WRC17 Tour de Corse Day 1. Meeke (Citroen) scatenato. Gli resiste solo Ogier

WRC17 Tour de Corse Day 1. Meeke (Citroen) scatenato. Gli resiste solo Ogier
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Piero Batini
  • di Piero Batini
L’Irlandese “punta” del Team Citroen Total Abu Dhabi vince tre delle quattro Speciali del primo giorno, e si stacca di una decina di secondi dal vincitore dello scorso anno, Ogier. Alle spalle del terreno del duello, scenario molto più “sobrio”
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 aprile 2017

Bastia, 7 Aprile 2017. L’anno scorso, a questo punto del Tour de Corse, la situazione era piuttosto chiara. Ogier, con la Volkswagen, era partito “a cannone”, aveva vinto le quattro speciali del programma del primo giorno, aveva tre quarti di minuto di vantaggio e il Rally era, virtualmente, suo. Neuville, Latvala e Mikkelsen sembravano annaspare inutilmente all’inseguimento, e ci si distraeva solo guardando dalla parte della bella sorpresa offerta da Craig Breen, in quinta posizione con la “vecchia” DS3. Il significato di tutto questo era, a parte l’evidenza della superiorità del “pacchetto” VW, che curve o non curve, con tutte le circostanze delicate del caso, la cosa migliore, forse determinante per congelare il morale e abbassare le orecchie degli inseguitori, era partire forte, fare il vuoto e chiudere la partita anzitempo. E difatti quel risultato parziale alla fine della prima giornata del Rally si era proiettato direttamente, identico, sul definitivo finale dell’edizione 2016.

Nel 2017 è un altro Mondo. Innanzi tutto è primavera, e poi a partire come missili sono le Citroen, una in particolare, ovvero quella del rocambolesco “youtuber” di Guanajuato, Kris Meeke. Meeke, lanciato dal trampolino del vittorioso Rally Mexico, si impone con una doppietta inaugurale firmando entrambe le speciali, Pietrosella - Albitreccia e Plage du Liamone – Sarrola-Carcopino, e vola al comando del Rally, entusiasta e carico come una molla. Soddisfatto soprattutto della seconda Speciale del primo giro, nella quale si rende conto di aver sovvertito il corso della storia del Tour de Corse ultima maniera. Ben presto è chiaro che, al momento almeno, il Rally di Francia è una faccenda privata tra Meeke e Ogier. Vero che Neuville “tiene” abbastanza, e così il sempre sorprendente e generoso Sordo, ma il resto della comitiva si stacca dalla pattuglia “guida” e sta inesorabilmente, impotentemente a guardare.

All’inizio del secondo giro Ogier, che nel frattempo ha cercato di minare l’equilibrio di Meeke dichiarando di averla presa con calma, manda un altro messaggio alla testa della corsa vincendo la seconda Pietrosella – Albitreccia. Appena otto decimi di secondo di vantaggio sull’irlandese, tuttavia, e quindi non abbastanza per impensierire il leader. Il segnale risulta debole o suona come un avvertimento, un allarme al quale Meeke risponde reagendo con veemenza nell’ultima Speciale del giorno, altri 30 chilometri di patema d’animo. Meeke parte piano, ma si scatena nella prima metà della PS, e alla conclusione vince ancora portando altri due secondi al piccolo forziere del suo vantaggio, che ora conta poco più di 10 secondi di bottino.

Il Rally è tiratissimo, ma il suo punto di fuoco è verosimilmente circoscritto al duello tra il francese Campione del Mondo e lo scatenato irlandese. Ancora più significativo è il fatto che il livello del Campionato, ovvero dell’efficienza delle nuove WRC+, è salito su un gradino superiore, di fatto riducendo i gap ma accordando i toni della sfida. È altrettanto significativo, a questo punto, che si è completamente esaurito quel vantaggio di “continuità” di cui era accreditato il Team Hyundai, e che ormai non c’è più la possibilità di capitalizzarlo. Si dimostrano a “livello”, dunque, Ford e Citroen, “quasi” Hyundai e appena indietro Toyota. Naturalmente al punto ancora incerto di evoluzione del Mondiale rappresentato da quella che è soltanto la quarta Prova, atipica come del resto lo sono state, parzialmente o totalmente, le tre che hanno preceduto.

Il Rally è tiratissimo, ma il suo punto di fuoco è verisimilmente circoscritto al duello tra il francese Campione del Mondo e lo scatenato irlandese. Ancora più significativo è il fatto che il livello del Campionato, ovvero dell’efficienza delle nuove WRC+, è salito su un gradino superiore, di fatto riducendo i gap ma accordando i toni della sfida

Dietro al duo di testa la vita è dura. Fermo Hanninen, contro un ponte e con lo sterzo a “gallina” nella prima Speciale, reazioni impreviste e all’opposto per Latvala, che non riesce a guidare come vorrebbe sull’”asciutto”, e di Paddon, che preferisce la prudenza non fidandosi dello “sporco umido” portato in strada dai Concorrenti passati prima di lui (ma poi una “strusciatina” la da lo stesso). Tanak si dice “comfortable” nella Fiesta, ma poi esce di strada durante la ripetizione della prima PS, e ancora problemi di idraulica per Evans (profetico realista, Carriero). A parte Ogier, insomma, che è l’unico che pare riuscire a reggere l’onda d’urto di Meeke, e Breen che ancora una volta sorprende per la grande confidenza con gli asfalti còrsi, tutti gli altri accusano, quasi vistosamente, la sudditanza di performance rispetto all’Equipaggio di punta delle C3 WRC+. E qualcuno, come Neuville, non capisce. Gli pare di andare forte ma evidentemente qualcosa non funziona. Meglio ripensare un momento, smettere di correre la gara “della vita”, calmarsi un poco e ripartire. Ancora più “abbacchiata” la supposta battaglia delle WRC2, convertita sin dal primo giro nel monologo del “deluso” Andreas Mikkelsen, affidatario Skoda Fabia R5, che alla fine del giorno occupa la nona posizione assoluta e ha già un vantaggio incolmabile nella categoria, oltre un minuto, su Suninen. Del resto, anche Kopecki ha avuto problemi di sterzo, e anche Camilli si è piantato contro la spalletta di un ponte.

Altre quattro Speciali Sabato, il giorno più lungo con 131 chilometri cronometrati. Le Speciali sono più disomogenee, lunghissima la La Porta – Valle di Rostino, oltre 48 chilometri, e quindi relativamente corta la Novella, appena 17. Ma le curve son sempre tante. E se non si può mai sapere cosa c’è dietro a una curva, figuriamoci quando sono diecimila!

Foto: Manrico Martella, Nikos Mitsouras, Simone Calvelli, Elisabetta Preto

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