Strade italiane: un patrimonio da 1.000 miliardi. Ma le condizioni sono pietose

Strade italiane: un patrimonio da 1.000 miliardi. Ma le condizioni sono pietose
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Servirebbero 50 miliardi per rimetterle in sesto, ma gli investimenti in manutenzione sono stati dimezzati negli ultimi nove anni a causa delle risorse limitate di gestori, Regioni, Province e Comuni
29 ottobre 2015

Punti chiave

Per rimettere in sesto gli 850.000 chilometri di strade e autostrade che attraversano l'Italia servirebbe un piano da 50 miliardi di euro. Lo dice SITEB (Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade) che ad "Asphaltica World", il Salone europeo dedicato all’intera filiera dell’asfalto che si è tenuto a Roma, ha presentato uno studio sullo stato in cui versano le strade italiane dal punto di vista di chi le strade le realizza. 

 

Secondo SITEB, una strada italiana su due oggi non è in condizioni di sicurezza e le numerose  buche, deformazioni, lesioni e sconnessioni che spuntano un po' ovunque lungo lo Stivale sono conseguenza di una manutenzione che nell'ultimo decennio a questa parte è stata largamente carente. Comuni e Province, dicono gli attori della filiera dell'asfalto, anche a causa del rispetto del Patto di Stabilità, negli ultimi nove anni si sono trovati costretti a trascurare la manutenzione. 

 

Se nel 2006, infatti, si utilizzavano 44 milioni di tonnellate di asfalto per la manutenzione, a fine 2015 questa cifra sarà più che dimezzata, con solo 21,8 milioni di tonnellate per costruire e tenere in salute le nostre strade. 

Servirebbero 50 miliardi

Per rimettere in sesto un patrimonio nazionale il cui valore è stato stimato in 1.000 miliardi, occorrerebbe un investimento tra i 40 e i 50 miliardi. Una spesa che oggi si rende necessaria perché, spiegano gli addetti ai lavori, «il mancato rifacimento dei “tappetini d’usura” (così chiamati proprio perché destinati a consumarsi nel tempo) nei tempi convenuti hanno determinato spaccature e infiltrazioni d’acqua sulla superficie stradale che hanno compromesso molte arterie sin dalle fondazioni, rendendo necessari costosi lavori straordinari». 

Come risparmiare? Ci sarebbe il “fresato”

La cifra da impegnare nella rimessa in sesto delle strade italiane potrebbe essere inferiore se oggi non venisse considerato un rifiuto il cosiddetto “fresato d'asfalto”, cioè quel  materiale prodotto dalla rimozione delle pavimentazioni stradali. Ogni anno ne vengono smaltite tra le 9 e le 10 milioni di tonnellate, eppure potrebbe essere riciclato per realizzare nuovo conglomerato per pavimentare le strade. 

 

Il problema, sostiene SITEB, è che viene considerato un rifiuto dalla maggior parte degli Enti gestori e che una legislazione eccessivamente severa oggi ne riduce il riciclo. Attualmente infatti l’Italia è fanalino di coda nel riciclo delle pavimentazioni stradali: solo il 20% contro una media europea che sfiora il 60% viene recuperato. Ogni anno il pieno recupero delle pavimentazioni stradali “fresate” produrrebbe un valore economico di almeno 500 milioni di euro, senza contare la riduzione di emissioni inquinanti equivalenti a quelle generate da tre raffinerie di medie dimensioni e dal traffico prodotto da 330.000 autocarri. 

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