WRC16 Germania. Sei mesi di digiuno, ma il più forte è sempre lui, Sébastien Ogier (VW)!

WRC16 Germania. Sei mesi di digiuno, ma il più forte è sempre lui, Sébastien Ogier (VW)!
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  • di Piero Batini - Manrico Martella
Seconda vittoria consecutiva nel Germania, dopo sei mesi di digiuno “forzato”. Sordo e Neuville sul podio, Mikkelsen cede il passo. Tempestini, più che mai leader del Mondiale Junior, vince anche sull’asfalto. Grazie Jost Capito, arrivederci!
  • di Piero Batini - Manrico Martella
21 agosto 2016

Trier, 21 Agosto. Non è andata come avevamo previsto, non nel dettaglio, ma non è il caso essere troppo pignoli. Quel che conta è la sostanza, ovvero che il successo arride di nuovo a Sébastien Ogier, a digiuno dal Rally Svezia, sei interminabili mesi. Mezzo anno, mezza stagione, un’eternità agonistica. Il successo bis in Germania Ogier l’aveva annunciato, poi l’ha voluto e perseguito con insolita “ferocia”, “stracatafottendosi” per una volta, e ce ne sarà solo un’altra fino alla fine della stagione, della routine a cui disgraziatamente si deve piegare a causa del regolamento che sacrifica il leader del Campionato. Dalla Svezia, costretto a partire per primo per sei mesi, Ogier ha aperto e pulito le strade dei successi di Latvala, Paddon, Neuville e Mikkelsen, rispettivamente Messico, Argentina, Sardegna e Polonia, e due volte di Meeke, vincitore in Portogallo e Finlandia. Sei Rally a bocca asciutta, con il fegato sempre più grosso e la bava alla bocca. “Il Mondiale così è più interessante!”, continueranno a dire i “regolamentatori”, ma è impossibile che non si trovi niente di meglio che lavorare sul richiamo della crocifissione del migliore.

Ecco che, una volta a disposizione, Ogier ha raccolto l’opportunità e restituito, colmi fino all’orlo, i boccali di cicuta mandati giù controvoglia. Il tre volte Campione del Mondo (vogliamo iniziare a dire “quattro”?) è partito in modalità di studio, ben sapendo che il venerdì, dopo aver tirato lungo a un tornante, non era e non sarebbe stato quello del momento giusto. Sabato, però, il terribile e lunghissimo sabato del 34° Germania, aveva in serbo l’occasione annunciata, e cioè i due passaggi sulla lunga Panzerplatte di 40 chilometri. Fino alla prima “esecuzione” Ogier ha continuato ad alternarsi a Mikkelsen, che aveva ereditato anche dai suoi errori la leadership del venerdì sera, poi ha incollato l’acceleratore al pianale e, in due passaggi che sono ancora in molti a chiedersi dove abbia “tagliato” per ottenere dei tempi del genere, ha messo in cascina tutto il fieno che gli serviva per passare… l’inverno e uscire dal purgatorio. In quei due casi Ogier non si è limitato a dare il massimo, ma è andato a cercare anche l’erba, i sassi o il fango della vendetta ai lati delle strade, sporcando la sua guida, forse, ma senz’altro “inzaccherando” l’asfalto su cui sarebbero passati tutti i suoi avversari, tutti quelli che avevano approfittato del suo zelante lavoro di pulizia delle piste fino a Trier e al Baumholder della resa dei conti. Non si dovrebbe fare arrabbiare il Clint Eastwood del miglior Leone dei Rally, perché poi il “regolamento dei conti” arriva con il sorriso sulle labbra!

Ed ecco dove abbiamo sbagliato. Pensavano, infatti, che Ogier avrebbe concluso da “cannibale” e si sarebbe impadronito anche dei tre punti del Power Stage, una delle consuetudini che erano rimaste a disposizione del campione in questi interminabili sei mesi di tormento. Invece non abbiamo fatto i conti con due aspetti fondamentali del gran finale del Rally ADAC Germania. Non abbiamo considerato il fatto che il secondo passaggio sulla Dhrontal venisse annullato, per questioni di pubblico e sicurezza, e che, soprattutto, una volta mollato da Mikkelsen, sull’osso dei due rimanenti gradini del podio si sarebbero avventati i due Piloti Hyundai. Dani Sordo e Thierry Neuville, già protagonisti, lo abbiamo visto, di due corse completamente diverse ma millimetricamente, similmente efficaci e motivate, sono stati i protagonisti della domenica di Trier. Si inizia dunque con il risveglio di Sordo, che batte nettamente Neuville e Milkkelsen sulla prima Dhrontal e mette altra strada tra sé e gli avversari diretti. Neuville non ci sta, vince la successiva Sauertal, restituendo il favore ma non il margine perso nella prima, e in compenso riesce a scavalcare Mikkelsen ormai pago e timoroso di compromettere il pur buon compito svolto fin lì. Come abbiamo detto, la seconda Dhrontal viene neutralizzata, e la Sauertal Power Stage finale diventa il “classico” duello all’ultimo sangue. Lo vince uno scatenato Neuville, che porta a cinque il numero dei successi personali, ma Sordo Zen mantiene, con un terzo posto a pari merito con il vincitore del Rally e per un decimo di secondo appena, il secondo posto assoluto del Rally alle spalle di Ogier.

