WRC17-WRC18-Bancarella d’Estate. Solo Souvenir

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Viaggio (troppo) lento verso il Catalunya. Tutto settembre per scervellarsi sui destini di Marche ed Equipaggi in grado di arroventare la già torrida estate dell’interminabile attesa. Tempo di scoop?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
28 agosto 2017

Playa de los Ociosos, fine Agosto 2017. Sarà l’acqua dentro gli stivali di gomma, il fango nel collo dell’impermeabile o il freddo nelle ossa, sta di fatto che al Parco Assistenza di Bostalsee il sogno di tutti era potersi scaldare, con una notizia piccante o uno scoop bollente. Argomento del week end e del momento, esaurito il rituale del “cappottino” all’autentico e sfortunato capro espiatorio della stagione, Kris Meeke, è il WRC-Mercato. Meteo o mancanza di “prove”, la ricetta del pettegolezzo è la solita: 2 o 3 nomi chiave, altri di contorno, grappoli di supposizione e massima velocità al mixer. Il frullato contro l'arsura monta in un attimo e ce n’è per tutti i gusti.

Chiariamo una cosa. Correre dietro a uno scoop mi è sempre sembrato avvilente. Passi per la curiosità e l’impazienza, caratteri infantili che perdurando nell’età adulta aiutano a mantenere alto il livello di eccitazione e riflessi, ma lo scoop come primato, record, esclusiva o privilegio non vale niente. Non è indice di esperienza, perché supporre attendibilità dove l’oggettività è scarsa è un po’ vaneggiare, né di competenza, perché tanto varrebbe stare dalla parte di chi stabilisce in che direzione devono andare le cose. Nello scoop c’è un po’ troppa presunzione e, a volte, poco rispetto. Lo scoop nasce spesso da una “confidenza”, e presuppone il tradimento. Mi sono spesso trovato ad avere per le mani notizie “buone” per quello scopo, ma le ho sempre tenute per me, per rispetto e amicizia, e sono andate ad arricchire quello che chiamano bagaglio di esperienza. Altre volte lo scoop è figlio di una soffiata, e allora è il frutto proibito della delazione, una violazione della privacy. È il risultato di un appostamento? Spioni. Ci si casca per caso? E allora vuol dire che fortunosamente si è scivolati sulla buccia… giusta. Niente di cui vantarsi, insomma, o con cui gonfiare il diaframma mentre si sussurra un’esclusiva all’orecchio del mercante di notizie.

Che ci siano, oggi, così tanti “indizi” disseminati nella campagna del WRC, è da attribuirsi anche all’abbandono di Volkswagen, sul finire della scorsa stagione, che ha innescato una spietata corsa al Pilota. Non tutti hanno partecipato all’inedita “riapertura” della caccia, o l’hanno fatto solo parzialmente o ufficiosamente, cosicché si può pensare che molte soluzioni siano rimaste al riparo nei retrobottega, e che altre siano state fissate in modo precario e provvisorio, quindi in balia di variazioni di presupposti anche notevoli. Ma la vera “miccia” dell’esplosione del mercato “parallelo” del WRC d’estate, fantastico FantaWRC, è la lunghissima pausa tra i Rally di Germania e il prossimo di Catalogna, 44 interminabili giorni che è impossibile superare senza nutrirsi, senza mandar giù qualcosa di “caldo”!

I “grandi temi” del destino WRC 2018 sono due + uno. I casi Ford e Ogier, in programma al teatro di Malcolm Wilson ma in scena per lo più dietro le quinte, e il caso, di conseguenza e secondo una logica semplice, dell’”inaccettabile” posizione di Citroen, al momento con un “organico” troppo al di sotto delle ambizioni.

Penso sempre che il posto “naturale” di Ogier, pur con tutte le renitenze e gli storici velenosi del caso, sia in casa Citroen. Il fatto che non se ne sia fatto di niente alla vigilia della stagione in corso mi ha in un primo tempo stupito, ma gli eventi hanno confermato la validità di una certa logica. Fulcro delle operazioni era il Pilota, e lì attorno una Squadra di giovani già ufficializzata, un budget bloccato e rivelatosi limitato, una Macchina che avrebbe sofferto più di tutte sul cammino della competitività. Uno scenario non certo convincente, un abito di taglio e taglia inadatti a un Campione del Mondo al quarto Titolo consecutivo. E difatti Ogier si è “accontentato” della più privata delle situazioni… ufficiali e di uno stipendio “da fame” distillato direttamente dalle vene di Malcolm Wilson. A conti fatti il Pilota è andato a nozze con la situazione meno rischiosa per il prestigio personale, poi rivelatasi straordinariamente affidabile, efficace e “indovinata”. Al punto che, oggi, Ogier si ritrova ancora a capotavola, 17 punti e 44 giorni di vantaggio per far valere la sua forza contrattuale.

