Volkswagen: il bilancio 2015 presentato alla stampa… in attesa dell’assemblea

Volkswagen: il bilancio 2015 presentato alla stampa… in attesa dell’assemblea
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Wolfsburg chiude in rosso il 2015 per via del “Dieselgate”. Muller: «Il 2016 sarà un anno di transizione»
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
28 aprile 2016

Punti chiave

Cerimonia austera, esibizione di puro pragmatismo tedesco neppure per un istante temperato da un sorriso o una concessione alle telecamere: piuttosto, un tavolo di presidenza tutto improntato alla sobrietà, con abbigliamento d’ordinanza (camicia bianca, grisaglia e cravatte ton sur ton), sguardi intensi e severi, tono della voce senza un sussulto nello snocciolare dati e risultati.

D’altro canto, c’era poco da festeggiare: l’assemblea degli investitori è stata rinviata di oltre due mesi (ora è in calendario il 22 giugno), ed oggi è andata in scena solo la tradizionale conferenza per i media, nella tradizionale sede di Wolfsburg. 

La prima dopo il disastro del Dieselgate: quella dell’elaborazione del lutto, la macchia indelebile su un curriculum finora segnato solo da successi; ma anche, nelle intenzioni del board, la base di partenza per il rilancio, per superare l’era del cilicio e della cenere sul capo finora caduta abbondante sui vertici aziendali. 

Una professione d’umiltà, di cui va dato atto all’intero management: innanzi tutto, non nascondendo la grandezza del danno. Se è difficile quantificarne l’entità presso i clienti (ma il -2% delle vendite ci sembra un bell’indizio…) resta l’astronomica somma spesa per rimediare al danno fatto. Volkswagen, dunque, chiude in rosso il 2015 con un perdita lorda consolidata di 1,3 miliardi di euro e un passivo netto di 1,58 miliardi, rispetto agli 11 miliardi di utile del 2014. A pesare è soprattutto il maxi-accantonamento da 16,2 miliardi di euro per far fronte agli oneri del dieselgate. 

Il CEO del Gruppo VW Matthias Muller
Il CEO del Gruppo VW Matthias Muller

Il fatturato del gruppo è salito nel 2015 a 213,3 miliardi di euro (+5% rispetto ai 202,5 miliardi del 2014), con un risultato operativo di 12,3 miliardi, in leggero calo sui 12,7 miliardi dell'anno precedente. Tenendo conto dell'accantonamento, il risultato operativo è anch'esso in perdita per 4,1 miliardi. Il business automotive ha generato liquidità per 8,9 miliardi rispetto ai 6,1 del 2014 e il patrimonio netto liquido a fine anno è salito a 24,5 miliardi di euro. 

Davanti a queste cifre, l’assemblea dei soci obtorto collo sarà chiamata ad accettare il dividendo poco più che simbolico di 0,11 euro per ogni azione ordinaria e 0,17 per le privilegiate, lo stesse che lo scorso anno erano state gratificate rispettivamente con 4,8 e 4,86 euro. Non a caso le azioni privilegiate, le più diffuse tra i piccoli investitori, sono al loro minimo storico, quotate meno di 120 euro. 

Per avere soddisfazione, e conoscere magari i responsabili del danno, bisognerà aspettare la fine dell’anno, con le conclusioni dell’inchiesta affidata allo studio legale Jones Day: fino ad allora, non verrà rilasciata alcuna dichiarazione sull’andamento delle indagini, neppure se arrivassero risultati provvisori importanti. 

Ci siamo dati come obiettivo il 2025: entro dieci anni la funzione dell’industria automobilistica sarà ben diversa da quella che conosciamo e noi saremo capofila del cambiamento. Nel campo della mobilità elettrica, lanceremo oltre venti nuovi modelli entro il 2020

Davanti alla stampa di tutto il mondo, conclusa delicata parte dedicata ai risultati del 2015, Matthias Müller, CEO del Gruppo, ha potuto finalmente lanciarsi nei discorsi sul futuro prossimo, ricchi di speranza e convincimenti positivi sullo stato di salute delle aziende che formano la “galassia Volkswagen”: « Il 2016 sarà un anno di transizione, ma anche quello in cui dovremo accelerare la trasformazione e porre le basi per una nuova, e migliore, Volkswagen. L’industria automobilistica è pronta ad un prossimo e grande salto innovativo, una trasformazione radicale. E noi siamo in una buona posizione, coni nostri dodici marchi che uniscono competenza tecnologica, presenza globale, forte attenzione alla qualità, forza lavoro impegnata e solidità delle finanze». 

«Puntiamo a svolgere - ha continuato Müller - un ruolo chiave nella progettazione della mobilità di domani. Abbiamo l’obiettivo di rendere il Gruppo Volkswagen più efficiente, più imprenditoriale e coraggioso, più sostenibile e tecnologicamente all’avanguardia. E’ senza dubbio un compito enorme, ma stiamo facendo progressi: il Gruppo sta lavorando sodo su un ulteriore sviluppo della sua strategia, concentreta sui principali settori di futura importanza, come la digitalizzazione, networking, e-mobility e nuovi servizi di mobilità. Volkswagen sta già affrontando tutti questi campi. Ci siamo dati come obiettivo il 2025: entro dieci anni la funzione dell’industria automobilistica sarà ben diversa da quella che conosciamo e noi saremo capofila del cambiamento.

Nel campo della mobilità elettrica, lanceremo oltre venti nuovi modelli entro il 2020. Volkswagen sta già sviluppando una propria architettura per veicoli elettrici, con la struttura modulare MEB». 

Tra i compiti di un amministratore delegato c’è quello di lanciare segnali positivi, di iniettare fiducia nelle vene degli azionisti: sapranno le parole di Müller convincere gli investitori che il Dieselgate è stato solo un deprecabile incidente di percorso e che il Gruppo VW può ambire al ruolo di leader in tutto il mondo?
 

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