SWR16 Telex 14. A Hohhot salgono sul trono il Re, Despres, e il Leone, Peugeot

SWR16 Telex 14. A Hohhot salgono sul trono il Re, Despres, e il Leone, Peugeot
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Piero Batini
  • di Piero Batini
德普雷!,德普雷!, Lampo Virtuoso Despres è il sesto vincitore del Silk Way Rally. Insieme a Castera porta la 2008 DKR e il Team Peugeot Total a un successo “vistoso”. Al Rajhi, secondo, guida la muta di 4 Mini inseguitrici. La Corsa dei Camion è del Kamaz di Mardeev
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 luglio 2016

Ohhot, 23 Luglio

Hohhot, oggi due milioni di cittadini industriosi, è la città nata attorno al tempio di Da Zhao, fatto costruire nel 1550 da Althan Khan, discendente del “mitico” Kublai Khan, per ingraziarsi i favori della dinastia Ming e convincerla del suo diritto a essere il capo delle tribù Mongole del Sud. Il giochetto funzionò, molto di più che superare la Muraglia Cinese e mettere a ferro e fuoco la via di Pechino, e neanche una ventina d’anni dopo i Ming tolsero l’embargo ai Mongoli, questi accettarono un patto di vassallaggio “equilibrato”, e la “Citta Blù” prese il nome di Kweihua, 歸化, “Ritorno alla Civilizzazione”! Althan ingoiò il rospo ma ottenne in cambio una prospettiva migliore e lungimirante. Infatti, quella regione del Nord della Cina, la Mongolia Interna, ha ormai ben poco a che fare con l’attuale Repubblica di Mongolia, ma ne perpetua il mito “overseas”. Effetti collaterali e incontrollabili dell’espansione, quando troppo rapida, o quando sbatte il muso contro quello cinese.

Leggende e realtà, difficile connubio. Comunque siano andate realmente le cose, dalla potente stabilizzazione dei territori della Via della Seta alle rapide scorribande oltre la Muraglia Cinese verso Pechino, più potenti di Gengis Khan e più veloci del pronipote Althan Khan, Cyril Despres e David Castera marcano una pietra miliare del Rally Raid vincendo il Silk Way Rally, e congiungono Mosca a Pechino in un arco di dominio pressoché assoluto. L’antica leggenda emerge dai Deserti del Nord Asiatico per materializzarsi nell’impresa dell’Equipaggio della Peugeot 2008 DKR n° 104, prima assoluta dopo quindici tappe di opposti, infernali estremi.

Il brivido degli ultimi chilometri, come nella sceneggiatura delle peggiori maledizioni, c’è stato. Il possente V6 Peugeot della 2008 DKR di Despres e Castera è calato vistosamente a 30 chilometri dal traguardo, dopo 230 della Speciale compiuti. Le due turbine in allarme, motore in protezione, panico. Paradossalmente, due è stato meglio di uno, perché ha dimostrato che il “disagio” era a monte, e i dieci minuti in attesa che arrivassero Peterhansel e Cottret con la 2008 DKR n°100, e che quest’ultimo mettesse le mani dove sapeva per resuscitare la servo spinta, sono passati in un clima meno drammatico di quanto poteva essere, e soprattutto non hanno cambiato una virgola del lieto fine.

L’ultima Speciale del SWR 2016 è vinta da Al Rajhi, con la Mini All4 Racing, che regola sull’ultimo traguardo del Rally Loeb, con l’altra 2008 DKR, Hunt e Vasilyev, altre due Mini. Nella classifica generale finale, Despres e Castera chiudono davanti a Al Rajhi e Timo Gottschalk, +25 minuti e, a scalare, Vasilyev-Zhiltsov, Hunt-Schulz, Rakhimbayev-Nikolaev, ben quattro Mini. Han Wei e Jean Pierre Garcin sono sesti con il Buggy SMG. Pietro Fogliani è 40° con una Toyota LC200.

