Uber vs Taxi: il Ministero pensa a un registro delle app

Uber vs Taxi: il Ministero pensa a un registro delle app
Pubblicità
E anche più libertà per gli Ncc, che non sarebbero più obbligati a tornare in sede tra una corsa e l'altra. Queste le principali novità previste nella bozza del decreto sul riordino del trasporto pubblico non di linea del MIT
22 marzo 2017

Punti chiave

Il Ministero dei Trasporti prosegue nei lavori sul riordino del settore del trasporto pubblico non di linea, che ancora non convince i tassisti. Mentre è stato confermato lo sciopero di 14 ore per domani giovedì 23 marzo, i tassisti incontreranno il Governo oggi, mentre per gli Ncc è previsto un incontro per la prossima settimana. 

Ieri intanto il MIT ha incontrato alcuni rappresentanti dei nuovi servizi di incontro tra domanda e offerta legati al trasporto pubblico come Uber e mytaxi. Per questi, nella bozza di decreto di prossima approvazione, verrebbe creato un registro delle app che collegano clienti e autisti in modo da certificare le varie piattaforme e rendere il loro profilo fiscale più trasparente.

Per Carlo Tursi di Uber Italia, «è una condizione necessaria, di trasparenza su cui siamo tutti d'accordo», ma non può che «essere un primo passo». Anche Barbara Covili, general manager mytaxi Italia, è stata ascoltata ieri pomeriggio al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Vice Ministro Riccardo Nencini sul tema: «Le regole dovrebbero essere rispettate da tutti gli operatori e la riforma fatta in armonia con il settore. La tecnologia può e deve esprimere il suo potenziale positivo, portando con sé innovazione e legalità, allo stesso tempo».

Tra le novità principali che trapelano sul testo della nuova legge, anche l'abolizione dell'obbligo per gli Ncc di partire e tornare in rimessa tra una corsa e l'altra con la definizione di ambiti territoriali su cui operare più ampi rispetto agli odierni.

Quest'ultima misura è quella più avversata dai tassisti: «Sul vincolo di far passare le auto con conducente dal garage non si può retrocedere: è fondamentale perché i due mercati di riferimento restino separati. Il taxi è un 'servizio alla piazza', il noleggio ha esigenze diverse: macchina - di un certo tipo - disponibile per più ore. Siamo contrari ad abolire questo vincolo commenta Nicola Di Giacobbe del sindacato Filt Cgil-Unica, che sulla concorrenza con Uber dice: «Il governo deve ripartire da zero e deve chiarire cosa intende per 'innovazioni tecnologiche': se aiutano tassisti e noleggiatori ad avvicinare domanda e offerta, massima disponibilità al dialogo. Ma se si tratta di una liberalizzazione selvaggia del mercato a vantaggio delle multinazionali che sfruttano il lavoro di altri, allora non va bene».

Pubblicità