Speed Check e Velo Ok, Le Iene puntata 2. De Vita : «I soldi della collettività non vanno sperperati»

Speed Check e Velo Ok, Le Iene puntata 2. De Vita : «I soldi della collettività non vanno sperperati»
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Il nostro editorialista Enrico De Vita continua a collaborare con Le Iene per cercare di fare chiarezza sulla questione Speed Check e Velo Ok. Ecco tutto quello che non torna sui finti autovelox
  • Enrico De Vita
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21 marzo 2014

Dopo la prima puntata dedicata alla questione degli Speed Check e Vel Ok, nella quale appariva anche il nostro editorialista Enrico De Vita, la redazione de Le Iene ha mandato in onda la seconda puntata su Italia 1 per cercare di chiarire cosa ci sia dietro la vendita e l'acquisto indiscriminato da parte di comuni di tanti barilotti usati come finti strumenti di deterrenza.

 

Sono ancora troppi i punti oscuri della faccenda, che cerchiamo di riassumere brevemente qui di seguito, oltre al punto fondamentale del perché godano di tanto gradimento da parte delle Polizie Municipali.

 

1) Prima di tutto i Velo Ok, che – lo ricordiamo ancora una volta – non contengono di per sé alcuna telecamera per il rilevamento delle infrazioni, non hanno ricevuto alcuna omologazione e approvazione dal Ministero delle Infrastrutture.

speed check velo ok
I barilotti arancioni, vuoti, non sono stati approvati dal Ministero e arrivano a costare ai comuni e quindi ai cittadini 15 volte di più rispetto al loro prezzo di mercato

 

2) Essendo vuoti, Speed Check e Velo Ok vengono usati dai Comuni con funzione deterrente ma il Ministero delle Infrastrutture ha precisato che “l'unico impiego consentito è l'installazione al loro interno di misuratori di velocità di tipo approvato”.

 

3) Mentre il Codice della Strada spiega che l'impiego di questi barilotti “come componenti della segnaletica non può essere autorizzato”, Speed Check e Velo Ok riportano sempre il segnale che indica il limite di velocità, solitamente di 50 km/h.

 

4) Il segnale che indica il limite di velocità riportato sul “barilotto” arancione non è di tipo regolamentare, perché presenta un diametro di soli 15 cm, quando invece il limite minimo del diametro di questo tipo di cartelli dovrebbe essere di 40 cm. 

speed check
Anche il Ministro Lupi ha definito i Velo Ok "fuori legge"

 

5) Quello che risulta più inaccettabile però agli occhi dei cittadini è che Speed Check e Velo Ok vengono comprati non solo in quantità esagerata dai Comuni italiani, ma soprattutto a cifre spropositate, assolutamente fuori mercato e che arrivano a toccare una valore 15 volte superiore al prezzo di listino (fino a 3.000 euro invece di 177, ndr).

 

Comuni e Polizia Locale quindi utilizzano questi dispositivi in disaccordo con quanto stabilito dal Ministero, come ribadisce lo stesso Ministro Lupi, anche sul suo sito Internet: «I finti autovelox sono fuori legge e posso essere pericolosi. E il ministero che dirigo lo conferma».

 

La seconda puntate de Le Iene sui finti autovelox, realizzata con la collabrazione di Enrico De Vita

speed check velo ok video

 

A questo però, come se non bastasse, quello che colpisce di più è la posizione di un notiziario vicino alle Polizie Locali pubblicata dopo la messa in onda della puntata. Attraverso il proprio portale di riferimento infatti, l'organo di stampa si è limitato a rammaricarsi per quei comandi e amministrazioni comunali che si sono lasciati prendere la mano, acquistandone troppi, ma non prende altre posizioni che invece sarebbero opportune.

speed check
Il portale della Polizia Municipale per ora non ha preso una posizione sufficientemente rigida nei confronti dei barilotti

Tutto quello che la Polizia Municiapale non ha detto

Il portale, almeno fino ad ora, si è ben guardato dallo specificare alcuni punti chiave della faccenda. E cioè:  

 

- E' vero che una pattuglia di vigili può utilizzare il barilotto in ambito urbano installandoci dentro un autovelox regolamentare, ma solo se contesta immediatamente l'infrazione rilevata, fermando l'automobilista o il motocilista sorpreso oltre i limiti.

