WRC17 Australia. Carriero: “Atmosfera molto rilassata, magica. Ma non c’è da fidarsi!”

WRC17 Australia. Carriero: “Atmosfera molto rilassata, magica. Ma non c’è da fidarsi!”
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Piero Batini
  • di Piero Batini
L’ultimo Rally della stagione, già vinta, si corre in un’atmosfera molto particolare. Seb Ogier non ha svelato ancora il segreto del suo futuro, ma sono tutti “fiduciosi”, e la Gara propone comunque spunti interessantissimi
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
17 novembre 2017

Coffs Harbour, 17 Novembre 2017. I Titoli sono già assegnati, e sarebbe ora di bilancio finale. Ma ci sono ancora un paio di buoni motivi per tenere aperta la “pratica” di una delle stagioni più avvincenti del WRC degli ultimi anni, forse lustri. Il primo è di carattere prettamente “sportivo”, nel senso buonissimo e puro del termine. L’ultimo Rally dell’anno è una buona occasione per tutti, beh per i vincitori ma soprattutto per i vinti, di fare una bella figura. E poi c’è ancora in sospeso questa benedetta faccenda del futuro di Sébastien Ogier, e quindi di M-Sport, di Citroen e di un mucchio di altre entità, per cui è facile che da una parte si stia attaccati alla vicenda agonistica, e dall’altra si muoia di curiosità aspettando che qualcuno si degni di aprire un varco nell’ignobile muro di… omertà che isola gli “ignoranti” dalla “verità”.

La situazione è rilassata anche in questo senso. Falsamente rilassata, perché quando la “verità” verrà a galla accanto a chi gioirà ufficialmente ci sarà immancabilmente chi avrà di che mordersi le mani o di cui rispondere pubblicamente. Ad ogni modo la “sensazione” è che Seb rimarrà dov’è, Malcom dovrà commuoversi un’altra volta per la dimostrazione di fiducia e di affetto, e che la sfida al Mondiale 2018 sarà una battaglia per la riconferma a tutto tondo, Pilota, Navigatore, Auto, Team. Lo sponsor solo, in questo caso, casca sempre in piedi. Citroen dovrà dire perché non è riuscita a riagguantare il Pilota che ha fatto andar via qualche anno fa, in circostanze non evidentemente dimenticate nonostante lo scorrere di tanta acqua sotto i ponti. Questo nel caso che… in quello contrario l’euforia dell’”aggiudicatario” potrà essere meno contenuta a causa dell’exploit, e la tristezza del “battuto” meno pesante, la batosta non troppo solenne. Ma son cose che si vedranno, insieme alle scosse di assestamento del terremoto Rally-mercato.

Intanto bisogna pensare al Rally Australia, ventiseiesima edizione della serie. Una dozzina di WRC, meno WRC2, molti “Nationals”, per un parco partenti che da noi avrebbe ispirato il “classico” coefficiente 1,5. Laggiù, “Down Under” sono più dignitosi, e si limitano ad organizzare bene la loro Gara e a mantenere il più serena possibile l’atmosfera, in modo che i Partecipanti possano godere appieno delle caratteristiche dell’Evento.

Massimo Carriero, Ingegnere Campione del Mondo Responsabile Disegno Vettura di M-Sport, spiega brevemente cosa attende i Piloti (e i tecnici).

“Inutile dire che si tratta di un Rally “tricky”, perché “tricky”, difficili, complicate, anche ingannevoli, sono le Prove Speciali. Perché hanno un ritmo difficile, ovvero non consentono di averne uno decente, costante. Difficile dunque tenere un passo costante, ovviamente ancor più difficile costante e veloce a causa della variabilità delle strade e dei fondi, dei raggi delle curve e della profondità degli avvallamenti, delle pozze, della quantità “sporco” del bush.”

“Non è facile mantenere la concentrazione, ma obbligatorio portarla sul livello più alto al servizio dell’attenzione, questo per evitare di commettere degli errori che, quando piccoli, possono costare comunque molto, e quando grandi possono avere per conseguenza la “classica” Macchina sul tetto.”

“Se si dovesse paragonare l’Australia a un altro Rally del Mondiale, bisognerebbe pensare a un Rally mediamente veloce, ma non è facile fare un paragone attendibile perché l’Australia è davvero particolare, e se per necessità di confronto si volesse richiamare le temperature, alte, bisognerebbe riferirsi più alla Spagna che al Messico. Avete capito che non si possono fare dei paragoni pertinenti e attendibili.”

“In effetti bisogna pensare all’Australia come a un Rally speciale a causa dell’atmosfera magica che si crea e che si riflette in tutti i partecipanti. L’Australia è un posto che dà una pace fuori dal comune, il luogo ideale dove correre anche se uno dovesse giocarsi il Titolo qui. L’unica controindicazione è che bisogna stare attenti ai serpenti. Come ovunque, del resto, dipende solo dal tipo di “serpenti” di cui si parla!”

Nella pace dell’Australia Thierry Neuville ha fatto meglio di tutti nello shakedown, in particolare meglio di Stephane Lefebvre. Ecco due che hanno due buoni motivi di puntare sul Rally “Down Under” per fare bella figura. Ma se è per questo io punterei tutto su Chris Meeke e sulla riscossa Citroen. Terzo tempo per Elfyn Evans, ma questo dipende dal fatto che il giovane vincitore del Galles non è ancora riuscito a rallentare!

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