SWR16 Telex 06. La prima volta di Jefferies (Buggy Jefferies)

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Алматы жақсы қалғандары! Ultima tappa, lunghissima, e poi il Silk Way Rally si riposa a Almaty. Pardon, non più “lunghissima”, bensì interrotta per la tempesta dopo appena 111 chilometri. L’americano precede le due Peugeot di “Peter” e Loeb.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 luglio 2016

Nel programma c’erano 444 chilometri di trasferimento in due spezzoni”, e in mezzo la Speciale di 411 KM per raggiungere Almaty, l’ex Capitale del Kazakhstan. Ma non c’è pace, una tempesta in agguato, questa volta di vento, blocca arerei relay e elicotteri. Gli Organizzatori decidono, ancora una volta, di abbozzare, e il settore cronometrato si interrompe al chilometro 111. Le classifiche ne risentono, perché una “scorciatina” così, a bruciapelo, significa che buona parte delle scelte tattiche si perdono nel nulla.

Gli scenari, comunque, non cambiano molto. Sono già di per sé molto vari, e soprattutto molto belli, esclusivi, ma manca ancora il “nervo scoperto” del Rally che, ormai è certo, è riservato alla lunga settimana di Gara in Cina. In soldoni è un avvio di Silk Way Rally che assomiglia un po’ alla prima parte della Dakar di quest’anno, con piste per lo più veloci, navigazione non particolarmente difficile, terreni vari ma con fondo compatto (a parte che in Russia e Kazakhstan ha piovuto). La competizione c’è, è venuta da sé alimentata da circostanze non del tutto previste e prevedibili, e dai colpi di scena.

Almaty, fondata anch’essa dai russi, è stata fino al 1997 la capitale del Kazakstan e ne è ancora la città più estesa, più popolata, con oltre un milione e mezzo di abitanti, e più commercialmente attiva. Si trova non lontano da Almatu, avamposto “mitico” sulla via della seta distrutto dai Mongoli.

Si parte, si prende il ritmo, lo si impone o lo si subisce, e a un certo punto tutti fermi. La Speciale è interrotta, e la parte che manca viene cancellata, tutti in trasferimento fino alla vecchia Capitale. Al momento dell’interruzione, era il chilometro 111, il Rally congela in testa l’americano Jefferies, con l’omonimo Buggy, davanti alle due Peugeot 2008 DKR di Peterhansel, che quindi è stato tenuto in gara dall’opera notturna dei Meccanici, e Loeb, che torna così all’abituale terzo posto di giornata.

Despres, leader e apripista, è solo 15° e “paga” 8 minuti al vincitore, ma un po’ meno al compagno di Squadra Loeb. La classifica generale non cambia molto: Despres conserva la leadership del Rally e Loeb resta al secondo posto. Paga molto di più Al Rahji, il cui ritardo consente al russo Vasilyev di scavalcarlo e di entrare nelle top 3. Danni limitati, ma non così tanto nonostante la brevità del confronto di giornata. Pietro Fogliani sale al 44° posto.

Fino a due giorni fa la situazione della gara dei Camion era chiarissima nelle sue linee generali, e curiosa solo nel dettaglio. Il Rally è Russo, il presidente degli Organizzatori è presidente Vladimir Chagin, sette volte primo alla Dakar, e la Dakar… persa da appena sei mesi è ancora una “ferita” aperta. È più che chiaro che Kamaz non se la sente di perdere il Silk Way Rally, e per questo ha messo giù una vera e propria armata di mezzi corazzati. In testa c’era, e c’è ancora Eduard Nikolaev, vincitore di 3 delle ultime 4 Dakar, ma non dell’ultima, appunto, appannaggio dell’IVECO di De Rooy. Nikolaev, tuttavia, al comando dell’incrociatore Kamaz 43509, ovvero la versione “muso lungo” che è ufficialmente ancora in fase di sviluppo, apriva una fila di ben sei Kamaz. Un convoglio delle stupende “macchine” da corsa russe, insomma, prima di trovare i primi Tatra, Renault e Maz. Quest’ultimo un’altra inquietante creatura russa, il Minsky Avtomobilny Zavod che, tra i maggiori produttori bielorussi, bussa alle porte della competizione. Alla giornata di riposo la situazione è leggermente diversa. Il Renault di Van Den Brink ha vinto la quinta tappa, e Mardeev la sesta costringendo il caposquadra alla decima posizione. Morale, Nikolaev è sempre in testa, ma Van del Brink ha inserito il Renault tra i Kamaz, al secondo posto.

La giornata di riposo del Silk Way Rally è “decentrata” rispetto alla consuetudine. Non capita a metà Rally ma un po’ prima. Già dalla ripresa delle ostilità il Rally entrerà in Cina, dove restano da disputare nove tappe prima dell’arrivo di Pechino previsto per il 24. Dopo una settimana di pioggia, fango e vento, cieli plumbei e temperature basse, si suppone che il Rally cambierà completamente faccia, ed arriveranno i territori desertici di sabbia, le dune, le piste di montagna e, verosimilmente, il gran caldo che tutti si aspettavano. Ecco che il Silk Way Rally entrerà finalmente, e per davvero, nel vivo.

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