 

In questo caso non si capisce però perché la pattuglia avrebbe bisogno di un barilotto arancione. Potrebbe infatti monitorare tranquillamente il traffico con l'autovelox posizionato e segnalato a fianco dell'auto di servizio, come fanno centinaia vigili tutti i giorni, con il vantaggio peraltro non indifferente di potersi muovere in diverse zone del territorio comunale, senza essere vincolati alla posizione dello Speed Check fisso.

Un silenzio - quella della Municipale - difficilmente spiegabile agli occhi dei cittadini, sempre molto sensibili allo sperpero di denaro pubblico, visto che proviene dalle tasche di tutti

 

- Il portale della Municipale non fa poi alcun cenno ai costi spropositati dei barilotti arancioni, pagati dai comuni cifre fino a 15 volte superiori a quelle di mercato.

 

- Né viene giustificato in alcun modo il numero elevato e inutile di barioltti che molti comuni italiano hanno acquistato, ma l'organo della Polizia si limita semplicemente a dire che qualche comadno si è lasciato prendere troppo la mano. Per chiarezza ricordiamo che il comune di Orte ne ha comprati 30. 

 

Ci sembra un silenzio e un atteggiamento difficilmente spiegabile agli occhi dei cittadini, sempre molto sensibili allo sperpero di denaro pubblico, visto che proviene dalle tasche di tutti.

 

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Per completezza riportiamo interamente la nota del portale di riferimento della Polizia Municipale:
«Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi è stato categorico. “I finti autovelox sono fuori legge e posso essere pericolosi. E il ministero che dirigo lo conferma”. Il ministero dei trasporti (che è l’organo tecnico di coordinamento della circolazione stradale) in verità ha sempre sostenuto il contrario. Ovvero che i manufatti porta autovelox pur non essendo inquadrabili in nessuna tipologia prevista dalla normativa stradale possono essere utilizzati come armadi di contenimento dei misuratori elettronici. In mancanza dell’attesa circolare (dal 2010!) che dovrà rivedere completamente anche le regole sull’utilizzo dei misuratori di velocità (e definire la ripartizione dei proventi ecc..) tutto sembrava chiaro. I comuni che vogliono effettuare controlli di velocità nel centro abitato e scoraggiare la velocità eccessiva possono installare qualche box porta autovelox. Con la presenza della pattuglia vicino al misuratore sarà quindi possibile utilizzare il manufatto per elevare sanzioni. Nel restante periodo di tempo l’armadio vuoto (ovvero senza autovelox) sarà un ottimo deterrente per gli autisti più spericolati. Poi come al solito qualche comune si è fatto prendere la mano. Invece di installare qualche armadietto da utilizzare a turno con l’autovelox ne ha acquistati a decine, senza mai utilizzarli per effettuare controlli. Anzi, decidendo appositamente di utilizzarli solo come deterrente, scatenando giustamente le ira dell’opinione pubblica. Come sempre accade per qualche episodio riprovevole di cattivo impiego di risorse pubbliche a pagarne dazio ora però saranno tutti i comuni. Con l’uscita del ministro, infatti, sembra possibile prospettare due sole ipotesi per il prossimo futuro. I box autovelox saranno vietati per legge. Oppure questi ingegnosi sistemi finiranno per essere disciplinati per evitare una proliferazione indiscriminata senza senso. Al momento le considerazioni del ministro però non sono sorrette da un preciso dettato normativo. Dire ad un sindaco che non può installare un armadietto porta autovelox in un tratto di strada particolarmente pericoloso del suo centro abitato, oggi, è come dire al primo cittadino che non potrà montare quel certo tipo di arredo urbano perché pericoloso. Spetterà all’amministrazione comunale decidere come e dove installare il manufatto, nel rispetto della sicurezza stradale e delle disposizioni in materia di responsabilità erariale per chi eventualmente sperpera denaro pubblico».

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