, aggiungiamo noi, i sempre più numerosi ciclisti ed in generale gli utenti “deboli” della strada), costretti ad affrontare come una prova speciale da rally il tragitto quotidiano per andare al lavoro, a scuola, a compiere commissioni.


Il sindaco Ignazio Marino e l’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci hanno presentato in Campidoglio un piano di manutenzione delle strade da sei milioni di euro, che permetterà di intervenire sul 5% delle arterie viarie entro marzo e sul 15% entro l’estate, interessando 55 grandi assi viari.


Ignazio Marino ha detto: «Il piano è basato su tre capisaldi: primo, trasparenza nelle procedure; secondo, certezza dei tempi: introdurremo pannelli elettronici con il conto alla rovescia della fine lavori, una responsabilità per noi ed una garanzia per i cittadini che potranno verificare giorno per giorno l’avanzamento delle opere; terzo punto, attenzione alle periferie, una delle nostre priorità, che prevede il coinvolgimento dei cittadini per le scelte».

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Gli allagamenti, frequenti sulle strade romane

250 mila metri quadrati di strade interessati

Nel dettaglio, le strade interessate nei 15 Municipi occupano una superficie di 250 mila metri quadrati. Quelle del I Municipio, la zona centrale della città, sono via del Corso, via del Tritone, via del Quirinale, via del Circo Massimo e lungotevere in Augusta, mentre nel II ci sono il lungotevere Flaminio, viale Tiziano, viale Liegi, via Tiburtina, via Nomentana. L’investimento per il ripristino del manto stradale e del rifacimento del binder (strato più in profondità) costerà appunto sei milioni di euro, ed altri 400mila sono destinati al rifacimento delle strisce pedonali davanti a 143 scuole.


Per questi interventi, la copertura finanziaria esiste: ma non c’è dubbio il restante l’85% delle strade capitoline avrebbe anch’esso bisogno di lavori di ripristino.


E qui entra in gioco un’idea nuova, che consentirebbe di superare la cronica difficoltà di liquidi con cui far fronte alle spese correnti. Il jolly è nell’articolo 53 del Codice Appalti, che regola le funzioni tra Ente pubblico ed aziende appaltatrici e che prevede la possibilità di pagare chi si aggiudica la gara d’appalto non con denaro, ma in cambio di beni immobili.


«Applicando l’articolo 53 - spiega Pucci - si farà una gara d’appalto al rialzo: se un contratto vale un milione di euro, sceglieremo chi offre più lavoro con questa cifra».

L’impresa che offrirà il lavoro migliore si aggiudicherà l’immobile come ricompensa, permettendo di snellire le pratiche burocratiche legate alla vendita degli immobili e di far fruttare subito il loro valore

Il ritorno al baratto

I più attenti avranno già capito che questo progetto sembra ispirato a una delle più antiche forme di commercio, il baratto. Da una parte c’è il patrimonio immobiliare del Comune di Roma che vale complessivamente 300 milioni di euro, di cui l’Aula capitolina approverà a breve la dismissione; dall’altra, le non più procrastinabili esigenze di manutenzione delle strade romane, per migliaia di chilometri, e che in passato sono state anche occasione per manovre illecite e utilizzi impropri del denaro pubblico.


Lo scenario prossimo, come lo ha disegnato Marino, sarà questo: l’impresa che offrirà il lavoro migliore si aggiudicherà l’immobile come ricompensa, permettendo di snellire le pratiche burocratiche legate alla vendita degli immobili e di far fruttare subito il loro valore, accelerando anche le opere pubbliche di cui la Capitale necessita in tempi brevi e per cui non ci sono abbastanza risorse.


La gara al rialzo, poi, permetterà al Comune di non rischiare una svalutazione del patrimonio immobiliare, mentre le imprese, in cambio del loro intervento, riceveranno una ricompensa più duratura del classico pagamento in denaro.


Basterà questo escamotage per avere strade finalmente percorribili senza rischi?

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