UE: la Commissione ammonisce l'Italia sullo smog

UE: la Commissione ammonisce l'Italia sullo smog
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Daniele Pizzo
Sanzioni in vista se non saranno prese misure per contrastare l'inquinamento. Per Bruxelles la situazione di Milano, Roma e Torino è critica
17 febbraio 2017

Punti chiave

Due mesi di tempo per adottare misure antismog, altrimenti la Commissione Europea deferirà l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la ripetuta violazione dei limiti di inquinanti nell'aria. Si tratta della seconda fase della procedura per infrazione della direttiva europea 2008/50/CE sulla qualità dell'aria che stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici.

A essere contestati sono in particolare i livelli di biossido di azoto (NO2), che hanno superato i livelli consentiti in 12 zone in cui viene misurata la qualità dell'aria, in particolare a Milano, Roma e Torino. Il parere motivato sulle violazioni dei valori limite di NO2 riguarda non solo l'Italia, ma è stato inviato anche a Germania (28 zone di qualità dell'aria, tra cui Berlino, Amburgo, Monaco, Amburgo e Colonia), Francia (19 zone di qualità dell'aria, fra cui Parigi, Marsiglia e Lione) e Regno Unito (16 zone di qualità dell'aria, tra cui Londra, Birmingham, Leeds e Glasgow).

In 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell'aria non sono ancora rispettate. Sono in totale in più di 130 città in tutta Europa. Ad oggi, l'azione legale imperniata sul NO2 riguarda dodici Stati membri, con casi d'infrazione in corso nei confronti anche di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.

Tra le raccomandazioni della UE vi sono «la riduzione globale dei volumi di traffico, i combustibili utilizzati, il passaggio ad autovetture elettriche e/o l'adattamento dei comportamenti al volante. In questo contesto, ridurre le emissioni dei veicoli diesel è un passo importante verso la conformità con gli standard UE in materia di qualità dell'aria», si legge in una nota della Commissione Europea.

«Governo, Regioni e Comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell'aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali. E' chiaro a tutti che il problema dello smog non si risolve da un giorno all'altro: è il motivo per cui non può sorprendere l'apertura della seconda fase dell'infrazione, rispetto alla quale siamo del resto in buona compagnia in Europa. Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia», ha detto il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, spiegando che «dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell'aria di fine 2015 sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità».

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