WRC Sardegna 2016: “in pista” con Neuville e la Hyundai i20 [Video]

Pubblicità
Abbiamo vestito i panni del “navigatore” di Thierry Neuville, vincitore dell’ultima edizione del Rally di Sardegna, unica tappa italiana del Mondiale WRC. Abbiamo fatto l’errore di dirgli “non abbiamo paura”, e lui ha fatto di tutto per farcela venire…
16 giugno 2016

Cala Flumini, Alghero – È una giornata calda e ventosa, come spesso accade in questo periodo dell’anno in Sardegna. Arriviamo sulla sede della PS18 del Rally di buon mattino, e davanti ai nostri occhi si para lei: la Hyundai i20 WRC, l’”arma” del costruttore coreano per dare battaglia a VW e non solo per la caccia al titolo mondiale. Dopo pochi istanti, si manifesta lui, Thierry Neuville, fresco vincitore della prova iridata del giorno precedente. Sotto al casco, lo sguardo di un ragazzo di 28 anni, dal quale traspare la gioia per l’impresa e la rinnovata fiducia per il prosieguo della stagione.

Il nostro compito è semplice: infilarci tuta e casco e salire al suo fianco, al posto del fido navigatore Nicolas Gilsoul. E questa era la parte facile. Quella difficile invece è evitare di strillare dal misto di paura-adrenalina-emozione che già inizia a circolarci nelle vene.

Una volta entrati nell’abitacolo della i20, veniamo avvolti dall’abbraccio delle cinture Sabelt a 6 punti, le quali ci vengono strette come in poche altre occasioni prima d’ora. «È per metterti nella condizione più sicura possibile. Sai, non vorremmo mai che, nei salti…» ci spiega chi ci sta assicurando al sedile.

Il vicecampione del mondo 2013 è già al posto di guida, ci guarda e ci sorride. «Tu non soffri la macchina, vero?» «Assolutamente no», gli rispondiamo in tono spavaldo. Sarà la nostra rovina.

I tecnici avviano il propulsore da 1.6 litri e 300 CV della i20 WRC, ed il sound entra prepotentemente nell’abitacolo; senza l’interfono sarebbe impossibile dialogare tra pilota e navigatore. L’emozione, dobbiamo ammetterlo, sale come poche altre volte nella nostra vita. È come se anche il nostro cuore battesse all’unisono con la cadenza regolare dei pistoni. Neuville innesta la prima e si avvicina alla linea di partenza della prova speciale.

Basta un attimo, e la i20 scatta fulminea, sollevando tuta la polvere della Sardegna in un colpo solo
Basta un attimo, e la i20 scatta fulminea, sollevando tuta la polvere della Sardegna in un colpo solo

«Drive without any respect for human life, i trust you and i trust the car» - «Guida pure senza rispetto per la vita umana. Mi fido di te e mi fido dell’auto», ndr. Non gliel’avessimo mai detto. La partenza è fulminea, istantanea. Nonostante ci si trovi su uno degli sterrati più ostici del mondiale, in poco più di 3 secondi siamo oltre i 120 km/h. Arrivano le curve, e Neuville accenna appena la frenata, unita ad un movimento repentino – ma ugualmente di classe – dello sterzo. L’auto schizza a tutta velocità tra i muretti a secco e la macchia mediterranea tipica del panorama sardo, entrando quasi in un’altra dimensione.  

Osservare lo stile di guida di Neuville così da vicino, è un vero spettacolo. Ogni movimento è misurato, ridotto all’essenziale: un lieve accenno di sterzata, e la i20 WRC si piega al volere del suo padrone. Perdiamo il conto delle volte in cui il belga si avvale del punta-tacco, mentre i tornanti dove è necessario avvalersi del freno a mano sono superati tracciando dei solchi disegnati col compasso.

"Sorridiamo" prima di partire. Non potevamo immaginare sarebbe stata un'esperienza simile
"Sorridiamo" prima di partire. Non potevamo immaginare sarebbe stata un'esperienza simile

Non una paura, non un’incertezza. In questi momenti, abbiamo il tempo di apprezzare la bontà del lavoro svolto da Hyundai Motorsport: l’auto è stupenda. Non usiamo un termine a caso. Le asperità del tracciato vengono attutite alla perfezione dal comparto sospensivo, mentre la trazione è stupefacente. I 300 CV della vettura vengono scaricati a terra sempre e completamente, senza incertezze, come se vi fosse un cavo trainato da Atlante in persona che ci trascina fuori dalle curve ad una velocità sconvolgente.