Quello che non è dato sapere è se allora aveva già steso le basi per un futuro Citroen. Matton, ad Abu Dhabi, lo disse possibile, ma naturalmente nel modo più “universale” e allo stesso tempo criptico di chi sa come trattare con gli “spioni” dell’informazione. Quindi, in ogni caso, chi dice che Matton e Ogier, o i rispettivi referenti o mandanti, si sono seduti al tavolo della trattativa, spara la news più ovvia, poiché per firmare o per scusarsi di un nuovo nulla da fare l’incontro è inevitabile. Chiamate pure in causa Mikkelsen e l’ipotesi di ricostituire in rosso due terzi dell’armata che non c’è più, o ancora Loeb. Più che probabile che siano azioni diversive. È chiaro che Mikkelsen è un buon “pezzo”, in tutti i sensi, anche economico, ma non può essere il fulcro del mercato Citroen, e Loeb è ancora troppo Pilota, Dakar e, crediamoci, 24 Ore di Le Mans con Peugeot, per dedicarsi a tempo pieno alla gestione di un Team imperativamente di punta come quello di cui ha bisogno Citroen. Continuando a dar fiducia a Meeke, ‘che la stima nel tipo mi fa credere essere soluzione ragionevole e coerente con la storia di Matton, oltre che indicata da un contratto pur debole ma in essere, Citroen deve risolvere anche un problema “morale”, confermando l’”Operazione Giovani” del buon Breen e del discusso Lefebvre ma riprogrammandola su un progetto ridotto e sulla nuova C3 R5 che verrà.

Insomma, si starebbe ricominciando da capo avendo buttato via un sacco di tempo, e a queste condizioni il futuro di Ogier potrebbe ancora essere di tutti i colori. A centro bandiera della stabile ma dispersiva formazione Hyundai, un quasi Campione che sciupa molto, una promessa che fatica a mantenersi e un buon lavoratore, in un Mondiale che non è una volata in discesa ma un gran premio della montagna. O nel caleidoscopio di sogni di Toyota, nonostante la confermata fiducia a Latvala e la scommessa già in parte vinta di Lappi. In entrambi i casi si aprirebbero un processo di destabilizzazione dei rispettivi ambienti e un nuovo capitolo di negoziazione con il main sponsor. Ipotesi, dunque, inverosimili se non si passa a una stagione rivoluzionaria con 4 Macchine per tutti. Più facile pensare, da una parte e dall’altra, a una conferma della fiducia all’asse Neuville-Paddon, magari con un innesto a sorpresa, e all’arrivo di Tanak, per un barcentro ancora più estone, o dell’ennesimo finlandese, Suninen in attesa di Rovanpera. Altro lavoro per il Grande Tessitore Timo Jouhki e inevitabile, parziale declassamento per un paio di Piloti. E se poi finisse che Neuville passa a Citroen e Ogier a Toyota? E perché no Meeke a M-Sport e Tanak a Hyundai? E Mikkelsen? 124 Abarth o VW 2016? E se Ogier decidesse davvero, come è stato ipotizzato, di ritirarsi a vita privata? Delirando, tutto diventa possibile, soprattutto sotto l’ombrellone e facendo i conti senza l’oste.

Il vero spartiacque del mercato WRC 2018 è la posizione di Ford. Sarà al fianco, veramente al fianco di M-Sport o manterrà la strana relazione con Malcolm Wilson, che è pur sempre l’affare del secolo?

Torniamo seri. Il vero spartiacque del mercato WRC 2018 è la posizione di Ford. Sarà al fianco, veramente al fianco di M-Sport o manterrà la strana relazione con Malcolm Wilson, che è pur sempre l’affare del secolo? Nel primo caso potrebbero essere risolti tutti i problemi, sia di Wilson che di Ogier. Il primo farebbe il meritato salto di qualità, il secondo rimarrebbe felicemente dov’è e, con un bel “conguaglio”, problemi zero anche per sviluppo tecnico e conti in banca. Nel secondo caso il povero Wilson, dopo aver meritato più di ogni altro l’upgrade, potrebbe ritrovarsi nell’ancor più strana situazione di aver vinto tutto e registrato un record storico, ma di non poter trasformare il successo in un adeguato futuro di crescita sportiva (il lato di gestione economica dell’Impresa mi sembra materia nella quale il Signor M comunque eccella).

La vera domanda, tuttavia, è un’altra. Ford ha dato segno di aver “scoperto” il valore del WRC e del Ministro senza portafogli Wilson già dall’inizio della stagione, al Monte-Carlo, e la riunione delle due entità è l’argomento del giorno di… ogni giorno. Dobbiamo, allora, credere che un movimento così importante e fondamentale non sia stato affrontato ragionevolmente per tempo e che non abbia già trovato la sua sistemazione definitiva?

No, io credo che quello che sarà è già scritto e sottoscritto, ma nessuno è in grado, giustamente, di vedersi assegnato il primato di questo scoop che fiorirà, probabilmente, attorno al Rally di Catalunya!

Possibile che a nessuno cada di tasca un pizzino, una bozza di contratto, un pro-memoria con nomi e cifre, magari anche solo un IBAN?

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