Volkswagen, il “caso CO2” costa più del Dieselgate

Volkswagen, il “caso CO2” costa più del Dieselgate
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Daniele Pizzo
La Casa tedesca ha ammesso che 800.000 vetture consumano più di quanto dichiarato, ma a differenza delle irregolarità sui NOx l'Unione Europea può imporre multe molto salate. E gli stati membri potrebbero chiedere indietro i soldi delle tasse
5 novembre 2015

Punti chiave

Le irregolarità nelle emissioni di CO2 ammesse da Volkswagen potrebbero costare al Gruppo di Wolfsburg anche più dello scandalo dei motori diesel noto come Dieselgate. Quello che è certo sinora è che ci sono 800.000 vetture con motori sia benzina che, in maggioranza, Diesel che emettono più anidride carbonica e dunque consumano più di quanto scritto nel certificato di omologazione, ma gli scenari futuri appaiono da subito gravi almeno quanto quelli dello scandalo dei NOx. Questa volta infatti l'Unione Europea ha facoltà di infliggere una multa piuttosto salata e poi c'è la complicazione di molti paesi europei e vicini, nei quali vige una tassazione legata alle emissioni di CO2. 

 

Secondo molti analisti, a questo servirebbero i 2 miliardi di euro che il Gruppo di Wolfsburg ha calcolato come impatto economico del “caso CO2”, una cifra che significa un costo di 2.500 euro per vettura coinvolta che è più di quattro volte superiore ai 609 euro per vettura che serviranno per riparare al “caso NOx” che coinvolge 11 milioni di auto. 

Il rischio maximulta dell'UE

Se per quanto riguarda le emissioni inquinanti come i NOx l'Unione Europea si è resa conto di non avere dei poteri sanzionatori, per quanto riguarda le emissioni di CO2 le multe sono previste eccome. Secondo una norma comunitaria del 2012, l'intero parco auto di un gruppo automobilistico, inteso come l'insieme della sua gamma, non deve superare un determinato target di emissioni di CO2 aggiornato di anno in anno. 

 

Per ogni g/km di CO2 emessa oltre il limite consentito è prevista una multa di 5 euro per il primo g/km, di 15 euro per il secondo, di 25 per il terzo e di 95 euro per ogni g/km oltre la soglia. Queste cifre sono da moltiplicare per ogni vettura immatricolata. Bisognerà capire quante sono e di quanto sforano il tetto stabilito per VW. Intanto, un portavoce della Casa tedesca ha riferito ad Automotive News che i modelli interessati sono Volkswagen, Seat e Skoda con motori diesel 1.4, 1.6 e 2.0 TDI, ma anche i 1.4 benzina costruiti a partire dal 2012, che consumerebbero dal 10 al 15% più di quanto dichiarato. 

Il nodo delle tasse

Poi ci sarà da capire dove sono state vendute le Volkswagen coi consumi “addolciti”. In molti paesi dell'area europea, infatti, è in vigore una tassazione sull'auto che viene calcolata in base alle emissioni di CO2 dichiarate: attualmente sono Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, e Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia. 

 

E' dunque molto probabile che i vari stati chiedano a Volkswagen di rimborsare le tasse non pagate grazie all'artificio che limita le emissioni di CO2. «Se questi veicoli emettono più CO2 del rispettivo limite, sarà necessario un nuovo calcolo», ha già dichiarato il Ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, che ha annunciato che Volkswagen deve eseguire tutti i nuovi test di controllo sui suoi veicoli sotto la sorveglianza del KBA, l'ufficio federale della motorizzazione tedesca, e che sono state disposte verifiche su tutte le serie attuali delle auto Volkswagen. 

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