Gli Equipaggi MARDEEV-BELYAEV-SVISTUNOV, Kamaz 43269, SOTNIKOV-AKHMADEEV-ROMANOV, Kamaz 43269 e VAN DEN BRINK-WILLEMSEN-KOZLOVSKY, Renault K520 Sherpa, hanno concluso nell’ordine l’ultima Speciale, nel pieno rispetto della classifica generale finale del Rally. Mardeev, tuttavia, è “cronologicamente” solo il terzo protagonista dell’accesa battaglia degli Elefanti del Deserto. Nella prima parte della corsa è stato infatti Nokolaev a battere il tempo, quindi nella fase centrale sembrava che nessuno potesse battere il Renault di Van Den Brink, e solo tra le dune e nel finale è emersa la superiorità del Kamaz di Mardeev. Gara bellissima, avvincente.

Sébastien Loeb è settimo e Stéphane Peterhansel quindicesimo. Loeb ha vinto e… perso la 12ma speciale per un salto di waypoint, e “Peter” è volato nel corso della 5a Tappa. Loeb non ha quasi mai fallito il podio e senza le 4 ore di penalità potrebbe essere secondo a due minuti da Despres, e Peterhansel ha comunque vinto 4 Tappe. Una volta dissolte le chance di successo, entrambi gli Equipaggi si sono messi a disposizione della Squadra nella copertura della campagna vittoriosa della Peugeot n° 104 di Despres e Castera. L’”Armata” di Bruno Famin non solo vince la Guerra ma conferma di essere, per organizzazione, competitività e “mezzi”, la minaccia “planetaria” dei Rally Raid.

Cyril Despres è alla quarta corsa in Auto, sempre la Peugeot 2008 DKR nelle sue evoluzioni e dall’inizio, David Castera è arrivato per la Dakar. Al Silk Way Rally l’Equipaggio Peugeot Total, sulla carta meno accreditato, ha vinto cinque Speciali su dodici, contando anche il Prologo, inesistente e andato a Peterhansel, ed è stato in testa alla Corsa dalla 5° Tappa fino alla fine.

Attraverso tre Paesi e due continenti, Russia, Kazakhstan e Cina, Europa e Asia, il Silk Way Rally è stato il teatro viaggiante di due settimane di gara intensa e avvincente, vissuta in condizioni di terreno e meteo estreme, dal grande freddo e la pioggia delle tappe iniziali alle torride fornaci dei deserti del Gobi, dai terreni duri, sebbene a volte impregnati di acqua, dell’Europa alle inconsistenti dune asiatiche. Due tappe sono state annullate, per le piogge torrenziali la seconda e per una tempesta di sabbia la undicesima. Il Rally è stato più noioso all’inizio, a causa dei lunghissimi trasferimenti, e nettamente più brillante nella seconda parte, con tappe più corte ma spesso micidiali. Dalle pianure europee agli altopiani asiatici, dalla steppa ai deserti di sabbia costellati di laghi e templi, i Concorrenti della sesta edizione del Silk Way Rally hanno visto cose che voi umani non potete neanche immaginare. Questa è la parte più bella, la promessa che, mantenuta, può fare del Rally franco-russo-cinese un Evento secondo a nessun altro.

Entrato in Cina, Despres, come tutti, ha dovuto utilizzare una patente cinese per poter guidare nel Paese. Sul documento è scritto 德普雷. Ora, De-Pou-Lé, così suonano gli ideogrammi della trascrizione, non è propriamente un nome da guerra, e il pilota cinese che portasse questo nome, Del Pollo, e venisse a correre in Francia, non farebbe più vita. Per fortuna il percorso inverso è meno drammatico, e quando il Despres francese è entrato a Hohhot, da vincitore e da eroe di una corsa in Cina, ha potuto finalmente scoprire che quel nome con cui lo stavano acclamando, De-Pou-Lé, De-Pou-Lé, vuol dire, con l’approssimazione necessaria quando si parla di due lingue così distanti, Lampo Virtuoso!

A proposito dell’Armata Peugeot, non è finita. Mentre Despres e Castera si avviano ad essere incoronati sul podio di Pechino, la terza 2008 DKR misteriosamente scomparsa riappare in Spagna, a Teruel, guidata da l’Equipaggio Sainz-Cruz e in testa alla fine della prima, di due, giornata della Baja Spain. Bruno Famin è già in aereo, e anche lui in corsa, per coprire gli oltre 9.000 chilometri in linea d’aria che separano i due impegni del Team Peugeot Total.

Ends

SWR16, 9-24/07/2016

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