Gettiamo per un attimo lo sguardo ai lati della carreggiata: sembra quasi di essere entrati in una dimensione parallela. La vegetazione schizza via rapidissima, indistinguibile. Ogni tanto, ci capita di individuare qualche curioso, attirato dal frastuono prodotto dalla Hyundai, ma si tratta di frazioni di secondo.

Osservare lo stile di guida di Neuville così da vicino, è un vero spettacolo. Ogni movimento è misurato, ridotto all’essenziale: un lieve accenno di sterzata, e la i20 WRC si piega al volere del suo padrone

«Curiosità: ma stai andando a tutta?» gli chiediamo. «No, no… Sarò circa al 60%» ci sentiamo rispondere. Non facciamo nemmeno in tempo a pensare a quanto forte possa andare questo ragazzo in gara, che subito sentiamo la terra mancare letteralmente sotto i nostri piedi. Siamo arrivati al primo salto, ci lanciamo in quinta piena: il “problema” è che ciò avviene un istante dopo aver affrontato uno scollinamento a destra, dopo una curva cieca, mentre davanti a noi si staglia un muretto a secco. Riceviamo una scarica di adrenalina indescrivibile, come mai prima in vita nostra.

In un barlume di lucidità, riusciamo a domandare a Thierry: «Ma guidi così anche con la tua ragazza?», per sentirci rispondere «No no, sennò si spaventa!», il tutto accompagnato da una fragorosa risata. La sua.

Il suono delle cambiate è straordinario. Le sei marce ad innesti frontali entrano una dopo l’altra, ed ogni volta che ciò avviene si avvertono delle nitide cannonate partire dal terminale di scarico. Se a Waterloo si fossero uditi rumori simili, non stenteremmo a credere che francesi ed anglo-prussiani se la sarebbero data gambe levate.

La sintonia tra pilota e auto ci ha lasciato basiti. Tutto, sempre, sotto il massimo controllo
La sintonia tra pilota e auto ci ha lasciato basiti. Tutto, sempre, sotto il massimo controllo

Copriamo i “nostri” 5km in meno di 4 minuti, con la velocità massima che supera – e di molto – i 160 km/h. La Hyundai i20 WRC si è comportata davvero in modo fantasmagorico. Rapida, un fulmine celeste e rosso tra la polvere, nelle mani di Neuville si è rivelata micidiale. Vivere attimi simili accanto ad un professionista assoluto del volante, è un’esperienza che rifaremmo anche adesso. Il pacchetto auto-pilota ha raggiunto un’alchimia davvero competitiva, e chissà se nel 2017…

Lentamente, la i20 WRC torna nello spiazzo adibito all’assistenza. Il motore borbotta, come una tigre sonnecchiante pronta a ghermire la preda con un balzo fulmineo. «Divertito?» chiede Thierry. Vorremmo rispondere «Da morire», ma abbiamo davvero la salivazione azzerata e abbiamo bisogno di un sorso d’acqua per riacquistare la parlantina.

Il vicecampione del mondo 2013 è già al posto di guida, ci guarda e ci sorride. «Tu non soffri la macchina, vero?» «Assolutamente no», gli rispondiamo in tono spavaldo. Sarà la nostra rovina.

L’enorme rispetto che già nutrivamo per questi piloti, adesso, è cresciuto in maniera vertiginosa. Vivere un’esperienza simile, oltre alle emozioni che comporta, fa capire sino in fondo i rischi ai quali siano sottoposti in ogni singola prova speciale gli assi del mondiale WRC. Anche per le case la sfida non è affatto facile: creare una vettura performante, all’altezza della concorrenza, che possa essere sfruttata e gestita al meglio dai propri piloti, non è affatto un’impresa simile.

Un’impresa che, detto tra noi, Hyundai ha saputo affrontare e vincere in più di un’occasione.

Argomenti

Pubblicità