Siamo arrivati quindicesimi all'Audax...

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Luca Bordoni
Quindicesimi su venti all'Audax promossa da Smart in Sicilia... Dobbiamo migliorare
8 maggio 2017

Non avevo mai partecipato a una gara di regolarità. Ovviamente mi sono gettato sul web e ho iniziato un meticoloso lavoro di ricerca, per capire esattamente il funzionamento, le possibilità, la gestione del tempo nello spazio. In pratica, sono tornato sui banchi di scuola. Quello che non mi avevano spiegato è che le gare di regolarità sono più difficili di quanto pensi. A volte il roadbook non è esattamente a posto, a volte la stima della percorrenza sulla tappa da percorrere è sbagliata; più in generale, la variabile traffico gioca un ruolo pesante, perché non è che chiudono le statali e tu agilmente fai quei calcoli che nemmeno al liceo… No: sei in mezzo agli altri, quindi prima di tutto sicurezza e occhi piantati sulla strada, con il navigatore che la fa da padrone e al quale affidi tutta la gestione mentre tu guidi. Pensando a come sono fatto, forse mi sarei dovuto lanciare sul sedile del passeggero. Raggiunta la Sicilia, grazie all’invito di Smart, siamo saliti a bordo ma già dai primi minuti abbiamo capito che sarebbe stato più complicato del previsto: la strada sconosciuta, il roadbook da tenere sempre sotto controllo, le variabili delle quali parlavamo prima, tutto sembrava giocarci contro, giudici compresi, fiscalissimissimissimi (ma dopotutto, non sarebbero giudici quindi in fondo hanno fatto bene) nel segnarci come penalità tre secondi che a noi non risultavano. Mentre all’inizio della seconda giornata iniziavamo a gridare al gomblotto nel più classico degli stili nazionali, gli altri ci sfilavano e arrivavano davanti a noi, che chiudevamo al quindicesimo posto su venti. Che tristezza, e che onta per Automoto, un sito da sempre impegnato e abituato a stare davanti a tutti.

La prossima volta servirà Masterpilot, o un Galeazzi d’annata, insomma qualcuno di tecnico. Noi in Sicilia ci siamo goduti per lo più il sole, il contatto con la gente, le granite e gli arancini, e due giorni insoliti che accendono in me un interesse in più. Sì perché durante la gara di regolarità non devi andare forte per arrivare primo. Devi essere regolare. E quando uno è regolare e va piano, può anche pensare a un sacco di cose, se il prossimo bivio da prendere è tra cinque o dieci chilometri. E allora pensi che potresti specializzarti in questo genere di competizioni, perché il calcolo, la gestione del crono, la velocità sono tutte cose sulle quali ragionare all’interno dell’abitacolo, senza l’attenzione diversa della gara di velocità. Ho cambiato idea: non servono né Masterpilot né un Galeazzi d’annata. Voglio tornarci io, per migliorare il risultato pessimo di quest’anno e vincere il premio… un volante… sì ma poi dove lo metto nel trolley???

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