WRC17 Portogallo. Atlantic City

WRC17 Portogallo. Atlantic City
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Si potrebbe anche iniziare a dipingere un Campionato con un profilo più equilibrato. È il proposito del Portogallo del 50° Anniversario, sesta prova di un “Mondialone” dei colpi di scena, un Rally difficilissimo da immaginare
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
18 maggio 2017

Matosinhos, Porto, 17 Maggio 2017. Portogallo ed è appuntamento Mondiale numero 6. Si parte da Porto, anzi da Matosinhos, “dependance” portuale a Nord della Città. Nelle precedenti cinque Prove del Campionato sin qui disputate hanno vinto in quattro, e l’unico a concedere il bis è stato quel Thierry Neuville, Corsica e Argentina, che tuttavia aveva già regalato una iniziale, doppia, scandalosa delusione dell’ultimo, scandaloso minuto, Monte-Carlo e Svezia, e che ha avuto bisogno di tutta la comprensione del Management Hyundai per rimettersi in carreggiata e ripagare, meno male con gli interessi, la fiducia riposta in lui. Una parabola rovesciata che segna ormai tutta la prima parte del Mondiale. Ed eccoli in fila, Ogier, Latvala, Meeke, Neuville, Neuville. A parte Meeke, che alla prova superlativa e da brividi del Messico aggiunge gli “zeri” della nuova C3, Corsica, e del suo temperamento, Argentina, sono tutti in corsa, e neppure troppo distanti alla guida del Campionato. Dicono che è un mondiale molto equilibrato, che vincerà il migliore al termine di una battaglia avvincente e “tirata” come non mai, ma per il momento la leadership Ogier è “darwiniana”. Più che imporsi sulla natura dell’evoluzione del Mondiale il Campione del Mondo è quello che sopravvive ai grandi mutamenti, leggi il nuovo regolamento del codice WRC. Il “Plus”, questo è certo, sta portando uno spettacolo da capogiro così come il grande Pubblico degli appassionati, e la sua regia, si aspettano ed auspicano, ma anche l’inevitabile incertezza sulle giovani gambe della propria crescita. Bello, sì, il Mondiale 2017 è bello.

Ed eccoli in fila, Ogier, Latvala, Meeke, Neuville, Neuville. A parte Meeke, che alla prova superlativa e da brividi del Messico aggiunge gli “zeri” della nuova C3, Corsica, e del suo temperamento, Argentina, sono tutti in corsa, e neppure troppo distanti alla guida del Campionato

Ora, supponiamo che con il ritorno in Europa le Macchine del Mondiale nuovo Regolamento abbiano raggiunto almeno l’età dell’adolescenza, ancora con qualche osso rotto da sistemare ma pronte a liberare la creatività della maturazione. In questo caso il Portogallo del 50° anniversario, è l’ex Rally TAP nato nel 1967 e diventato una pietra miliare del Mondiale nel 1973, può rappresentare l’espressione di un combattimento che al “rozzo” colpo di scena sostituisce la raffinatezza del combattimento. Sarebbe ora e sarebbe bello.

Poi. Per non perdersi un ruolo da protagonisti, le principali “Compagnie” hanno portato in Portogallo i loro migliori attori e, in alcuni casi, scritturato nuove figure a cui va il compito di amalgamare l’insieme di una maggiore incisività. Toyota porta in scena Esapekka Lappi e Citroen Al Qassimi. Il Finlandese gode di una promozione sul campo, e farà tutti i restanti Rally della stagione, lo Sceicco degli Emirati Arabi Uniti raggiunge la “sua” Squadra quasi a metà stagione, ma nel frattempo è diventato un vincente nel Mondiale Cross-Country Rally con la Peugeot e prepara anche la prossima edizione della Dakar con la Macchina che ha vinto le due ultime edizioni. Entrambi hanno il compito, incaricato e assunto, di portare avanti lo sviluppo delle rispettive C3 e Yaris in gara e, già che ci siamo, se possibile andare a prendere qualche punto utile per la causa della Marca che difendono. La tendenza, ormai, è arrivare a portare in Gara quattro Macchine, tre a punti e uno “scartino”, magari a turno come all’epoca di Hyundai.

La Città sull’Atlantico si è preparata meticolosamente per la gara che è anche vetrina del Paese, e centinaia di piccole e grandi manifestazioni di celebrazione dell’Anniversario sono pronte. Il quartiere fieristico di Exponor è diventato il Parco Assistenza “indoor” del Rally, il meteo promette, ma non garantisce, secco per tutto il fine settimana.

In ogni caso sarà la terra ad emettere i verdetti che ora ci aspettiamo più… giudiziosi. 19 Prove Speciali, in totale sommano tre giorni di Gara dalla partenza dal Castello di Guimaraes e la disputa del corto Super Special Stage di Lousada, poco più di tre chilometri, fino alla leggendaria Fafe con il salto della vertigine che porta nell’arena naturale attorno all’icona del Rally milioni di appassionati.

Il vaso del Rally è traboccante di motivazione. Sono in molti, infatti, a averne di speciali. Ciascuno con il suo dentino avvelenato. Per esempio. Meeke, che ha vinto lo scorso anno e vorrà confermarsi. Ogier, che è in testa al Mondiale e intende rimanerci. Neuville, che non può permettersi di interrompere l’impressionante progressione se vuole restare in corsa per il Titolo. Latvala, che in contrapposizione all’ex compago di Squadra Campione del Mondo, sente di avere i mezzi per andare a disturbare il leader. Evans, che asciugate le lacrime per la vittoria sfumata negli ultimi metri dell’Argentina deve rifarsi ormai a un passo dalla consacrazione. Paddon, che non ci siamo e in questo genere di situazioni delicate solo un successo è medicina. E così via, il “plateau” è ricco e la proposta spettacolare avvincente. Vediamo cosa succede.

Un solo mistero. Mikkelsen. Dato avventurosamente per acquisito in seno al Team Hyundai, è ancora al via con una Skoda Fabia R5. Mistero, ma non troppo

Un solo mistero. Mikkelsen. Dato avventurosamente per acquisito in seno al Team Hyundai, è ancora al via con una Skoda Fabia R5. Mistero, ma non troppo. Eppure qualcuno che sa il fatto suo, e che dopo VW e McLaren è ospite della cucina più veloce del Mondo, suggerisce che chi vuole vincere il Mondiale di quest’anno deve mettere sotto contratto l’ultimo dei disoccupati del Team che ha stravinto quattro volte di fila, nei quattro anni della meteora più interessante della Storia del WRC.

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