Yves Bonnefont, AD DS: “Stiamo pensando ad un SUV e generiamo utili”

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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
L'amministratore delegato del brand DS ci parla dei piani per il futuro del marchio del Gruppo PSA
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
26 gennaio 2016

In occasione del lancio della nuova DS3, abbiamo incontrato a Parigi Yves Bonnefont, amministratore delegato del marchio del Gruppo PSA. È stata l'occasione per parlare dell'impegno futuro del brand, del suo ingresso nel motorsport e di cosa ci si dovrà aspettare dal neonato marchio di casa PSA.

Parliamo di vendite: cosa potete dirci del 2015?

«Dobbiamo necessariamente dividere l'anno in due parti distinte: il primo ed il secondo semestre. Nei primi sei mesi dell'anno, abbiamo registrato una flessione, ma poi le vendite sono aumentate. L'ultimo quarto del 2015 abbiamo registrato una crescita del 20%. Noi non ragioniamo in termini di volumi: nel momento in cui dovessimo iniziare a farlo, diverremmo un brand generalista. Siamo all'inizio di un viaggio, tutto quello che vogliamo fare è mettere le fondamenta per il brand, spiegare cosa significhi il nome DS.»

Penso che il nostro programma sia all'altezza per competere con BMW, Audi e Mercedes

A questo proposito, in una recente intervista, Carlos Tavares sosteneva che DS rappresenta un investimento sul futuro. Quanto pensate possa durare questo investimento?

«Devo dire per prima cosa che il marchio DS è un brand che genera utili. La nostra è un'ambizione grande, vogliamo far conoscere il marchio, e per fare ciò ci vorranno dai 15 ai 20 anni. Sono necessarie due generazioni di veicoli per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.»

Quali ritenete possano essere i vostri competitor nei prossimi 15 - 20 anni?

«Siamo in linea con i nostri rivali per quanto riguarda le motorizzazioni, il piacere di guida e molti altri aspetti. Siamo però i soli a fornire una dashboard laser e un tetto bi-cromatico. Penso che il nostro programma sia all'altezza per competere con BMW, Audi e Mercedes.»

Il brand DS è concentrato su aspetti quali pulizia del design, connettività e piacere di guida, anziché su potenza e performance come i vostri competitor. Possiamo considerarvi come il primo costruttore premium più vicino alle donne?

«Se ci si focalizza sulla DS3, ci si aspetta che sia una donna a guidarla. Con l'arrivo di quest'auto nel nostro porfolio, abbiamo una gamma decisamente ben bilanciata tra acquirenti maschi e femmine. Ma con la nascita della versione Performance da 208 cavalli, la situazione cambia. Abbiamo uno chassis dedicato, offriamo emozioni alla guida e sono sicuro che molti uomini la apprezzeranno. Abbiamo tracciato un nostro percorso ben definito.»

Da un brand premium i clienti si aspettano un SUV premium. Quando potrà arrivare?

«Non posso rivelare troppi dettagli sul nostro piano di sviluppo ma di sicuro stiamo pensando ad un SUV, arriverà»

La nostra è un'ambizione grande, vogliamo far conoscere il marchio, e per fare ciò ci vorranno dai 15 ai 20 anni.

La Formula E è una vera sfida per i costruttori. Cosa state imparando da questa tecnologia?

«La Formula E è un ottimo modo per convincerci a ripensare al comparto automotive e le tecnologie che sviluppiamo vengono trasmesse direttamente ai modelli in produzione. Le ibride sono il nostro territorio naturale.»

È da escludere la possibilità di vedervi nuovamente nel Mondiale Rally?

«Siamo in grado di fare di tutto e di più. Come marchio DS potremmo essere presenti nel WRC in futuro, ma per ora vogliamo concentrarci sulla Formula E.»

Può dirci qualcosa in merito ai recenti risvolti riguardanti ciò che sta accadendo attorno alle motorizzazioni diesel?

«Come Gruppo PSA abbiamo deciso di puntare sulla tecnologia e-HDI, che migliora il nostro prodotto. È la scelta giusta, i nostri rivali che hanno scelto tecnologie differenti non penso siano molto felici, al momento. La Commissione Royale e le agenzie indipendenti incaricate dal Governo hanno confermato che le nostre vetture sono conformi alle normative.»

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