Quarto è Mikkelsen, e quinto Paddon, partito male e in verità quasi trasparente alle vicende del Rally. Per spiegare il quinto posto raccolto dal neozelandese bisogna tenere conto della decimazione dei “big, del cambio rotto di Latvala subito dopo il via del Rally, dell’alternatore “fottuto” di Tanak tra la 11ma e 12ma speciale, del brutto incidente di Lefebvre durante la decima, dello scivolone di Ostberg nella 12ma. D’altra parte l’esperienza di Paddon sull’asfalto è limitata, e un Germania così è un buon “maestro” per il Pilota Hyundai del futuro.

Tra le buone idee suggerite dal Germania numero 34 c’è quella che propone Simone Tempestini e Giovanni Bernacchini sul tetto del Mondo della Junior. l’Equipaggio Citroen DS3 ha vinto la battaglia tedesca, e vola sull’asfalto e in testa alla generale provvisoria.

Due Hyundai sul podio, non era mai successo quest’anno, ma vince ancora Volkswagen, vincono ancora Sébastien Ogier e Julien Ingrassia, e vince ancora Jost Capito. Per l’ultima volta con Volkswagen, il 57enne Direttore di Volkswagen Motorsport saluta con una vittoria e lascia all’ancora sconosciuto successore un record di successi e di superiorità difficilmente ripetibile, anche se è prevedibile che il lavoro del tedesco di origine ungherese avrà per lungo tempo ancora un potente effetto volano tecnico e, speriamo, ambientale. In “carica” sul campo dal maggio 2012, il responsabile delle operazioni Polo R WRC ha portato a VW nove Titoli Mondiali, 82 podi, 39 vittorie e l’impressionante cifra di 594 successi di Speciale sulle 881 disputate. Agli attuali numeri da capogiro bisognerà presto aggiungere quelli che stanno “maturando” e che saranno ancora “suoi”. Ogier, con Ingrassia, è infatti nettamente al comando del Mondiale con 169 punti, 59 più di Mikkelsen, che è secondo, e Volkswagen comanda la graduatoria Costruttori con 256 punti. Jost Capito lascia Volkswagen e a fine agosto inizia la sua nuova avventura da CEO del Team McLaren di Formula 1. Il Team VW ringrazia il “Boss”, Capito ringrazia l’intero Team che ha trasformato in una magnifica famiglia, e i ringraziamenti finiscono a torte in faccia. Jost ne aveva lanciata una a Latvala, in occasione della sua 300ma vittoria di speciale in Svezia nel 2014, e oggi il finlandese se n’è affettuosamente ricordato nella festa, un po’ triste io direi perché Jost è un grandissimo, di commiato. L’abbiamo già detto e ridetto: Jost Capito ci mancherà, ma non possiamo fare altro che augurargli ancora il massimo.

Grande Rally di Germania. Avvincente, concreto, graziato dal meteo e ben organizzato. “Ben organizzato” è un bello spunto. L’organizzatore è l’ADAC, l’ACI tedesco, e la cura dell’evento è dovuta all’impiego di ben 3.000 volontari, inclusi i 2.000 commissari provenienti da 70 club locali o motorsport ADAC, e da 18 sedi regionali del Allgemeine Deutsche Automobil-Club, la cui attività si basa sul rilevamento e la promozione di trasporto a motore, motor sport e turismo. Una potenza, cui il Rally fa gioco e onore nel rispetto dello statuto. Non c’è da meravigliarsi che August Markl, presidente dell’AutomobilClub tedesco, già sabato avesse pubblicamente ringraziato tutti i suoi volontari, e che il Mondiale WRC abbia già deciso di tenersi stretto il Rally tedesco fino al 2020. Viene da pensare all’Italia Sardegna che ufficialmente non ha ancora né una data né, soprattutto, una sede. L’ACI ha detto che non si tornerà in Sardegna, e si fa il nome della Sicilia, ma tranquilli, anche la Sardegna è una potenza orgogliosa, e pare proprio che stia correndo autonomamente ai ripari, per garantire lunga vita al suo gioiello e la continuazione della bella storia.

Saltato, l’abbiamo già detto e ripetuto, il Rally Cina, si passa ora direttamente al Rally di Corsica, decima data mondiale e ancora su asfalto. Si parte, come canterebbe l’Equipe 84, il 29 settembre.

Foto: Manrico Martella, Jakub Pojcmz, Fabrizio Buraglio, PURE WRC AGENCY - Video: Volkswagen Motorsport

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